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Luigi Spaventa (1934-2013)

Il 6 gennaio è scomparso Luigi Spaventa. Brillante economista, con una storia professionale tra impegno accademico, politico, istituzionale e manageriale, collaborava a lavoce.info sin dall’inizio. In questo Dossier, i suoi interventi e il ricordo di chi lo ha conosciuto.

La curva di Phillips in otto parole
di Francesco Daveri
Luigi Spaventa non era solo un economista brillante e curioso. Era anche un grande comunicatore, capace di condensare in poche battute concetti complicati. Un esempio riguarda la sua fulminea trattazione della curva di Phillips durante un seminario alla Bocconi.
Per i non addetti ai lavori, la curva di Phillips è una relazione stimata molti anni fa da un economista inglese (Phillips) che, con i dati della prima metà del XX secolo per l’economia inglese, credeva di avere scoperto la possibilità di uno scambio tra disoccupazione e inflazione. I dati di Phillips sembravano cioè dimostrare che accettando un po’ di inflazione i politici potevano ottenere una minore disoccupazione, semplicemente allentando i cordoni della borsa della spesa pubblica. Dalla fine degli anni Sessanta in poi, però, l’esistenza di questa relazione è stata messa in dubbio da Milton Friedman che su questo punto vinse il premio Nobel e si guadagnò il consenso della maggior parte della professione economica. Per questo nei corsi di macroeconomia di solito si spiega che il guadagno di minor disoccupazione al costo di più alta inflazione implicato dalla curva di Phillips è, al più, temporaneo e che quindi non vale la pena che un governo faccia deficit e inflazione per far scendere per poco tempo la disoccupazione.
Tutto questo lungo (e verboso) discorso tecnico fu riassunto da Luigi Spaventa in poche parole efficaci, dicendo che molte volte i governi “Si fanno una botta di vita sulla curva di Phillips”. Otto parole invece di otto righe. Anche per questo ci mancherà.

Luigi, uomo di profonda cultura
di Richard Portes
Luigi Spaventa è morto il 6 gennaio dopo una lunga malattia. La sua biografia mostra come Luigi integrò una eminente carriera accademica con il servizio pubblico ai più alti livelli. Personalmente posso testimoniare la sua eccezionale capacità di intuito economico. I suoi interessi intellettuali erano profondi e vasti, da uomo di grande cultura. Era un buon amico e ci mancherà moltissimo.

 

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Il Punto

  1. stefano

    Scusate se mi permetto di scrivere ma è solo per raccontare un piccolo anedotto. Avevo letto diversi suoi lavori in precedenza ma potei incontrarlo di persona solamente in occasione di un seminario da lui tenuto ad Alma Graduate School a Bologna. Mi impressionò la sua capacità di sintetizzare concetti con una chiarezza espositiva che raramente avevo ravvisato in precedenza. Perdonate la banalità ma quando mi fermai a parlare con lui rimasi colpito dalla sua minutezza fisica. Mi fu palese che un grande carisma riesce a rendere “grande” un uomo al di la’ del suo aspetto esteriore. Grazie davvero Prof. Spaventa

  2. Carlo Riccini

    Al di là degli evidenti meriti accademici, politici e civici, lo ricordo da studente come un Professore eccezionale: perfetto nelle spiegazioni, disponibile al confronto, mai in ritardo, a suo modo cordiale, al di là delle apparenze. Un giorno gli segnalammo un errore in un passaggio di una formula lunga tre lavagne. Il giorno dopo come prima cosa ritornò sul punto e “fece ammenda”: lui era appena tornato dall’esperienza di Ministro e noi eravamo studenti del secondo anno, anche un po’ petulanti a dirla tutta. Un esempio – banale – della sue qualità di uomo e di docente, che ci colpì moltissimo. Sono sicuro che come Professore abbia avuto una forte influenza sulla vita dei suoi studenti e certamente sulla mia. E’ stato per me un grande onore conoscerlo.

