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Cancellazione del debito: breve vademecum

Con la crisi causata dalla pandemia, torna in auge la proposta di cancellare il debito contratto per far fronte all’emergenza. Un’espressione vuota che nasconde un’idea distorta del ruolo della Bce. Con il rischio che i costi superino i benefici.

Il ruolo della Bce

La crisi conseguente al Covid sta generando forti incrementi del debito pubblico in diversi paesi europei. Nelle cronache recenti alcuni membri delle istituzioni italiane ed europee sono tornati ad aleggiare soluzioni estreme per affrontare il problema del debito, spingendosi a suggerire che l’Europa dovrebbe farsi carico della cancellazione tout court del debito da Covid. In che senso è possibile anche solo concepire la cancellazione del debito? Quali conseguenze potrebbe portare? Vediamo alcuni punti essenziali.

Il concetto di “cancellazione del debito” è del tutto vuoto. Sarebbe come dire “biodegradare” il debito. Del tutto privo di significato se non se ne illustrano i meccanismi e le procedure. Esistono in realtà strategie cosiddette “non ortodosse” per normalizzare il livello del debito: (i) ridefinizione dei contratti, cioè un default controllato; (ii) imposizione di tasse sulla ricchezza, cioè tasse patrimoniali; (iii) repressione finanziaria, cioè un default mascherato. L’unica possibilità esistente dunque è il default o la ristrutturazione del debito, che altro non è che un default parziale.

È verosimile che per cancellazione qualcuno intenda “monetizzazione” del debito. L’idea sarebbe probabilmente che la Bce acquisti tutto (o parte) del debito esistente (per esempio quello italiano) e di nuova emissione. Ma per fare cosa? Come minimo per tenere questi titoli fino a scadenza, senza rivenderli sul mercato. Niente a che vedere però con la “cancellazione” del debito. Alternativamente, nella mente dei “cancellazionisti”, la Bce potrebbe ristrutturare i titoli di stato che detiene. Per esempio trasformandoli da titoli a 20 anni in titoli a scadenza infinita. Ma non potrebbe essere una decisione che la Bce prende unilateralmente. Dovrebbe contrattare la cosa con ciascun stato debitore.

In entrambi i casi, però, il punto centrale è che la Bce subirebbe una perdita di bilancio. I titoli di stato che la Bce detiene sono infatti una attività nel bilancio della banca centrale. Se a questi titoli venisse semplicemente allungata la scadenza (per non dire altro) la Bce subirebbe una perdita di bilancio. Le perdite di bilancio della Bce non sono neutrali. Semplicemente implicano a valle meno profitti redistribuiti alle banche centrali nazionali dell’Eurozona, e a loro volta ai governi. Benché non sia chiaro come ciò potrebbe attuarsi in pratica, se di colpo tutti i titoli di stato italiani detenuti dalla Bce venissero “cancellati” la Bce vedrebbe realizzata una enorme perdita dal lato delle attività. Il che altro non sarebbe che una partita di giro, perché i governi della zona euro a loro volta subirebbero ingenti perdite.

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I rischi per l’Eurozona

È possibile a questo punto che qualcuno obietti: che importa se la Bce soffre una perdita di bilancio? Può stampare moneta con un click, e ripianare la perdita. Peccato che “stampare moneta” per la Bce non significhi creare maggiori attività di bilancio, bensì l’opposto, dato che la moneta (circolante e depositi) costituisce una passività nel bilancio di qualsiasi banca centrale. La Bce non potrebbe allora semplicemente proseguire con le perdite dal lato delle attività? Che cosa succederebbe in tal caso? Succederebbe che la Bce smetterebbe di essere una banca centrale. Per una banca centrale controllare la quantità di moneta (il suo mestiere) consiste nel comprare e vendere titoli (principalmente di stato). Quando la banca centrale acquista titoli, espande la quantità di moneta (emette riserve in favore delle banche); quando la banca centrale vende titoli, la banca stessa induce una contrazione nella quantità di moneta. Se la Bce generasse un enorme buco di bilancio dal lato delle attività (perché, per ipotesi, i titoli di stato italiani sono stati “cancellati”) come farebbe, per esempio, a ritirare moneta dal mercato, che è ciò che tipicamente una banca centrale fa quando vuole contenere l’ascesa dell’inflazione?

