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Tutto cambia per il calcio in tv

La decisione della Lega calcio sull’assegnazione dei diritti tv segna un punto di svolta. L’arrivo di un intermediario interessato solo ad accrescere i ricavi può rendere più competitivo l’accesso ai contenuti pregiati nel finora statico mercato italiano.

Vince Mediapro, perde Sky

Alla fine di un lungo e travagliato processo, con due bandi di gara non aggiudicati e un colpo di teatro finale, la Lega calcio ha approvato la vendita dei diritti del campionato di Serie A per il triennio 2018-2021 alla società spagnola Mediapro. Il prezzo raggiunto è superiore di 100 mila euro a quello previsto dal bando: 1 miliardo e 50 milioni di euro a stagione, per aggiudicare automaticamente tutti i diritti in ambito nazionale. L’offerta iniziale di Mediapro era di 950 milioni, aumentata poi nella fase finale di trattativa proprio per raggiungere quell’obiettivo. In questo modo il nostro campionato di massima serie ha superato 1,4 miliardi di euro a stagione, in virtù anche dei ricavi per i diritti internazionali che erano stati venduti in precedenza per 371 milioni a Img, con un incremento di ben 300 milioni di euro rispetto al valore nel triennio precedente.

Sky, l’unico operatore che fin dalla sua nascita nel 2003 ha sempre trasmesso l’intero campionato di calcio e che ne ha fatto la punta di diamante della propria programmazione, era certamente il soggetto maggiormente interessato ad acquisire i diritti della Serie A e appare come il vero sconfitto. E forse non è un caso che sia stato il solo a contestare la decisione della Lega, attraverso un ricorso all’Antitrust, chiamata a esprimersi entro 45 giorni.

La motivazione dietro al ricorso di Sky è che Mediapro si è aggiudicato i diritti come “intermediario indipendente”, cioè un puro rivenditore di diritti (di sfruttamento e trasmissione) ad altri acquirenti, che li distribuiranno direttamente al pubblico “televisivo”. In realtà sarebbe invece un vero e proprio “operatore della comunicazione”, come Sky e Mediaset, dunque un concorrente delle società a cui adesso dovrebbe rivendere i diritti, e come tale dovrebbe essergli negata l’assegnazione. Il nodo, che dovrà comunque essere sciolto dall’Antitrust, non va confuso però con il cosiddetto canale della Lega, come confermato dalla stessa Infront, che ha ancora una volta avuto un ruolo chiave nella commercializzazione dei diritti e nella redazione dei bandi. Secondo quanto previsto nell’assegnazione del bando, Mediapro potrà infatti vendere solo a terzi e non potrà sviluppare in proprio un canale tv della Lega, che rimarrebbe l’ultima opzione per evitare un terzo bando, qualora dall’Antitrust arrivasse uno stop alla società spagnola.

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Operatori e accesso ai contenuti pregiati

In tutti i casi, se confermato dall’Antitrust, quanto accaduto segna un passaggio storico in quello che è stato per lungo tempo lo statico mercato italiano dei diritti calcistici. Vediamo quali sono le principali considerazioni da fare.

La prima riguarda il valore dei diritti calcio. Secondo l’opinione prevalente, il valore del calcio in Italia non poteva essere paragonato a quello delle leghe europee maggiori (Spagna, Inghilterra, Germania e Francia). Anche il numero di abbonati alla pay tv è inferiore a quello di altri paesi e in diminuzione negli ultimi anni. Ora invece l’Italia supera di nuovo la Germania e torna a essere il terzo paese in Europa, appena dietro alla Spagna. E ciò avviene in una fase in cui in tutti gli altri paesi si assiste a una crescita consistente del valore dei diritti del calcio.

La seconda considerazione riguarda la scarsa appetibilità della vendita per piattaforma, che elimina le esclusive e banalizza il prodotto ripartito tra più soggetti. Due bandi andati a vuoto sono una conferma evidente di quanto l’assenza di esclusiva avesse impedito all’aggiudicatario di massimizzare i ricavi, al fine di differenziarsi dai concorrenti e remunerare l’ingente investimento richiesto dall’acquisto, così come avviene da sempre negli altri campionati nazionali. Aver insistito su quel modello, anche se temperato da esclusive di minore interesse per prodotto negli ultimi due bandi di gara, secondo linee guida peraltro concordate con l’Antitrust, non poteva che condurre alla riduzione delle offerte e dunque al mancato raggiungimento degli obiettivi economici previsti dall’asta.

Così nel concedere a Mediapro la possibilità di gestire in maniera diretta questi diritti, trattando con tutti gli operatori, viene fatta rientrare dalla finestra quella piena esclusiva che i precedenti bandi e linee guida avevano reso impraticabile.

Cosa accadrà adesso non è scontato. Mediapro dovrà soprattutto preoccuparsi di massimizzare i ricavi, per rientrare da un investimento tanto ingente. Ciò lascia la strada aperta a tante soluzioni e possibilità. Certamente Sky e Mediaset, che hanno dominato il mercato negli ultimi anni, appaiono come i meglio posizionati per continuare a trasmettere il prodotto ai loro abbonati, ma non è una soluzione già scritta, come invece avveniva in passato.

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Il mondo sta cambiando, la stessa Sky si avvia a diventare un operatore online a pieno titolo, altri soggetti come le Telcos – Vodafone, Tim – potranno seguire lo stesso percorso iniziato altrove da Telefonica, BT e Deutsche Telekom, i giganti del web come Facebook, Amazon e Netflix entreranno con ogni probabilità in maniera più consistente nel settore. La presenza di un intermediario interessato unicamente ad accrescere i ricavi, all’Antitrust piacendo, potrebbe favorire un maggiore dinamismo e rendere più competitivo l’accesso ai contenuti pregiati, nell’interesse del mercato e dei consumatori.

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  1. Savino

    Favorevole a togliere il monopolio sostanziale a Sky, soprattutto alla luce di una probabile riduzione dei costi degli abbonamenti.
    Contrario allo spezzatino ulteriore del campionato.di poch
    Ci sono anche le condizioni per vedere un pò più di calcio in chiaro, magari con leggere differite concesse da Mediapro e con l’applicazione della normativa Melandri, la quale già prevede un evento ogni giornata in chiaro.

  2. Savino

    Favorevole a togliere il monopolio sostanziale a Sky, soprattutto alla luce di una probabile riduzione dei costi degli abbonamenti. Contrario allo spezzatino ulteriore del campionato.
    i sono anche le condizioni per vedere un pò più di calcio in chiaro, magari con leggere differite concesse da Mediapro e con l’applicazione della normativa Melandri, la quale già prevede un evento ogni giornata in chiaro.

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