A seguito della pubblicazione dell’articolo di Roberto Perotti “Piemonte e Veneto, così si esagera”, del 6 dicembre scorso, le chiedo di voler pubblicare le seguenti precisazioni, limitatamente alla situazione della Regione Piemonte.
Non risponde al vero che i consiglieri regionali non abbiano avuto una netta riduzione dell’indennità percepita a seguito delle modifiche legislative introdotte a fine 2012 e valide dal 1 gennaio 2013. I calcoli dell’economista Roberto Perotti  sono inesatti e scorretti. Infatti, nella tabella da voi pubblicata viene indicato il valore di 2.402 euro di rimborso forfettario medio per ogni consigliere. Questo dato è palesemente sbagliato, e lo si può dimostrare facilmente. Con la precedente normativa un consigliere percepiva otto “gettoni” fissi (per 122 euro ciascuno), ai quali si devono aggiungere, mediamente, altri diciassette gettoni di pari importo per aula e commissioni. Inoltre, aveva diritto a una indennità forfetaria per 3.000 km al mese, con un rimborso di circa 50 centesimi a km. Un consigliere residente nel capoluogo percepiva complessivamente rimborsi per 4.552 euro. Per un consigliere residente fuori Torino il calcolo è più complesso (dipende dalla località di residenza), ma considerando che la media della distanza dalla residenza al capoluogo è di circa 95 km, si deve calcolare un ulteriore rimborso di 190 km (andata e ritorno), per diciassette giorni al mese, oltre agli otto forfetari, per complessivi 2.375 euro. Di conseguenza il rimborso medio percepito per un consigliere non residente a Torino era mediamente, con la precedente normativa, di 6.927 euro. Questi calcoli dimostrano come l’analisi del professor Perotti sia partita da un presupposto completamente sbagliato, stimando una cifra molto più bassa, per arrivare ad altrettanto erronee conclusioni, spero in buona fede, ovvero che non ci sono stati tagli.
Questi invece i dati esatti al centesimo dei costi dell’indennità di carica per il Consiglio regionale. Nel 2010 la cifra era 12.243.444,58 pari a 17.004,78 mensili per consigliere di media; nel 2011 è stata (per effetto di una prima riduzione) di 11.338.056,27, pari a 15.747,30 per consigliere di media; nel 2012 è stata di 11.391.126,87, pari a 15.821,14 per consigliere di media; nel 2013 è di 9.267.500,00 per consigliere pari a 12.261,52 per consigliere di media. Nel complesso, quindi, la minore spesa annua per il Consiglio è di circa 3 milioni di euro, pari a un quarto della somma iniziale: se questo non è un risparmio! A partire da questi provvedimenti, si può senz’altro stimare che entro la fine della presente legislatura il risparmio complessivo sia di 7 milioni di euro.
Quanto alla decisione di indicare in 4.500 euro il rimborso forfetario mensile, questa cifra deriva da una precisa indicazione della Conferenza dei presidenti delle Assemblee regionali, indicazione alla quale si sono attenute quindici Regioni, mentre altre, sempre nell’ambito del limite massimo del costo per consigliere di 11.100 euro, hanno deciso cifre anche superiori e, in un caso, se non ricordo male l’Emilia Romagna, inferiore.
Un ulteriore errore si deve rilevare nell’analisi del professor Perotti e riguarda il vitalizio che, è stato abolito del tutto dalla X legislatura, e non verrà quindi sostituito con altra forma previdenziale.
Inoltre, sulla tabella riportata, le cifre di indennità di fine mandato relativamente a questa legislatura sono un’altra volta del tutto infondate, in quanto calcolate per due mensilità ogni anno di servizio nell’attuale legislatura, mentre con legge regionale già nel luglio 2010 e con vigenza da questa legislatura, l’indennità di fine mandato sarà riconosciuta nella misura di un mese per ogni anno di servizio. Quindi esattamente la metà di quanto indicato nella tabella del professor Perotti.
Si aggiunga ancora che, per quanto riguarda le somme messe a disposizione dei Gruppi consigliari per il funzionamento, siamo passati da 2.015.473,10 euro del 2010 (pari a 33.591 euro a consigliere), a 1.837.445,00 euro del 2011 (pari a 30.634 euro a consigliere), a 1.856.942,47 del 2012 (pari a 30.949 a consigliere), a 511.957,82 del presente anno (pari a 8.532 a consigliere). In questo caso la riduzione dall’inizio della legislatura è stata del 74,6 per cento.
Il più grande economista del secolo scorso, Antonio de Curtis in arte Totò, ha detto che “è la somma che fa il totale”. E il totale, infatti, conferma che i risparmi ci sono stati, eccome.
Di fatto il bilancio del Consiglio regionale, comprensivo di tutte le spese di personale e funzionamento, dopo molti anni in cui era continuamente aumentato, passa da 74.009.453 del 2010 a 55.826.104 euro per il previsionale 2014 all’esame dell’aula, con una riduzione del 24,57 per cento, e nel 2015 scenderà al di sotto dei 50 milioni di euro, anche per effetto della riduzione, nella prossima legislatura, del numero dei consiglieri (da 60 a 50) e degli assessori (3-5 in meno).
Valerio Cattaneo
Presidente del Consiglio regionale
Leggi la risposta di Roberto Perotti: “La spesa rimane troppo alta

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