Posto che una banca centrale non potrebbe funzionare con persistenti perdite di bilancio (perché non avrebbe titoli sufficienti dal lato delle attività per condurre le proprie operazioni di mercato aperto), non potrebbe la Bce semplicemente “ristrutturare” il debito una tantum, e poi tornare alla normale gestione del bilancio? Tutto è possibile (pur tralasciando i divieti imposti dai trattati europei), basta che se ne comprendano e se ne dichiarino i costi. E in questo caso i costi sarebbero a dir poco ingenti, e di due tipi. Innanzitutto, per ritornare alla normale gestione del proprio bilancio, la Bce dovrebbe essere ricapitalizzata, con costi enormi per i governi della zona Euro a scapito di utilizzi ben più funzionali. In secondo luogo, l’Europa dovrebbe dire addio all’indipendenza e credibilità della propria banca centrale, un bene pubblico fondamentale la cui importanza non è mai abbastanza sottolineata.

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Se cancellare il debito è un “non datur” dal punto di vista logico ed economico, sarebbe importante che chi evoca soluzioni così drastiche chiarisse in modo inequivocabile procedure e meccanismi. È solo da un dizionario corretto che una strategia del genere emergerebbe in tutti i suoi costi (ingenti) e benefici (del tutto incerti).

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31 commenti

  1. Henri Schmit

    Grazie di questo chiarimento! Forse ha pure dimenticato un ulteriore problema subordinato: “cancellando” del debito (statale), cioè degli asset del suo attivo, la BCE lo dovrebbe fare rispettando il capital key in modo tale da “danneggiare” (i contribuenti de) gli Stati membri (lato passivo del bilancio della BCE) in modo equo cioè proporzionale al volume di debito cancellato. Non penso che sia quello che intendeva Sassoli chiedendo la cancellazione del debito fatto nella lotta all’epidemia, guarda caso più onerosa in Italia che non in Germania.

    • lp

      Guardacaso più onerosa in Italia che in Germania è clamorosamente falso, la Germania ha speso il 10% del PIL, l’Italia il 5%. E “guarda caso” quando la si vuole mandare in vacca la si butta sull’Italia. Per non parlare del fatto che Sassoli, essendo Italiano, se parla di cancellazione del debito lo fa perché “secondo lei”…

  2. Paolo

    Il termine cancellare appare in effetti privo di senso, ma probabilmente la proposta sottintende un meccanismo memore dei tempi della lira: la BCE stampa moneta che poi trasferisce a fondo perduto agli stati, che con la liquidità ottenuta ripianano (estinguendoli) i BTP più costosi (cioè con interessi più alti), fino a concorrenza dei costi sostenuti per il COVID (in tutte le aziende sanitarie d’italia, e forse d’europa, si sta tenendo una contabilità covid separata dalla gestione ordinaria).
    Poichè la BCE può stampare moneta, la cosa non sembra minarne l’operatività; senza dubbio così facendo si produrrebbe inflazione, ma nell’attuale situazione di inflazione sostanzialmente zero la cosa potrebbe anche essere, o quantomeno apparire desiderabile.
    In tale caso cosa potrebbe accadere? Grazie

    • Roberto Mario Mastelloni

      La BCE non stampa neanche una banconota e non possiede nessuna riserva monetaria, come del resto la Federal Reserve. Le banconote sono stampate da apposite stamperie per conto delle ex banche nazionali centrali e distribuite secondo i criteri dettati dalla BCE. In Italia gli euro vengono stampati dalla Banca d’Italia e le banche commerciali utilizzano gli euro stampati dalle altre banche europee.

  3. Ivan

    Il debito può essere cancellato o allungato in proporzione per tutti i paesi. L’ipotesi che la bce rimanga a corto di titoli da vendere è irreale, e che sia necessario fermare l’inflazione in questa situazione è più che remota. La perdita di credibilità non ci sarebbe perché si tratta chiaramente di una situazione eccezionale, ma a fronte di questo pericolo remoto bisogna valutare l’enorme vantaggio di consentire ai paesi di avere un debito finalmente sostenibile. Cordialmente,

    • Filippo Aleati

      sono pienamente d’accordo sui concetti, i tecnicismi e le soluzioni legali si trovano basta la volontà politica, questa si è conquista dura visto che servirebbe l’accordo dei 27 azionisti…

  4. Ormai parlano dicendo cose che “alla gente piacciono”, non importa quale tipo di conseguenze possano avere.
    Questa della “cancellazione del debito” è un cavallo di battaglia del populismo. Per chi non ne sa nulla è una questione apprezzabile, questo vero e proprio slogan iniziò negli anni 80 e 90 per i paesi africani, paesi indebitati fino al collo per la politica disgraziata dei suoi governi , il cui debito schiacciava i cittadini

