E’ condivisibile la scelta di ridurre il cuneo fiscale per la parte che compete alle imprese attraverso un intervento sull’Irap. Che può essere letto non come una semplice agevolazione, ma come una norma di sistema. E la sua articolazione è funzionale agli obiettivi perseguiti. Gli elementi critici sono dettati dall’impellenza dei vincoli di gettito e riguardano l’esclusione di importanti settori dell’economia, oltre alla complessità dei meccanismi opzionali previsti, che rendono il disegno e i suoi effetti meno trasparenti.

La Finanziaria per il 2007 contiene l’atteso intervento di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, cioè del divario fra il costo del lavoro sostenuto dall’impresa e la retribuzione netta per il lavoratore. Quali sono gli obiettivi a cui si è data priorità nell’intervento? Con quali benefici per le imprese e quali costi sul bilancio pubblico?
Secondo le indicazioni del governo, l’intervento è a favore delle imprese per il 60 per cento del suo ammontare, e dei lavoratori per il restante 40 per cento. Per i lavoratori, come sottolinea anche la Relazione previsionale e programmatica, la riduzione del cuneo “viene realizzata nell’ambito di un più ampio intervento di riforma dell’Irpef che interessa non solo i lavoratori dipendenti ma tutti i contribuenti (…)”, con effetti redistributivi complessivi a favore delle classi di reddito più basse.
In questo contributo cerchiamo di capire cosa succede per i datori di lavoro.

Le misure a favore delle imprese

La riduzione del cuneo fiscale di cui beneficeranno i datori di lavoro avviene tutta sul fronte dell’Irap, la cui base imponibile include il costo del lavoro. Due sono gli interventi previsti:
  a) la deduzione dalla base imponibile Irap della parte di costo del lavoro rappresentata dai contributi previdenziali e assistenziali;
  b) una deduzione fissa, sempre dalla base imponibile Irap, di 5mila euro annui per lavoratore, elevata a 10mila euro per le regioni del Mezzogiorno e Isole (nell’ambito degli importi minimi previsti per gli aiuti di Stato comunitari).
Entrambe le agevolazioni spettano solo con riferimento ai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. È settoriale: non ne godono banche, altri enti finanziari, assicurazioni e i settori regolati dei servizi di pubblica utilità (energia, acqua, trasporti eccetera). È quindi necessaria una apposita autorizzazione in ambito comunitario.

L’opzione rispetto agli incentivi esistenti

Negli ultimi anni sono stati frequenti gli interventi agevolativi che hanno riguardato l’Irap, con finalità varie, quali il sostegno alle piccole imprese, alla loro crescita, all’occupazione e agli investimenti in ricerca e sviluppo. Si è quindi posto un problema di coordinamento fra le nuove e le vecchie agevolazioni. La via scelta è stata quella di lasciare al contribuente l’opzione fra le nuove agevolazioni e alcune di quelle vigenti, con analoga valenza:
  a) la deduzione di 8mila euro, riconosciuta alle imprese la cui base imponibile non supera i 181mila euro;
  b) la deduzione, per un importo pari a 20mila euro all’anno, per ogni nuovo dipendente a tempo indeterminato assunto entro il 2008. Per le aree svantaggiate la deduzione è ampliata a 100mila euro per il Sud, e 60mila euro per il Centro Nord. E la Finanziaria propone di accrescerla ulteriormente, per le medesime aree, con riferimento alle lavoratrici donne rientranti nella definizione di lavoratore svantaggiato previsto dai regolamenti Ce, rispettivamente a 140mila euro per il Sud, e 100mila euro per il Centro Nord.

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La scelta dello strumento

La scelta di ridurre il cuneo fiscale agendo sulla base imponibile dell’Irap può essere guardata con favore per due ragioni. Da un lato, perché è preferibile a un intervento sui contributi previdenziali e assicurativi, la cui riduzione avrebbe comportato una revisione dei programmi di spesa a essi associati o un indebito trasferimento dei costi di questi programmi alla fiscalità generale.
Dall’altro, perché l’esclusione dei contributi dalla base imponibile dell’Irap ha altri vantaggi: razionalizza la base imponibile dell’Irap, evitando che l’imposta colpisca anche contributi obbligatori per legge e riporta su un piano di maggiore neutralità il trattamento relativo del lavoro e del capitale (che rientra nella base imponibile al netto degli ammortamenti). Ciò fa dell’intervento proposto, non già una semplice agevolazione, quanto una norma di sistema. Se lo si legge in questo modo, l’esclusione di alcuni importanti settori economici solleva qualche perplessità.

