L’Italia è maglia nera nel rispetto della legislazione comune europea, in un poco edificante testa a testa con la Grecia. Ragioni politiche e giuridiche sono alla base delle infrazioni. Ma alcuni segnali indicano un’inversione di tendenza.

Dall’analisi delle statistiche fornite dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea si apprende che l’Italia riconquista il poco invidiabile primato di Stato membro col maggior numero di ricorsi per inadempimento a suo carico. (1) Con sette ricorsi promossi davanti all’Alta Corte di Lussemburgo, anche nel 2011 l’Italia si guadagna il primo posto in coabitazione con Belgio, Spagna, Francia e Polonia. Eppure, soltanto l’anno precedente si era ben comportata, visti i “soli” sei ricorsi per inadempimento al cospetto dei quattordici della Grecia. A ben vedere, laGrecia è lo Stato membro che negli ultimi anni ha più insistentemente contestato il primato al nostro paese, e ciò non sembra granché beneaugurante.

PRIMATI POCO GLORIOSI

La situazione peraltro si complica se si considera la statistica concernente le sentenze di condanna per inadempimento. In questo caso, l’Italia è prima in assoluto. E così, disegnando un ideale e ben poco glorioso podio degli stati membri meno ligi al rispetto della legislazione comune, l’Italia, è dietro solo alla Grecia e davanti a Portogallo, quanto a numero di ricorsi per inadempimento, mentre è prima per numero di sentenze di condanna subite, seguita da Spagna e Grecia. E forse non è un caso che i paesi meno ligi al rispetto della legislazione comune siano anche quelli che, in questa congiuntura economica negativa, sperimentano le maggiori difficoltà. La disciplina di bilancio va a braccetto con la disciplina normativa? I dati sembrano davvero suggerire di sì.
Allargando anzi lo sguardo fino a ricomprendere i dati dagli anni Cinquanta in poi, risulta evidente come l’Italia – prima per distacco col 17 per cento di ricorsi per inadempimento a suo carico sul totale, davanti a Francia e Grecia ferme, rispettivamente, all’11 e al 10 per cento – sia senz’altro meritevole della maglia nera, con l’aggravante di essere paese fondatore di un’istituzione i cui principi sono stati definiti in gran parte nei Trattati Cee ed Euratom firmati proprio a Roma nel 1957.
È appena il caso di ricordare che la rigidità della Costituzione italiana e una certa iniziale giurisprudenza hanno inciso sull’evoluzione del contenzioso con l’UE, almeno fino a quando la Corte costituzionale nel 1984 non ha stabilito il primato e la diretta applicabilità della legislazione comunitaria.
Di conseguenza, se l’Italia commette ancora un numero relativamente elevato di violazioni della legislazione UE, la responsabilità è della politica, che legifera in maniera inappropriata o non legifera quando necessario. Una riprova è data dal fatto che la maggior parte dei ricorsi per inadempimento riguarda l’inosservanza di direttive, che rappresentano sostanzialmente l’unica forma di legislazione UE che richiede agli Stati membri una successiva attività normativa interna. Con alcuni casi, si pensi alla vicenda rifiuti in Campania [causa 297/08], che rappresentano davvero una cartina di tornasole di un certo atteggiamento dilatorio, inconcludente, costoso e irresponsabile nel gestire gli affari italiani ed europei.

Leggi anche:  Nasce il nuovo Patto di stabilità e crescita*

L’INVERSIONE DI TENDENZA

A suggerire un moderato ottimismo è il fatto che dalle statistiche emerge anche un’importante riduzione negli ultimi anni dei ricorsi. D’altra parte, l’inadempimento alle norme UE rappresenta un altro spread, piuttosto trascurato, che ci divide dagli Stati membri virtuosi e la necessità di continuare nell’inversione di tendenza dovrebbe essere avvertita non soltanto al fine di ridurre contenziosi e relativi costi, ma soprattutto per riconquistare autorevolezza e cessare di figurare tra i pilastri malfermi della costruzione europea. Per questo, l’equilibrio di bilancio di cui tanto si parla è condizione necessaria, ma non sufficiente.