    • Diego Torzulli

      Ma quale populismo: in questo caso il creditore è la bce, ente sovranazionale che che opera per conto dei governi stessi, beneficiari dei prestiti, battendo moneta dal nulla. Cosa c’entrano i paesi africani e le cose che “alla gente piacciono” . In questo caso è una partita di giro e una mera creazione di base monetaria . Forse se certi argomenti non sono chiari bisognerebbe astenersi di dare la colpa ai populisti (tra l’altro non sapevo che sassoli, presidente del parlamento, che ha proposto la cancellazione del debito, fosse un populista). Questo blog non è un social: almeno qui cerchiamo di ragionare ed usare argomentazioni serie ed informate. Grazie

  5. Diego Jacopo

    Caro Professor Monacelli, la sua analisi è come sempre lucida ed interessante. Mi permetto però di rivolgerle due osservazioni.

    Primo: lei sostiene che la “cancellazione” del debito comporterebbe più costi che benefici. Tuttavia, la sua analisi non contempla alcuna alternativa per la riduzione del debito se non, sembrerebbe, la ristrutturazione del debito stesso (default). Andrebbe forse ricordato che anche tale opzione comporta costi molto elevati (per esempio, il distress del sistema bancario, come in Grecia a seguito della ristrutturazione del 2012). Quanto meno, un’analisi comparata dei costi e benefici delle opzioni alternative sarebbe opportuna, a mio modo di vedere.

    Secondo: introduzione di titoli perpetui e operazioni di mercato aperto. Due commenti: 1) per l’Italia, il debito pubblico detenuto dalla BCE (diverse centinaia di miliardi di euro) è di gran lunga superiore ai profitti distribuiti dalla BCE, quindi l’Italia sarebbe largamente beneficiaria da questo tipo di operazione, 2) a fronte della conversione del debito in titoli perpetui, la stessa BCE potrebbe emettere anche altri titoli (per esempio, commercial papers) con tassi di rendimento molto attrattivi, che verrebbero collocati facilmente, consentendo quindi di ridurre la liquidità presente sul mercato.

    D’altra parte, certamente, un’operazione di questo tipo (introduzione di titoli perpetui) comporterebbe difficoltà legali, oltre che politiche.

  6. Henri Schmit

    Ringrazio il prof. Monacelli dell’analisi che modestamente conodivido. Annullare in qualche modo titoli detenuti nell’attivo della BCE, decretare il non rimborso, implica una riduzione del passivo di pari importo. Ci perdono gli azionisti, istituti finanziari con sede in Italia, ma alla fine è il Tesoro cioè i contribuenti ad assumersi la perdita (da verificare come); è quindi un’operazione NULLA. In Germania la situazione è più chiara: la Bundesbank, istituto di diritto pubblico, pur “indipendente”, “appartiene” al Tesoro, quindi ai contribuenti tedeschi. La cancellazione di una parte del debito pubblico degli stati detenuto dalla BCE sarebbe quindi in ultima analisi l’equivalente dell’annullamento di titoli propri ricomprati sul mercato da un qualsasi emittente: il tesoro non deve più rimborsare i titoli cancellati, ma perde altrettanto come ultimo garante del capitale della banca centrale. Nel caso della BCE c’è però una condizione in più, il rispetto del capityal key: l’operazione dovrebbe riguardare titoli, al valore di mercato (non al valore nominale), di tutti gli stati proporzionalmente alla partecipazione della loro banca centrale al capitale della BCE. L’errore di Sassoli, mi sembra, è quello di ignorare questo aspetto, di legare l’annullamento di titoli al debito pubblico fatto per combattere l’epidemia. Il peso nazionale di questa quota purtroppo non coincide con il capital key.

    • Henri Schmit

      Il mio paragone con il riacquisto di titoli da un emittente privato è zoppo, fuorviante. Ribadisco il resto.

  7. alessandro

    Caro professore mi sembra infastidito dalla possibilità di una “cancellazione” del debito. Tutto teso a dimostrare l’impossibilità tecnica quando questa impossibilità è puramente contabile.
    Per non parlare della rigidità dei trattati e della cosiddetta indipendenza della Banca Centrale. Tutti aspetti che vincolano solo se le volontà “politiche” sono superiori ai benefici che ne apporterebbe alla collettività. Il debito è un vincolo che fa comodo alle elite!