  3. Alessandro Vinci

    Luigi Spaventa è stato un mio professore di Economia Politica durante gli studi universitari, nonché il presidente della commissione durante la laurea.
    Ho un ottimo ricordo del prof. Spaventa per la chiarezza delle lezioni, l’equità nei giudizi e l’integrità morale che sapeva trasmettere. I suoi insegnamenti hanno contribuito molto alla mia formazione e crescita. Grazie.

  4. Ho avuto l’occasione di seguire, durante i miei studi universitari in Bocconi, nella seconda metà degli anni ’80, alcune lezioni del Prof. Spaventa sulla sostenibilità del debito pubblico: ancora me le ricordo! In particolare per la chiarezza dell’esposizione, sia comunicativa che formale: ricordo che, in quella occasione, scoprii di avere una lieve miopia, non vedendo chiaramente, a volte, gli estremi di integrazione degli integrali che il Prof. Spaventa scriveva alla lavagna! Grazie Professor Spaventa.

  5. Marco Boleo

    Di ricordi del prof. Luigi Spaventa ne ho molti. Per brevità vi parlerò solo di due, relativi al periodo della frequenza del suo corso di Economia II presso la Facoltà di Scienze statistiche ed economiche de La Sapienza. Gli angusti spazi del Dipartimento di Scienze economiche in via Nomentana n. 41 imponevano a noi studenti quando ci trovavamo a parlare dei professori di usare dei nickname. Spaventa veniva da noi chiamato Ignazio. Mi riconosco nei giudizi sulla sua figura di uomo e di docente già espressi da chi mi ha preceduto. Chiaro nelle spiegazioni, dove venivano eseguiti tutti i passaggi, e puntuale nei riferimenti alle economie reali. A proposito di curva di Phillips ricordo che uno di noi trovò un errore nella formulazione contenuta nel libro di testo (seconda o terza edizione del Dornbusch e Fischer) e lui ne fu molto felice. Un giorno entrando nel dipartimento in compagnia del professore Michael Albert, mentre intratteneva la discussione in tedesco, trovò l’usciere di origini abruzzesi nella sua postazione intento a pulire una bacinella di cicorie. Vi lascio immaginare la sua faccia. Non me ne vogliano i suoi colleghi del tempo ma il prof. Spaventa col suo modo di essere e di fare era almeno una spanna al di sopra degli altri.

  6. Nel 1994 con un gruppo di amici di un circolo di Milano ci mettemmo in testa di analizzare i programmi economici delle coalizioni in lizza nelle prime elezioni della seconda repubblica. Il documento finale metteva in luce le incoerenze e l’insostenibilita’ del programma economico di Forza Italia. Erano critiche non ideologiche, puramente basate sulla teoria economica cosi’ come ce l’ insegnavano in universita’. Fummo molto fieri quando il prof. Spaventa, allora candidato per sua volonta’ nello stesso collegio di Berlusconi, parlò del nostro documento durante una trasmissione televisiva in prima serata. Conobbi personalmente il prof. Spaventa solo molti anni dopo, nel 2008 a Londra, e ancora una volta illustrò con grande lucidità i rischi per l’economia del programma economico Berlusconi-Tremonti. Non posso fare a meno di notare che quasi tutte le persone che condivisero con me quell’esperienza, con le speranze e le delusioni dei grandi cambiamenti che avvennero nel 1994, oggi vivono all’estero. Penso che per molti di noi il prof. Spaventa resti un grande esempio dell’Italia migliore, di quella che vorremmo.

  7. franco

    Caro Paolo, molto bello il tuo ricordo; anche io ho studiato in Bocconi negli anni ’80; ti faccio tanti auguri di buon anno

  8. Piero

    Peccato che i consigli di Spaventa non sono stati seguiti dai nostri politici i oggi e di allora, e’ stato molto critico sul l’adozione dell’euro nelle modalità attuali, in presenza di squilibri economici dei singoli stati e senza un bilancio federale; oggi i fatti gli danno ragione, Spaventa deve essere ricordato anche per questo e forse ancora oggi possiamo seguire i suoi consigli.

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