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Perché non basta dire “e allora il Qe?”

L’importanza di capire cosa è moneta e cosa non lo è

Desidero ringraziare i lettori dell’articolo “Perché il QE non ha prodotto inflazione” per i commenti e le domande, molte delle quali sembrano attribuire al pezzo uno scopo più ambizioso di quello che in realtà non abbia.

L’articolo non intende, infatti, analizzare gli effetti che le misure di politica monetaria non convenzionale (di cui il Quantitative easing è l’esempio più noto) possono avere sull’economia reale, né valutarne l’efficacia nei sistemi che le hanno messe in campo (come l’Eurozona o gli Stati Uniti), né tantomeno analizzare le determinanti dell’inflazione. Sono interrogativi non solo legittimi, ma di primaria importanza, e l’analisi teorica ed empirica dei molteplici canali attraverso i quali la politica monetaria non convenzionale si trasmette all’economia reale è florida, nella letteratura economica, e ha già offerto diversi risultati (alcuni riferimenti, per l’Eurozona, sono qui e qui; per gli Stati Uniti qui e qui).

Ritengo quindi che sia improprio e impreciso trarre dalla lettura dell’articolo la conclusione che queste misure sono state inefficaci. Lo scopo, molto più modesto, dell’articolo è provare a chiarire che: i) la narrazione della banca centrale che “stampa moneta” è una sintesi tanto suadente quanto inaccurata; ii) la differenza logica tra base monetaria e moneta diventa plastica ed evidente in tempi di turbolenza finanziaria e interventi non convenzionali, ma esiste ed è importante in ogni condizione; iii) per sottoporre (legittimamente) a ulteriore scrutinio il legame di medio-lungo termine tra moneta e prezzi è necessario comprendere cosa sia esattamente “moneta” e cosa no (e quindi cosa guardare nei dati), e non è sufficiente un generico “e allora il Qe?”.

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Il Punto

  1. alberto pera

    Molto corretto. La distinzione tra base monetaria e moneta è da sempre alla base dell’analisi degli effetti delle politiche monetarie. Negli anni ’60 e ’70 l’enfasi era sul fatto che il “moltiplicatore” cresceva per via degli effetti dei nuovi strumenti finanziari (chi ricorda Gurley e Shaw?). Negli anni 2000 il QE è stato adottato in adottato in un contesto di profonda recessione, bilanci bancari in difficoltà e aumento della rischiosità di investimenti alternativi: quindi il moltiplicatore si è presumibilmente ridotto. Dire che il QE è stato inutile significa non rendersi conto di quale sia il controfattuale (cioè una recessione molto più profonda e una crisi finanziaria idem).

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