Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca a una dichiarazione di Silvio Berlusconi sugli immigrati irregolari.
Quanti sono gli stranieri irregolari in Italia?
La morte di Pamela Mastropietro e l’attentato razzista di Macerata hanno riportato alla ribalta il tema dell’immigrazione. Negli ultimi mesi i vari esponenti politici hanno manifestato la loro posizione su questo argomento, presentando talvolta dati infondati. Già il leader della Lega Matteo Salvini aveva riportato numeri sbagliati sugli immigrati, smentiti dal nostro fact-checking.
Ora anche Silvio Berlusconi, chiamato in causa sul tema, ha espresso la sua posizione.
La dichiarazione
In un’intervista al Tg5 (dal minuto 11:40), il leader di Fi ha affermato che “oggi in Italia si contano almeno 630 mila migranti di cui solo il 5 per cento, e cioè 30 mila, ha diritto di restare da noi […] perché rifugiati e cioè fuggiti da guerra e morte”. Incalzato, in un’intervista di ieri mattina Berlusconi ha affermato che questi numeri derivano dal fatto che “sono sbarcati in Italia 170 mila clandestini nel 2014, 153 mila nel 2015, 181 mila nel 2016 e 119 mila l’anno scorso”. Numeri riscontrabili nei dati del Ministero dell’interno, e che se sommati raggiungono quota 623 mila (vicina ai 630 mila citati dal leader di Forza Italia).
Berlusconi sembra supporre che la platea di immigrati irregolari-clandestini corrisponda, più o meno, al numero di arrivi degli ultimi anni. Un calcolo non così immediato, dal momento che della platea dei migranti sbarcati la maggior parte è stata negli anni integrata nei sistemi d’accoglienza e ha ricevuto il permesso di soggiorno, mentre altri possono aver espatriato o essere stati rimpatriati (17.405 a novembre 2017). Non è quindi possibile associare a un stock fisso di stranieri clandestini e irregolari in Italia (secondo la Fondazione Ismu a fine 2016 erano 491 mila) i flussi annuali degli sbarchi. Per diverse ragioni: la più ovvia è che la platea di irregolari si è formata nel tempo, anche a partire da un’immigrazione via terra (per esempio dopo la scadenza di un visto turistico), piuttosto che via mare. Difficili sono i calcoli anche a partire dai dati ufficiali: non è detto che i numeri sulle richieste d’asilo, sui riconoscimenti di protezione e pure sui rimpatri coinvolgano immigrati stranieri arrivati in Italia solo negli ultimi anni. D’altronde spesso le variabili si muovono su periodi differenti, e il rischio è di contare più volte lo stesso migrante. Un esempio concreto: nel 2017 gli arrivi nei barconi sono stati 119 mila, le richieste d’asilo 130 mila; non c’è corrispondenza biunivoca. Si tratta dunque di flussi più numerosi e complicati, che stratificandosi negli anni sono andati a formare una platea di persone che oggi si può solo stimare.
Una percentuale sbagliata
Ma è nel dato percentuale che si trova un altro errore. Infatti alla cifra di 630 mila migranti il leader forzista associa il 5 per cento, che è la percentuale di riconoscimento di status di rifugiato con pieni diritti sulle richieste presentate nel 2016 (5,5 per cento in realtà). Berlusconi tuttavia sbaglia nell’applicare tale percentuale a tutta la platea, che abbiamo già visto essere fittizia, quando invece andrebbe applicata alle sole domande di asilo esaminate nell’anno (77.562 l’anno scorso). Ma non solo: se si vuole trovare la platea di migranti che hanno “diritto” a rimanere in Italia, la stessa percentuale non è corretta, perché non prende in considerazione le altre forme di protezione.
Nel 2017 l’accettazione di status di rifugiato con pieni diritti è stata attorno all’8,5 per cento, la protezione sussidiaria al 7,3 per cento, mentre la percentuale di accettazione per protezione umanitaria al 24,4 per cento. In sostanza, se sommiamo le percentuali, non si parla più di un 5, ma del circa 40 per cento di persone che hanno diritto a restare sul nostro territorio. Senza contare gli esiti dei ricorsi in Cassazione, i cui dati – dopo la modifica legislativa di aprile dell’anno scorso – non sono ancora disponibili.
In figura 2 le serie storiche degli esiti delle richieste d’asilo, che mostrano un trend in crescita delle risposte negative.
Quanti sono dunque gli immigrati che hanno diritto a rimanere sul nostro territorio? Per rispondere alla domanda è bene partire dai dati di Istat e dell’Unhcr, piuttosto che quelli sugli sbarchi: a gennaio 2017 erano residenti in Italia 5 milioni e 47mila stranieri regolari; a questi vanno aggiunti 147.370 rifugiati riconosciuti; 152.420 richiedenti asilo, in attesa della pronuncia delle commissioni territoriali o degli appelli; circa 420 mila stranieri con permesso di soggiorno ma senza la residenza. Alla luce dunque di questa platea attorno ai 6 milioni di persone, gli irregolari e i clandestini, stimati a 491mila, rappresenterebbero circa l’8 per cento.
Chi ha diritto alla protezione?
La Convenzione di Ginevra stabilisce che un rifugiato con pieni diritti è chi: 1) si trova al di fuori del proprio paese di nazionalità, 2) ha il timore fondato di essere perseguitato per ragioni di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un particolare gruppo sociale e politico, genere e orientamento sessuale, 3) non è disposto ad avvalersi della protezione del proprio paese di nazionalità.
Ma ci sono altre due forme di protezione: quella sussidiaria e quella umanitaria. La protezione sussidiaria, simile alla prima forma, è uno status che viene concesso a una persona che non ha subito una forma di persecuzione personale, ma che dimostri il rischio di morte o danno grave qualora ritornasse nel paese di origine. Il permesso di soggiorno per protezione sussidiaria dura 5 anni. Esiste infine la protezione umanitaria, che esula dalla Convenzione di Ginevra, assegnata ai soggetti con gravi problemi di salute, o proveniente da paesi con instabilità politica o catastrofi naturali, per i quali non è possibile un rimpatrio sicuro. Ha la durata di un anno.
Per ogni altri dettaglio rimandiamo a un dossier completo di LeNius.
Il verdetto
L’affermazione di Silvio Berlusconi è quindi FALSA. Dapprima sbaglia la definizione della platea di migranti, poi si limita a considerare solo il tasso di rilascio dello stato di rifugiato secondo la Convenzione di Ginevra, e non tutte le forme di protezione che danno diritto a rimanere in Italia. L’importanza del tema e il clima di tensione, sfociato in violenza nei giorni scorsi, sottolinea l’importanza di affrontare il tema immigrazione in modo preciso e attento. Una valutazione fondata su dati inesatti o semplicemente non verificati può avere effetti imprevedibili. Meglio non rischiare.
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