(1) Corte di giustizia dell’Unione Europea. Relazione annuale 2011.

 

Tabella 1. Ricorsi per inadempimento di uno Stato (2007-2011)

               

2007 2008 2009 2010 2011 Totale
Belgio 10 17 13 11 7

58

Bulgaria

Repubblica Ceca 6 6 4 2 5

23

Danimarca 1 3

4

Germania 15 10 5 7

37

Estonia 2 5 7 1

15

Irlanda 10 10 6 4 4

34

Grecia 26 19 12 14 4

75

Spagna 21 21 11 8 7

68

Francia 14 15 8 9 7

53

Italia 23 17 16 6 7

69

Cipro 1 2 3 1 1

8

Lettonia

Lituania 1 1

2

Lussemburgo 20 15 5 8 2

50

Ungheria 2 3 1 3

9

Malta 3 5 3 1

12

Paesi Bassi 8 4 5 5 4

26

Austria 6 10 7 10 2

35

Polonia 7 10 11 9 7

44

Portogallo 23 14 17 10 3

67

Romania 1

1

Slovenia 1 1 3 1

6

Slovacchia 1 1 2 3 1

8

Finlandia 2 5 1 2 2

12

Svezia 10 6 1 4 2

23

Regno Unito 2 13 5 1 2

23

TOTALE 212 207 142 128 73  

Fonte: Corte di giustizia dell’Unione Europea. Relazione annuale 2011.

Grafico 1. Ricorsi per inadempimento di uno Stato (2007-2011)

festa1.1355163857

Tabella 2. Sentenze di condanna relative a ricorsi per inadempimento di uno Stato (2007-2011)

2007 2008 2009 2010 2011 Totale stato membro
Belgio 9 7 15 6 9

46

Bulgaria

Repubblica Ceca 6 2 1 4

13

Danimarca 3 1

4

Germania 7 3 6 4 5

25

Estonia 1 1

2

Irlanda 7 4 7 4 3

25

Grecia 10 8 22 7 4

51

Spagna 13 15 11 10 7

56

Francia 7 9 6 8 6

36

Italia 23 14 11 10 8

66

Cipro

Lettonia

Lituania 1 1

2

Lussemburgo 12 12 7 2 5

38

Ungheria 1

1

Malta 1 2 1

4

Paesi Bassi 3 3 3 2 1

12

Austria 6 3 6 5 6

26

Polonia 2 5 4 5

16

Portogallo 9 6 7 7 8

37

Romania

Slovenia 1 1 1

3

Slovacchia 1 1 1 1

4

Finlandia 3 1 7 2 1

14

Svezia 5 2 7 2 1

17

Regno Unito 2 1 8 3

14

TOTALE 127 94 133 83 72  
Leggi anche:  Il rischio di un Patto ancora più rigido

Fonte: Corte di giustizia dell’Unione Europea. Relazione annuale 2011.

Grafico 2. Sentenze di condanna relative a ricorsi per inadempimento di uno Stato (2007-2011)

festa2.1355163858

Corte di giustizia dell’Unione Europea. Relazione annuale 2011.

Tabella 3. Ricorsi per inadempimento di uno Stato (1952-2011)

Stato Membro

1952-2011

Belgio

371

Bulgaria

Repubblica Ceca

27

Danimarca

38

Germania

265

Estonia

18

Irlanda

200

Grecia

383

Spagna

234

Francia

405

Italia

628

Cipro

8

Lettonia

Lituania

2

Lussemburgo

260

Ungheria

9

Malta

14

Paesi Bassi

143

Austria

133

Polonia

47

Portogallo

185

Romania

1

Slovenia

6

Slovacchia

10

Finlandia

52

Svezia

52

Regno Unito

131

TOTALE

3622

Fonte: Corte di giustizia dell’Unione Europea. Relazione annuale 2011.

Grafico 3. Ricorsi per inadempimento di uno Stato (1952-2011)

festa3.1355163859

Fonte: Corte di giustizia dell’Unione Europea. Relazione annuale 2011.


Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Agricoltori e cordoni della borsa pubblica*