Gli obiettivi perseguiti

Le modalità scelte per il taglio al cuneo fiscale ne rendono espliciti gli obiettivi.
1. Poiché le agevolazioni riguardano esclusivamente i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, si persegue lo scopo di incoraggiare l’impiego di tali lavoratori, riducendo la convenienza relativa del lavoro precario, per il quale, al contrario, il cuneo fiscale aumenta a causa dell’innalzamento degli oneri contributivi al 23 per cento.
2. Prevedendo l’esclusione di banche, assicurazioni e public utilities, si cerca di concentrare l’intervento sulle imprese maggiormente esposte alla concorrenza internazionale, ma soprattutto si limitano le perdite di gettito.
3. La deduzione in quota fissa, differenziata territorialmente, rende l’agevolazione più marcata per le fasce retributive più basse e per il Mezzogiorno e le Isole. Si persegue quindi l’obiettivo di favorire l’occupazione al Sud (dove si può ritenere che il gap fra costo del lavoro e produttività possa disincentivare le assunzioni o favorire il sommerso) e di sostenere i livelli salariali delle fasce più deboli al Nord, e cioè nelle zone in cui è più forte la pressione competitiva.

Quanto pesa la riduzione del cuneo?

A titolo di esempio, la tabella 1 calcola la riduzione del costo del lavoro introdotta dalla norma in esame per due lavoratori con retribuzione lorda rispettivamente di 15 e 30mila euro. Ne emerge con chiarezza che la riduzione del cuneo è significativamente differenziata sia territorialmente che per livello di retribuzione. Al Nord, è pari a circa 1,5 punti del costo del lavoro (circa 2,8 della retribuzione lorda) per la retribuzione di 15mila euro e 1,1 (2,1 se rapportato alla retribuzione) per quella di 30mila euro. Al Sud raggiunge i 2,3 punti del costo del lavoro (circa 4,2 della retribuzione lorda) per la retribuzione di 15mila euro e 1,5 (2,2 se rapportato alla retribuzione) per quella di 30mila euro. Il vantaggio è più contenuto per quelle imprese che, optando per le nuove, perdono le vecchie agevolazioni (alcune delle quali erano comunque temporanee)

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Il costo per il bilancio dello Stato

La quantificazione del costo della riduzione del cuneo per le imprese è riportata, seppure con un dettaglio insufficiente a renderne possibile un’analisi critica, nella relazione tecnica al disegno di legge Finanziaria.
Nel 2007 costerà 2,45 miliardi, che saliranno a 4,41 nel 2008 e 4,68 nel 2009. L’entrata a regime della misura è infatti scaglionata nel tempo, sia per ragioni di gettito, sia per la necessità di attendere, ove richiesto, il via libera dalla autorità europee. Le deduzioni richiamate spettano per metà del loro importo dal mese di febbraio e per il loro intero ammontare a partire da luglio.
Nel complesso, le modalità con cui la misura di riduzione del cuneo è stata disegnata appaiono condivisibili, sia per quanto riguarda la scelta dello strumento, che la funzionalità della sua articolazione agli obiettivi perseguiti, anche se non ci si deve illudere che uno sgravio fiscale possa agire da toccasana per i problemi dello sviluppo del paese. Gli elementi critici principali sono dettati dall’impellenza dei vincoli di gettito e riguardano l’esclusione di importanti settori dell’economia, e la complessità dei meccanismi opzionali messi in atto, che rendono il disegno e i suoi effetti sulle imprese e sul gettito meno trasparenti.

 

Tabella 1. La riduzione del cuneo sulle imprese

Normativa vigente

Retribuzione lorda

15000

30000

Oneri sociali

4812

9624

Irap

842,01

1684,02

Costo del lavoro

20654,01

41308,02

Cuneo in % costo del lavoro

0,274

0,274

Cuneo in % retribuzione lorda

0,377

0,377

Ddl Finanziaria 2007

Retribuzione lorda

15000

30000

Oneri sociali

4812

9624

Irap

425

1062,5

Costo del lavoro

20237

40686,5

Cuneo in % costo del lavoro

0,259

0,263

Cuneo in % retribuzione lorda

0,349

0,356

Ddl Finanziaria 2007
con agevolazione territoriale

Retribuzione lorda

15000

30000

Oneri sociali

4812

9624

Irap

212,5

850

Costo del lavoro

20024,5

40474

Cuneo in % costo del lavoro

0,251

0,259

Cuneo in % retribuzione lorda

0,335

0,349

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