  8. lupe

    Credo che la parola “cancellare” sia fuorviante. Diciamo che la BCE (o meglio le BC dell’eurosistema) alla scadenza dei titoli del peso, decidano di acquistare un pari importo di consols emessi dagli stati. Le BC restituirebbero ogni anni gli interessi, per sempre. Il debito non è stato letteralmente cancellato, ma gli stati non dovranno di fatto mai restituirlo.
    Questo tipo di operazione avrebbe da risolvere la questione Capital Key (il vero nodo da sciogliere se si vuole sperare che l’euro resista a se stesso), ma potrebbe consentire di finanziare interventi di lungo periodo proteggendo gli stati dalla volatilità dei mercati finanziari, che in un tale periodo di crisi mondiale non possono essere considerati in grado di allocare risorse in maniera ottimale. Se non sbaglio Giavazzi d Daveri, su queste pagine, hanno già ipotizzato questo tipo di operazione mesi fa.

  9. In casi del tutto eccezionali, come il presente, la Bce (che salvaguarda le banche e la stabilità finanziaria, quindi interessi pubblici e privati) potrebbe stampare nuova moneta per parziale copertura (pro quota) dei costi delle attività ferme fino alla fine del lockdown.1) più moneta in economia reale 2) no aumento debito stati 3) inflazione? Un po’ fa bene 4) no fallimenti e licenziamenti 5) forse no patrimonio negativo BCE. Oggi non si può ma domani, con euro digitale (CBDC), forse fattibile tramite conto diretto cittadino/Banca Centrale a scapito delle banche

  10. piero

    La battuta di Sassoli è stata assai irrituale; certe affermazioni le può fare un Cremaschi qualsiasi, non il presidente del Parlamento europeo. Per di più mi sembra ispirata da molta faciloneria. Mi sembra francamente irrealistico sperare che un creditore rinunci a cuor leggero ai propri soldi. Se poi l’idea è quella che a farlo sia solo la BCE, mi sembra tanto una partita di giro; si tratta della “nostra” banca, fatta anche con i nostri soldi. Infine, di quanto stiamo parlando? Il debito COVID dell’Italia è di 100 mld (per il 2020), su un totale di 2.600 mld. Non mi sembra che le cose cambino molto. Purtroppo, la montagna di debiti accumulata in decenni è figlia delle azioni dei “nostri” governanti (chi più chi meno), eletti democraticamente (o quasi). Temo che non abbiamo scampo. Non ci resta che sperare che i nostri partner europei più ricchi (e meglio governati) continuino a supportarci (e sopportarci), tramite BCE o altri modi; senza far pagare troppo ai cittadini italiani (ed altri) le colpe di chi ha causato il disastro.

  11. Flavio

    Penso che il più recente illustre proponente della cancellazione del debito, Davide Sassoli (perché non viene mai nominato nell’articolo?), intendesse in realtà dire ristrutturazione deii titoli a scadenza con titoli perpetui. L’operazione è possibile senza nessuna perdita dell’attivo della BCE ovviamente (basta aumentare i tassi di interessi; in ogni caso la relativa spesa per interessi rifluirebbe quasi interamente tra le entrate dei goverrni nazionali come già adesso. Il vantaggio è che si ridurrebbero di molto i refinancing risk per i paesi con debito più elevato (quasi tutti alla fine di questo periodo pandemico). Per quanto riguarda l’operatività della politica monetaria, è un po’ che non seguo nei dettagli il modo di operare delle banche centrali ma mi pare di ricordare che negli ultimi decenni molto raramente esse ricorrevano a vere e proprie operazioni di mercato aperto. Lo strumento principale erano le operazioni repo. O mi sbaglio? E in ogni caso, se proprio c’è bisogno di titoli di stato marketable nell’attivo dellla BCE basterebbe solo che non venga ristrutturato tutto il debito ma solo una parte.

  12. nell’articolo di Monacelli, come nel precedente più esteso del 2018, è assente la nozione che i 400 miliardi circa di BTP che Bankitalia e BCE hanno comprato sono stati pagati con denaro creato dal niente. Nel bilancio delle banche centrali appaiono 400 mld all’attivo e al passivo 400 mld di…”riserve” cioè cash. Queste riserve sono una passività particolare, perchè non vanno restituiti a nessuno a differenza di quelle nei bilanci di banche e aziende. Se la Banca Centrale le annulla, nessuno ci perde, perchè le ha create dal niente dal 2014 con il QE. Di conseguenza, se può annullare senza problemi la passività, può annullare anche l’attività, i 400 mld di BTP.. Prima del QE Bankitalia aveva 400 mld di meno e come li ha creati può ora annullarli tornando alla situazione di prima. Essendo cash non variano di valore e non ci sono perdite, (aI BTP all’attivo sono saliti di valore e se li rivendesse guadagnerebbe, annullandoli fa pari. Non annullano solo i 400 all’attivo, ma si annullano anche i 400 al passivo, una cosa che può fare solo la Banca Centrale. Se puoi annullare un passività (cosa concessa solo alla BCentrale) come fai a perdere ?

