L’articolo a firma di Marco Percoco e Massimo Tavoni pubblicato su lavoce.info il 15 febbraio 2019 contiene due affermazioni non vere.

La prima: “Sarebbe bastato applicare le semplici indicazioni delle linee guida comunitarie, che escludono il gettito fiscale e i ricavi tariffari dall’analisi, per ottenere un esito diametralmente opposto”.

Non è così. Anche nel caso non si fossero considerate le due voci – commettendo a nostro giudizio un errore – il risultato sarebbe rimasto negativo, non “diametralmente opposto”.

Lo ha correttamente rilevato Pagella Politica sempre 15 febbraio: “In ogni caso, anche non considerando queste due voci, l’Acb di febbraio 2019 mantiene una valutazione finale negativa sulla Tav: i costi per la collettività sarebbero comunque superiori ai benefici”.

La seconda affermazione non vera è “i benefici in termini di miglioramento dell’inquinamento atmosferico, che tradizionalmente rappresentano una delle voci più importanti a favore dell’opera, sono stati calcolati sulla base dei soli inquinanti Pm10 e NO2”.

Non è così. I benefici sono stati calcolati con riferimento alla totalità degli inquinanti assumendo i valori di costi esterni unitari definiti dalla UE (tabella 11.4 a pagina 55).

Francesco Ramella e il gruppo di lavoro sull’analisi costi-benefici (struttura tecnica di missione presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).

La risposta di Marco Percoco e Massimo Tavoni

Ringraziamo, come sempre, il gruppo di esperti per il loro commento. Anche in questo caso, però, le puntualizzazioni non sono pienamente convincenti.

Per quanto riguarda il primo rilievo, l’analisi costi-benefici del 2011, redatta in gran parte seguendo le indicazioni della Guida comunitaria, mostra chiaramente che, escludendo le voci relative alle accise (esplicitamente escluse nel 2014), il risultato dell’esercizio di analisi costi-benefici della Tav che si ottiene è diametralmente opposto a quello degli Esperti. Si aggiunga che la stima della domanda riportata allora era frutto di simulazioni dettagliate (per quanto criticabili) e non di ipotesi, appunto, arbitrarie.

Quanto al secondo, per la stima dell’impatto dell’inquinamento, gli esperti hanno applicato il manuale Dg Mobility and Transport, Update of the Handbook on External Costs of Transport. Sia per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico (tabella 15), sia per il cambiamento climatico (tabella 34) non v’è traccia di ozono e benzopirene. Conveniamo, invece, e per questo siamo loro grati, che il Pm2.5 è considerato nel calcolo.

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