È facile o difficile vincere un torneo Slam? Per le donne è stato molto faticoso fino al 1995, oggi un numero sempre maggiore di atlete se ne è aggiudicato uno. Per gli uomini vale il contrario. Anche perché da anni dominano Federer, Nadal e Djokovic.

Tornei Slam dal 1969 al 2021

I tornei open di tennis del settore maschile, ai quali potevano partecipare sia giocatori professionisti che dilettanti, ebbero inizio nell’aprile del 1968.

L’arco temporale qui preso in esame va dal 1969 al 2021, per considerare le annualità piene. I tornei considerati sono quelli del cosiddetto Slam, cioè gli Australian Open (a Melbourne), il Roland Garros (a Parigi), Wimbledon (a Londra) e gli US Open (a New York), che costituiscono le competizioni più importanti in termini di prestigio, punti per la classifica e ricchezza di montepremi.

Complessivamente sono stati analizzati 211 tornei (Wimbledon 2020 non si è svolto a causa del Covid). Nelle tabelle 1 e 2 vengono riportati i dieci principali vincitori degli Slam nel periodo considerato in termini di numero di tornei vinti.

In termini di genere, il numero delle donne ad avere vinto almeno un titolo (55) è pressoché uguale a quello degli uomini (56). Il grado di concentrazione dei vincitori, invece, vede le donne prevalere costantemente sia che si tratti di Top 3, di Top 5 o di Top 10. In particolare, oltre il 60 per cento degli Slam è stato vinto dalle dieci migliori tenniste, quasi un terzo dalle prime tre tenniste.

Qualora però si dividesse il periodo considerato in due parti quasi equivalenti (cioè 1969-1995 e 1996-2021) l’andamento complessivo subirebbe una variazione. Nel primo sottoperiodo, infatti, soltanto 21 donne hanno vinto tornei Slam e le Top 5 si sono imposte in oltre i due terzi delle competizioni. Il dato cambia radicalmente nel sottoperiodo successivo, con ben 38 vincitrici e con un grado di concentrazione per le Top 5 che scende al 46 per cento.

Completamente differente è risultata la medesima analisi condotta per gli uomini, in cui il numero dei vincitori nei due sottoperiodi è stato rispettivamente di 34 e 26. In particolare, nell’arco 1996-2021, i Top 3 (Roger Federer, Novak Djokovic e Rafael Nadal) hanno vinto il 58 per cento degli Slam.

Leggi anche:  Combattere la violenza contro le donne è un impegno culturale

Il tasso di contendibilità del singolo torneo, misurato come il numero dei giocatori che ne hanno vinto almeno una edizione, produce qualche differenza tra uomini e donne. Wimbledon è il torneo più “difficile” da vincere (21 uomini e 22 donne). I tornei con il maggior numero di vincitori differenti, invece, sono gli US Open per gli uomini (28 tennisti) e il Roland Garros per le donne (29 tenniste). A Wimbledon, il 67 per cento delle edizioni è stato vinto da una Top 3 per le donne negli anni pre 1996 e il 72 per cento dai Top 3 uomini per gli anni post 1996.

Il ranking individuale

A seconda della tipologia del torneo e del montepremi, a ciascun partecipante viene assegnato un punteggio in funzione del risultato raggiunto. La somma dei punteggi determina una classifica che di norma viene aggiornata ogni settimana e tiene conto dei risultati delle 52 settimane precedenti secondo la formula del “best of”.

Sono state qui considerate le classifiche pubblicate nell’ultima settimana di dicembre di ciascun anno, che sono quindi rappresentative dei risultati dell’intera annualità. Il periodo esaminato va dal 2000 al 2021 e sono state prese in considerazione le prime tre posizioni del ranking.

I punteggi assegnati per ciascun torneo hanno subito diverse variazioni nel tempo. Inoltre, ai fini della classifica vengono considerati un numero massimo di tornei differente tra uomini e donne, il che rende poco utile un confronto di genere.

Vale la pena invece esaminare gli scarti percentuali occorsi tra i primi tre giocatori del ranking per ciascun anno. I risultati dell’esercizio sono rappresentati nelle figure 1 e 2.

Mediamente la differenza tra il primo e il secondo giocatore è del 21 per cento per gli uomini e del 26 per cento per le donne, mentre tra il primo e il terzo della classifica la differenza diventa del 64 per cento per gli uomini e del 43 per cento per le donne.

I valori medi, tuttavia, non sono totalmente rappresentativi di quanto sostenuto in precedenza e cioè che nel periodo esaminato il settore femminile è stato molto più contendibile di quello maschile. Il differenziale tra la prima e la seconda posizione per le donne, infatti, è stato inferiore al 2 per cento per ben cinque volte mentre per gli uomini la differenza tra il primo e il terzo posto del ranking è stato superiore per sei volte al 100 per cento (per le donne è accaduto una volta).

Leggi anche:  Un grillo nel piatto*

Il record di punti in campo maschile spetta a Djokovic (16.950 il 6 giugno 2016) mentre per le donne a Serena Williams (13.260 il 28 ottobre 2013).

Il tennis professionistico è uno tra gli sport meglio retribuiti al mondo in generale e il più ricco per le donne.

Vincere un torneo dello Slam è stato particolarmente difficile per le donne negli anni Settanta, Ottanta e Novanta, mentre in tempi più recenti un numero sempre maggiore di atlete si è aggiudicato un torneo e anche la graduatoria annuale riflette un appiattimento dei valori delle migliori tenniste.

Tra gli uomini, invece, i Top 3 degli ultimi anni, con i loro 20 Slam ciascuno, hanno dominato anche se l’anagrafe è destinata a produrre in breve tempo un cambiamento che dovrebbe condurre a una situazione di aumentata contendibilità. È comunque improbabile ipotizzare che si ripeta quanto avvenuto nel 2021 nel settore femminile, quando il Roland Garros e gli US Open sono stati vinti da tenniste che prima di quel torneo occupavano rispettivamente la posizione n. 38 e 150 del ranking.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Il mito del posto fisso nella Pa si supera con la mobilità