Dopo una lunga campagna referendaria che del caratteristico aplomb inglese ha avuto ben poco, il verdetto è e arrivato: 52 per cento per il Leave, 48 per il Remain.
I sondaggi sono stati ballerini: nelle ultime settimane una moderata inversione di tendenza verso il Leave, poi – nei giorni della vigilia – un’indicazione apparentemente forte di Remain, alla quale tutte le borse internazionali hanno creduto con rialzi ottimistici. Brindisi troppo frettolosi perché il risveglio venerdì 24 giugno è stato traumatico. I sudditi di sua Maestà hanno votato più con il cuore e la pancia che con la testa, preferendo tagliare i ponti con un’Unione, percepita come distante e burocratica. Ieri il Daily Mirror titolava “Don’t take a leap into the dark”, non fate un salto nel buio. Il salto c’è stato, e adesso arriveranno le conseguenze. Per il Regno Unito e l’Europa intera.
Nel primo grafico sono rappresentati i risultati dei sondaggi registrati giorno per giorno (per i giorni in cui sono stati svolti più sondaggi, viene fatta una media).
Nel secondo grafico è rappresentata la media mobile a cinque periodi dei singoli sondaggi. Per delineare il trend elettorale, per “ripulirlo” quindi dalle possibili distorsioni causate dai singoli sondaggi (che portano sempre con sé un certo margine di errore), per ogni giorno viene fatta la media degli ultimi cinque sondaggi, rappresentata nel grafico.
Fonte: Financial Times
Pagina aggiornata al 24/06/2016
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