  13. Paolo

    David Sassoli, l’autore della proposta non è un economista, ma un politico del PD e ha fatto una mossa molto astuta, con questa uscita a tolto il terreno sotto i piedi a tutte le bande di sovranisti che minano dall’interno la solidità dell’Europa, perchè adesso nessun Salvini, o Le Pen, o qualche danese fuori di testa può rivendicare una simile proposta.

  14. Segnalo a questo proposito l’articolo di Cottarelli su Repubblica, ex Fmi e non sovranista quindi, che ovviamente non parla di cancellazione del debito, non necessaria e non possibile, ma parla di riserva obbligatoria per congelare liquidità, quindi soluzioni possibili ci sono.

  15. Pippo Calogero

    E’ antropologicamente interessante notare come gli italiani siano alla perenne ricerca della pallottola d’argento per abbattere quel mostro invincibile che è la realtà. Il nuovo coniglio dal cilindro è il debito perpetuo, come se il mercato fosse pieno di operatori che non vedono l’ora di comprarsi un titolo non rimborsabile a tassi prossimi allo zero. Ovviamente il mercato sconterebbe il rischio intrinseco di un tale titolo, scaricandolo sulla cedola e se invece fosse un titolo “politico” dedicato alla BCE sarebbe semplicemente il finanziamento ad uno stato da parte della banca centrale, vietato dai trattati. E a quelli che diranno che la BCE potrebbe emetterne per tutti i paesi bisogna ricordare che l’unico paese a cui interessa una simile operazione per disperati sull’orlo della bancarotta è l’Italia.

    • lupe

      Così simile alla bancarotta che si è sempre fatto, lo si sta facendo di fatto in barba ai trattati e qualsiasi manuale di economia parla della monetizzazione del debito come uno strumento di finanziamento che come tutti ha pro e contro. Ma sono certo che lei confidi nelle capacità di un sistema senza salvagenti di sopravvivere a una tempesta.

  16. Luca Paolazzi

    A chi sostiene che se si cancellano le attività si cancellano anche le passività ricordo che la moneta creata sta nei portafogli di chi ha venduto i titoli. C’è, cioè, un’asimmetria nella distribuzione tra l’attività, che ha come contro parte un solo soggetto, e attività, che ne ha molti. Quindi la BCE non può cancellare la sua passività. Detto ciò, l’Eurosistema dovrà fare di necessità virtù e tenersi in pancia i titoli acquistati, pena uno sconquasso finanziario che metterebbe fine all’UEM così come è ora. Per giunta gli interessi su quei titoli li girerà ai debitori…

    • La cancellazione del debito non ha effetti economici nel bilancio della BCE; trattasi di una scrittura contabile, basta ridurre la voce 7.1 e la voce 10.4 del bilancio consolidato; nel bilancio domestico, il debito lo troviamo nella voce 9.3. L’unica conseguenza che si avrà con la cancellazione è la mancanza degli interessi attivi sui debiti cancellati; gli utili prodotti vengono ripartiti tra i soci, considerati che tali utili provengono dal debito dei paesi meridionali, di fatto c’è un trasferimento di risorse dai paesi meridionali ai paesi nordici. Con la cancellazione del debito, l’incremento della base monetaria, ottenuto con l’acquisto, non verrà più sterilizzato, sarà quindi permanente, ricordiamoci che la BCE ha l’obiettivo di portare l’inflazione al 2%; l’incremento stabile della base monetaria potrà avere solo effetti benefici per tale obiettivo.

  17. Fabiano

    Interessante articolo. Peccato che De Grauwe (https://voxeu.org/article/fiscal-implications-ecb-s-bond-buying-programme) affermi esattamente il contrario: 1) la BC non può fallire; 2) i titoli di stato detenuti dalla BC sono di fatto nient’altro che una mera voce contabile; 3) la BC può operare anche con capitale negativo e comunque avere a disposizione strumenti per il controllo dei prezzi.

