Il ministro Tremonti ha riproposto all’Ecofin di introdurre l’Euro di carta come misura per contrastare l’inflazione in Italia. Ma la BCE è perplessa. A ragione. Sull’argomento riproponiamo un contributo di Luigi Guiso di più di un anno fa, quando l’idea dell’euro di carta fu lanciata.

Il governo reitera nuove teorie dell’inflazione e conseguenti strumenti.  Accanto alla consolidata teoria quantitativa della moneta e dell’inflazione di cui narrano i manuali di economia, in quersti giorni ha fatto capolino una nuova teoria, coniata, a quanto risulta, durante una pedalata da Umberto Bossi e Giulio Tremonti: la teoria “qualitativa” della moneta. La teoria quantitativa sostiene che il livello dei prezzi è proporzionale alla quantità di moneta in circolazione e il tasso di inflazione uguale a quello dell’offerta di moneta (al netto della crescita della produttività) e raccomanda di ridurre la crescita monetaria per ridurre l’inflazione. La teoria qualitativa asserisce che il livello dei prezzi dipende anche dal materiale di cui sono fatte le monete: se di carta – a parità di quantità di moneta – il livello dei prezzi sarebbe più basso. Di qui la proposta formulata dal Ministro Tremonti: sostituiamo le monete metalliche da 50 centesimi, 1 e 2 euro con banconote di uguale valore e così avremo prezzi più bassi e tutti ci sentiremo più ricchi (con la stessa quantità di moneta potremo acquistare più beni).

Nostalgia del passato?

Ma ogni teoria che si rispetti (e conseguente proposta pratica basata su di essa ) deve superare dei test minimi. L’inflazione era più elevata quando le mille lire erano di carta. Questo getta l’ombra del dubbio sulla neonata teoria qualitativa. Inoltre, se il materiale con cui si coniano le monete ha questo potere chi ci assicura che la carta non sia ancora peggio? Perché non il silice e tornare quindi alle conchiglie, o il tabacco come durante la guerra di secessione americana? Oppure l’oro, caro anche ai teorici della teoria quantitativa. Ma questi ultimi avevano un buon argomento per proporlo: è più difficile da produrre in abbondanza (creando inflazione) delle banconote, che essendo appunto di carta possono essere stampate in gran quantità. Nostalgia del passato?

Leggi anche:  All’economia europea serve più del taglio dei tassi

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Per l'euro digitale il percorso è ancora lungo