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Di quanto è crollata l’economia russa dopo le sanzioni

Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca a Enrico Letta: davvero le sanzioni hanno messo in crisi la Russia?

La dichiarazione di Letta

Mercoledì 31 agosto, il segretario del Partito democratico Enrico Letta ha dichiarato a “Porta a Porta”:

Le sanzioni hanno messo in grandissima crisi la Russia. L’economia russa è scesa dell’11 per cento – l’economia europea è salita del 2 per cento”.

L’economia russa nel 2022

Letta ha probabilmente ripreso un’infografica pubblicata sul sito del Consiglio europeo, secondo cui la crescita del Pil russo nell’intero 2022 dovrebbe attestarsi al -11,2 per cento (il segretario del Pd ha però dichiarato che l’economia russa “è scesa dell’11 per cento”, lasciando intendere che un calo di quella magnitudine abbia già avuto luogo). A sua volta, l’infografica è basata su un rapporto della Banca mondiale risalente ad aprile, quando i primi sei pacchetti di sanzioni erano stati da poco adottati. Sempre ad aprile, furono rilasciate anche le stime del Fondo monetario internazionale, che dipingevano un quadro differente nel breve periodo, ma sostanzialmente equivalente nel lungo.

Come mostrato nella figura 1, il Fondo monetario internazionale prevedeva una caduta del Pil russo nel 2022 dell’8,5 per cento, ma la variazione cumulata al 2023 sarebbe risultata simile secondo le proiezioni delle due agenzie: -10,7 per cento secondo la Banca mondiale, -10,6 per cento secondo il Fmi. L’unica differenza risiedeva quindi nella velocità del previsto calo del Pil. Già allora, tuttavia, si segnalava un’incertezza molto elevata, dati gli sviluppi imprevedibili della guerra in Ucraina.

Tre mesi dopo, il Fmi ha aggiornato le sue previsioni: secondo la versione di luglio del World Economic Outlook, il Pil russo dovrebbe diminuire del 6 per cento nel 2022 e del 3,5 per cento nel 2023. La variazione cumulata al 2023 sarebbe quindi un calo del 9,3 per cento. Queste stime, disponibili al segretario Pd alla data del suo intervento a “Porta a Porta”, dipingono un quadro più favorevole alla Russia, per quanto sempre molto negativo: considerando solo il dato per il 2022 citato da Letta, la contrazione stimata del Pil russo è quasi dimezzata.

Anche secondo l’Economist, l’andamento dell’economia russa sarebbe di gran lunga migliore rispetto a quanto previsto all’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Il costo degli idrocarburi avrebbe favorito un surplus delle partite correnti da record e l’inflazione starebbe tornando sotto controllo. La recessione c’è, scrive il settimanale inglese, ma non è acuta come si pensava. Uno studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Yale, al contrario, sostiene che i dati pubblicati dal governo russo, su cui sono basate molte analisi, siano completamenti falsi o scelti ad arte per dipingere una situazione più rosea di quanto sia in realtà: l’economia russa sarebbe stata affondata dalle sanzioni e anche le entrate dalla vendita di idrocarburi sarebbero crollate. In effetti, a giugno Gazprom ha cancellato i dividendi per la prima volta dal 1998; tuttavia, a fine agosto l’azienda ha annunciato profitti record e dividendi generosi.

Secondo i dati dell’agenzia statistica russa, citati dal New York Times, il Pil del paese sarebbe diminuito del 4 per cento nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Rispetto all’inizio dell’anno, quindi, l’economia russa si sarebbe già contratta del 5 per cento secondo i dati ufficiali (figura 2). A questo punto, un calo dell’11 per cento nel 2022 non pare impossibile. A ogni modo, la situazione è di difficile interpretazione: è verosimile che il governo russo selezioni appositamente i dati da pubblicare e che quindi questa ricostruzione sottostimi l’impatto delle sanzioni, ma anche ricorrere a proxy alternativi come fatto dai ricercatori di Yale non dà garanzie di accuratezza.

L’economia europea

Secondo i dati Eurostat pubblicati ad agosto, l’Unione europea è cresciuta dello 0,6 per cento nel primo trimestre 2022 e ancora dello 0,6 per cento nel secondo trimestre. Nel 2022, la crescita dell’Ue si attesta finora a poco più dell’1,2 per cento.

Il verdetto

L’affermazione di Enrico Letta sull’andamento del Pil russo è imprecisa: ha scambiato una previsione per l’intero 2022 con l’andamento del Pil russo fino a oggi. Tuttavia, è difficile capire se il dato sia errato, perché non ne esistono di affidabili al momento. Allo stesso modo, non ci sono basi a sostegno delle affermazioni di altre forze politiche contro l’efficacia delle sanzioni. La veridicità della dichiarazione è quindi INCERTA.

La crescita dell’economia europea è stata invece inferiore rispetto a quanto riportato dal segretario del Pd. Il dato riportato al riguardo è quindi FALSO.

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  1. Stefano Bonaudo

    Sarebbe stato molto utile citare anche i numeri relativi all’Italia più che quelli europei… (ovviamente mi riferisco a Letta, nel vostro fat-checking non son richiesti).

  2. Antonio Coleottero

    E sarebbe anche utile pubblicare i dati a disposizione di Matteo Salvini a riprova della sua tesi secondo la quale le sanzioni alla Russia non stanno funzionando.

    • Andrea

      Da uno che ha sottoscritto un accordo ECONOMICO con il ”partito” di Putin c’è da fidarsi? Se mi dicesse che esistono modi molto furbi per far sparire 50 mln di euro, allora starei più attento a quanto dice, perchè nel settore specifico ho sicuramente molto, ma molto da imparare. da tale individuo.

  3. Milena colzani

    Mi chiedo come mai non vengono mai segnalati gli acquisti tedeschi di energia anche di fonte russa alla faccia degli accordi europei e a discapito dell’Italia
    Mi chiedo che senso abbia oggi continuare ad appartenere ad una comunità europea nel clima di sì salvi chi può

  4. Antonio

    La Russia, col Pil della Spagna, vuole fare la superpotenza, fa guerre che non può sostenere e si rende antipatica al mondo occidentale. Non mi sembra un genio questo Putin.

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