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Non è un paese per professionisti*

In Italia, la percentuale di manager e alte professionalità è più bassa rispetto ai grandi paesi europei, in particolare per le donne. Dipende dalla nostra particolare struttura produttiva, sbilanciata verso comparti che meno richiedono queste figure.

Tre parole chiave per l’innovazione

Chiarezza, velocità e competizione sono i fattori che devono caratterizzare gli strumenti di promozione e sostegno ai processi di innovazione delle imprese. La base per definire politiche che incidano sulle dinamiche di crescita e sviluppo del paese.

Dottorati industriali per lavorare nell’industria 4.0

Come reagire ai cambiamenti determinati nel lavoro dalle nuove tecnologie? La formazione teorica non basta più. Occorre invece “imparare facendo”, attraverso il coinvolgimento di università, imprese e governo. E lo strumento è il dottorato industriale.

Con Industria 4.0 il distretto si rinnova

I distretti industriali sono oggi profondamente diversi da quelli di un tempo, con il ruolo delle imprese leader che è diventato fondamentale. Industria 4.0 spinge a ulteriori trasformazioni e richiede più forti interazioni con i grandi centri urbani.

Industria 4.0: incentivi sì, ma solo all’innovazione

La legge di bilancio conferma gli incentivi per investimenti in attività innovative, ma anche quelli sui macchinari tradizionali. Positivi invece il potenziamento degli istituti tecnici superiori e il credito d’imposta per le spese in formazione 4.0.

Il Punto

Nello sconcertante rimpallo di responsabilità tra Bankitalia e Consob su chi non ha vigilato sulle banche, in mezzo rimangono i risparmiatori con il cerino acceso in mano. Al netto di tutto c’è la tutela del risparmio da ridisegnare.
Mentre le previsioni della Commissione europea vedono la crescita italiana al traino di quella Ue per i prossimi due anni, nella finanziaria gli incentivi per le imprese che rientrano nel programma Industria 4.0 sono rafforzati. Ci sarebbe da azzerare il sostegno agli investimenti ordinari e concentrare tutto su quelli innovativi. Compresi quelli in formazione all’uso delle nuove tecnologie.
Anche quest’anno la riduzione di tasse inclusa nella manovra di bilancio consiste soprattutto nel disattivare parzialmente gli aumenti automatici delle imposte indirette previsti come salvaguardie contro i rischi di sforamento dei conti. Al prossimo Parlamento l’onere di interventi più strutturali sul fisco, specie sull’Iva. Sempre in tema di bilancio 2018, c’è da capire come gli statali beneficeranno dell’aumento di 85 euro al mese previsto nella legge. I conti vanno fatti con il nuovo regime del bonus da 80 euro per i dipendenti con salari fino a 26.600 euro annui. Ne viene fuori un quadro pieno di storture che sarebbe bene ridisegnare.
Ospitiamo un intervento di Claudio De Vincenti, ministro della Coesione territoriale che spiega come nel Mezzogiorno, sia ora lo stato a riprendersi dalle regioni le politiche per sviluppare nuove imprese e rafforzare quelle esistenti. Strumenti? Patti territoriali, masterplan, zone economiche speciali. Certo che al Sud, come indica l’ultimo Rapporto Svimez, a fianco di segnali positivi su occupazione e capacità di alcune imprese di agganciare la ripresa, mancano ancora un terzo del Pil locale e 200 mila occupati.
I paradise papers confermano che nei paradisi fiscali vanno ricchi e famosi per evadere il fisco, potenti che vogliono anzitutto occultare il patrimonio, imprese che li usano per operazioni inconfessabili. Sullo sfondo si sprecano ipocrite dichiarazioni pubbliche per la trasparenza. L’Ocse dovrebbe passare a maniere più spicce.

Lavoro, il domani che verrà

La sostituibilità tra uomo e macchine ha raggiunto livelli prima impensabili. È difficile dire quali saranno gli effetti complessivi. Ma per affrontare questi grandi cambiamenti è necessario creare un sistema diffuso di istruzione di qualità.

Che fare se l’automazione porta alla scomparsa il lavoro

La quarta rivoluzione industriale rischia di creare una netta divisione nel mercato del lavoro: i privilegiati e i precari. Fioccano perciò le proposte per attenuarne gli effetti. Ma conviene concentrarsi su misure attive di prevenzione o compensazione.

Il Punto

Il neo-presidente Trump accusa la Cina di manipolare il cambio delle valute. Sbaglia. Il relativo deprezzamento dello yuan rispetto al dollaro non è frutto delle politiche di Pechino. Deriva piuttosto dal ruolo di assicuratore dei portafogli mondiali svolto dalla moneta Usa.
Risorge la Sen, Strategia energetica nazionale, rimasta quasi lettera morta dal 2013 e adesso in parte superata. Giusto riproporla, tenendo conto di vari elementi di novità: il proliferare di imprese private nel settore, i vincoli europei, l’altalena dei prezzi, lo sviluppo tecnologico.
Con l’Italicum si può votare subito, dice la Consulta che boccia il ballottaggio e mantiene il premio di maggioranza per chi prende almeno il 40 per cento dei voti. Problemino: la coesistenza tra il Consultellum così disegnato per la Camera e il proporzionale senza premio di maggioranza vigente al Senato.
Le polemiche sui rifugiati offuscano i numeri veri dell’immigrazione in Italia. I profughi sono 175 mila mentre gli stranieri regolari sono 5 milioni. Il saldo tra quanto beneficiano dal welfare e quanto pagano di tasse è positivo, per le casse dello stato, tra 1,8 e 2,2 miliardi di euro. Ma in Tv si sente dire che approfittano di noi.
A lungo è prevalsa la convinzione che il made in Italy a basso contenuto tecnologico bastasse a garantire benessere. Così ci ritroviamo un’industria manifatturiera in affanno rispetto al resto dell’Europa. Diventa cruciale recuperare il divario tecnologico, specie per le Pmi. Il programma Industria 4.0 cerca di farlo.
La rigida applicazione del patto di stabilità interno ha portato gli enti locali a tagliare drasticamente gli investimenti (-17 miliardi rispetto al 2009). Ora le varie iniziative legislative del passato governo danno maggiori spazi di azione, ma finanziare il necessario rilancio delle spese in conto capitale rimane difficile.

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Industria 4.0: la chiave è investire sulle competenze

Gli attuali livelli di benessere del nostro paese non sembrano più compatibili con la struttura della nostra manifattura. Almeno a giudicare dal confronto con gli altri stati europei. L’unica via di uscita è recuperare il divario di competenze tecnologiche cogliendo le opportunità di industria 4.0.

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