Età, redistribuzione ed evasione

Ringrazio i lettori per i commenti al mio articolo “A ogni età la sua imposta”. Rispondo qui ad alcune osservazioni e richieste di chiarimenti.
Fulvio chiede un chiarimento in riferimento all’invarianza o meno di Er (età) rispetto al reddito: la risposta dipende da quanto “fine” è il tagging. In generale, non c’è ragione per vincolare a priori Er a essere invariante rispetto al reddito. Tuttavia, con un numero limitato di funzioni di imposta, ad esempio tre per tre distinte fasce d’età, l’invarianza di Er rispetto al reddito risulterebbe ottimale (ma Er non sarebbe in questo caso una specifica età, bensì una specifica fascia d’età). Per quanto riguarda i problemi di transizione, “le coorti poco più giovani di Er” beneficerebbero comunque della riduzione delle aliquote medie prevista per la fase terminale della carriera lavorativa.
Ricardo e Paolo osservano, correttamente, che nella determinazione del debito di imposta si dovrebbe tenere conto anche di altri parametri che incidono sulla capacità contributiva, come ad esempio familiari a carico o spese per istruzione. Va sempre tenuto presente che la “bontà” di una determinata imposta sul reddito non può essere giudicata prescindendo dagli specifici programmi di spesa pubblica finanziati attraverso le imposte. Questo perché gli effetti redistributivi prodotti dall’intervento pubblico dipendono sia dalla struttura del sistema tributario sia dalle modalità di impiego delle entrate pubbliche. Rimane tuttavia il fatto che ci sono delle ragioni per far dipendere il debito di imposta anche dall’età del contribuente.
Per quanto riguarda invece la questione del quoziente familiare, per ragioni di spazio mi limito a rimandare a un precedente articolo di Ruggero Paladini e Claudio De Vincenti.
Per quanto riguarda il commento di Alessandro, nell’articolo avevo accennato al fatto che, rispetto ad altre forme di tagging (ad esempio imposte sul reddito differenziate per uomini e donne), nel caso di imposte sul reddito che prendono in considerazione l’età, le obiezioni relative al conflitto con gli articoli 3 e 53 della Costituzione sembrano superabili dato che la freccia del tempo compie per tutti la stessa parabola. Nell’ambito della letteratura giuridica la tesi secondo cui non comporterebbe violazione del principio di uguaglianza tributaria è stata ad esempio sostenuta da Daniel Hemel. Non mi sembra inoltre che l’introduzione di imposte age-dependent definite sulla base di un ristretto numero di fasce d’età possa rappresentare un fattore di rilevante complicazione.
Due commenti (Alessandro e Michele) sollevano la questione evasione. Lo scopo dell’articolo era di illustrare sinteticamente le ragioni a favore di un’imposta che prende in considerazione l’età elaborate nell’ambito della letteratura economica. Con ciò non si intendeva negare che benefici più significativi possano essere ottenuti dall’eliminazione dell’evasione, specialmente in una realtà, come quella italiana, dove l’evasione è molto elevata e distorce in modo significativo la progressività reale dell’Irpef. Il contrasto dell’evasione dovrebbe rappresentare un obiettivo prioritario indipendentemente dall’adozione o meno di imposte age-dependent.

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