  18. Articolo molto interessante he spiega bene le varie possibilità che non abbiamo per cancellare il debito.

  19. Diego

    Clamoroso e vistoso errore concettuale: si dice che con l’azzeramento dei titoli governativi detenuti dalla bce tra le proprie attività, questa subirebbe “una perdita di bilancio” la quale trattandosi di partita di giro, farebbe si che “i governi della zona euro a loro volta subirebbero ingenti perdite”. Sfugge clamorosamente che essendo i governi gli stessi debitori degli assets che vengono cancellati, l’annullamento del debito (minore passivita’) compenserebbe pari pari le “ingenti perdite” dei governi.

  20. Diego Torzulli

    La bce ha un portafoglio di titoli pubblici di 2.300 miliardi circa : si puo anche non cancellare ma è matematicamente certo che ormai è impossibile ripagarlo . Il processo era irreversibile gia da prima del covid. Ora è clamorosamente una finzione. Possiamo anche chiamarlo “debito”, ma è un ipocrisia forse legata a valori etici che nel caso non si applicano anche perche superati: infatti, si tratta in realtà di liquidita ormai definitivamente messa in circolo per tenere in piedi gli stati come l italia (ma col covid anche moltissimi altri) che altrimenti sarebbe defaultata. Visto che i creditori sono le banche centrali (bce, ma anche boj e, ormai pure la fed) quindi organi istituzionali (e non uno stato o un popolo) che hanno ormai la sola ed esclusiva finalita di tenere in piedi l economia mondiale stampando moneta, sarebbe ora di finire questa farsa, modificare i trattati, e cancellare il debito ovviamente in proporzione sui singoli stati sulla base della capital key. Se qualcuno mi spiega con motivi validi (e non solo “perche’ i trattati non lo consentono”), chi avrebbe un nocumento da questa operazione, sono pronto a cambiare idea. La violazione dell’ obbligo morale di “onorare i propri debiti verso il creditore” , che sembrerebbe moralmente riprorevole, in questo caso non esiste, perche non esiste proprio il creditore (o se esiste è un creditore fittizio: troppo facile diventare creditori stampando moneta dal nulla)!

  21. Diego Torzulli

    Per la cancellazione resterebbe chiaramente l’azzardo morale, non gradito ai paesi piu solidi, secondo cui una crisi in futuro potrebbe essere risolta semplicemente battendo moneta . Peró, piaccia o no, questo è quello che è già successo oggi. E la temuta inflazione, inspiegabilmente, non è esplosa come invece tutti si attendevano, nè probabilmente esplodera’, come ha dimostrato il giappone in questi ultimi 30 anni.
    Inoltre se l’euro (il cui fallimento soprattutto per i paesi deboli è ormai sotto gli occhi di tutti: e’ un fatto che l’italia ha fermato la sua crescita proprio in corrispondenza della sua introduzione) non fosse esistito, tutti questi problemi avrebbero dovuto risolti da ciascuno stato, senza costringerlo ad implorare la benevolenza o temere lo stigma di paesi piu forti, responsabilizzando così i governi ad agire al meglio per tutelare le singole economie nazionali, tutte diversissime tra loro e con problemi spesso opposti.

  22. La cancellazione del debito non ha effetti economici nel bilancio della BCE; trattasi di una scrittura contabile, basta ridurre la voce 7.1 e la voce 10.4 del bilancio consolidato; nel bilancio domestico, il debito lo troviamo nella voce 9.3.
    L’unica conseguenza che si avrà con la cancellazione è la mancanza degli interessi attivi sui debiti cancellati; gli utili prodotti vengono ripartiti tra i soci, considerati che tali utili provengono dal debito dei paesi meridionali, di fatto c’è un trasferimento di risorse dai paesi meridionali ai paesi nordici.
    Con la cancellazione del debito, l’incremento della base monetaria, ottenuto con l’acquisto, non verrà più sterilizzato, sarà quindi permanente, ricordiamoci che la BCE ha l’obiettivo di portare l’inflazione al 2%; l’incremento stabile della base monetaria potrà avere solo effetti benefici per tale obiettivo.

  23. Roberto Mario Mastelloni

    La BCE non stampa neanche una banconota e non possiede nessuna riserva monetaria, come del resto la Federal Reserve. Le banconote sono stampate da apposite stamperie per conto delle ex banche nazionali centrali e distribuite secondo i criteri dettati dalla BCE. In Italia gli euro vengono stampati dalla Banca d’Italia e le banche commerciali utilizzano gli euro stampati dalle altre banche europee.

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