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Il buio si infittisce

Il decreto varato martedì dal Governo prevedeva la reintroduzione della tassazione in sede Irpef (al 50 per cento) delle rendite catastali degli immobili non locati e dava a imprese e professionisti la possibilità di dedurre il 50 per cento dell’Imu pagata sugli immobili strumentali dalle imposte sul reddito. Nel giro di tre giorni tutto è cambiato e, nella versione pubblicata ieri in Gazzetta ufficiale, non c’è nessuna di queste misure. Non c’è la deduzione per le imprese perché non c’è la copertura, che appunto doveva essere garantita dalla reintroduzione della tassazione in sede Irpef. Naturalmente, secondo il governo la colpa del pasticcio è tutta dei commentatori che si sono basati su “illazioni”, benché le illazioni fossero appunto la bozza del decreto approvato dal Consiglio dei Ministri.
Figuraccia e segnale preoccupante di improvvisazione da parte dell’esecutivo. Di più, errore economico, dato che questi due interventi erano probabilmente gli unici due difensibili dell’intero provvedimento. L’introduzione dell’Imu ha infatti colpito proporzionalmente di più le imprese dei contribuenti persone fisiche, appunto perché questi ultimi avevano goduto con l’Imu dell’esenzione totale delle rendite catastali dall’Irpef. Non tassare in sede Irpef gli immobili non locati e tassare invece gli affitti offre anche un incentivo in più a locare in nero (già l’80 per cento del totale, secondo le stime), e nella tradizione tributaria italiana il reddito presunto degli immobili è da sempre suscettibile di tassazione. Nell’assurdità di una riforma mal nata, e che non ha tenuto conto di ipotesi ragionevoli di compromesso, un’occasione perduta.
E su quello che succederà nel 2014, il buio si infittisce; il presidente del Consiglio nello spiegarlo pare avere riscoperto le “convergenze parallele” di Aldo Moro, non a caso ossimori prefiguratici del compromesso storico. Il gettito della nuova imposta sui servizi, infatti, sarà minore della somma di Tares e Imu, ma garantirà gli stessi spazi di azione fiscale autonoma ai comuni. La nuova imposta non è più sulla proprietà come l’Imu, ma i sindaci potranno scegliere la stessa base imponibile dell’Imu, che per l’appunto era una tassa sulla proprietà. E non è più un’imposta sulla proprietà, perché la pagano anche gli affittuari; solo che il ruolo di questi sarà comunque marginale, non superiore al 20 per cento, che è probabilmente meno di quanto gli affittuari già pagano per l’imposta sui rifiuti, che è parte della nuova imposta sui servizi. Eccetera.
Infine, nel decreto pubblicato ieri ha fatto capolino, l’ennesima clausola di salvaguardia. Se le fantasiose coperture trovate per abolire la prima rata dell’Imu 2013 (Iva sui pagamenti dei debiti della Pa e sanatoria del contenzioso sulle slot machines) non si rivelassero sufficienti, fra quattro mesi scatteranno aumenti automatici di Irap, Ires e accise.
Per scongiurare questa eventualità bisognerà ovviamente che questo governo sia in carica: è forse questo l’unico significato della salvaguardia, serve ad accordare lunga vita a un governo di natura e di mandato breve. Intendiamoci: c’è un vantaggio nella stabilità politica, soprattutto in un sistema politico scassato come il nostro e con la legge elettorale che ci ritroviamo. Ma di immobilismo e improvvisazione si muore.

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Il Punto

  1. marco parigi

    Non c’è dubbio sia tutto un pasticcio. Tuttavia, l’acronimo irpef significa: imposta sul reddito delle persone fisiche. Ora, se io ho, per ipotesi, una seconda casa in campagna o al mare, mi si tassi per i servizi – divisibili e non -, magari mi si tassi per la proprietà (patrimonio), ma tassarmi per un reddito che non esiste è assurdo. Tassare me perché si presume che altri in realtà affittino in nero si commenta da sé. Se poi le imprese sono state penalizzate di più, non è un gioco a chi viene stangato maggiormente: tassiamo loro meno, non di più altri!! Tra l’altro, visto lo stato del fisco italiano, non vedo cosa ci sia di tanto apprezzabile nella “tradizione tributaria italiana”, dove esiste persino l’Irap, mostro tutto nostrano. La prossima volta vorrei essere tassato sui dividendi 2013 non pagati – ma presunti – di una società di cui sono azionista. Mah..

  2. Antonino Di Lorenzo

    Vorrei sapere cosa intende per stabilità politica: spero non quella attuale perchè non c’è nessuna stabilità politica attualmente. Forse la si confonde col volere tranquillamente mantenere il suo posto. Mi ascolti: per stabilità politica si deve intendere come un governo che opera in perfetta armonia con la volontà popolare, che fa leggi e decreti che vanno verso il bene dei cittadini, che aiuta l’economia a ripartire e, infine, che non stressa continuamente con ipotesi di tassazioni.

  3. Antonino Di Lorenzo

    vorrei sapere cosa intende per stabilità politica:spero non quella attuale perchè non c’è nessuna stabilità politica attualmente.forse la si confonde col volere tranquillamente mantenere il proprio posto.mi ascolti:per stabilità politica si deve intendere come un governo che opera in perfetta armonia con la volontà popolare,che fa leggi e decreti che vanno verso il bene dei cittadini,che aiuta il rilancio dell’economia e,infine,che non stressa continuamente con avvisi di nuove tasse.

    • SID

      La storiella gira su internet
      “Una società italiana e una giapponese decisero di sfidarsi annualmente in una gara di canoa, con due equipaggi di otto uomini.
      Le rispettive squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della gara, entrambe erano al meglio della forma, ma i giapponesi vinsero con un vantaggio di oltre un chilometro.
      Dopo la sconfitta, il morale della squadra italiana era a terra. Il top management della società decise che l’anno successivo si sarebbe dovuto vincere e mise in piedi un gruppo di progetto per individuare il problema.
      Il gruppo di progetto scoprì, dopo mesi e molte analisi, che i giapponesi avevano sette uomini ai remi e uno che comandava, mentre la squadra italiana aveva un uomo che remava e sette che comandavano. In questa situazione di crisi, il management diede una chiara prova di capacità gestionale: ingaggiò immediatamente una società di consulenza per esaminare la struttura della squadra italiana. Dopo molti mesi di duro lavoro, gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadra c’erano troppe persone a comandare e
      troppo poche a remare. Con il supporto del rapporto degli esperti fu deciso di
      cambiare immediatamente la struttura della squadra italiana: ora ci sarebbero
      stati quattro comandanti, due supervisori dei comandanti, un capo dei
      supervisori e uno ai remi. Inoltre si introdusse una serie di punti per
      motivare il rematore: «Dobbiamo ampliare il suo ambito lavorativo e dargli più
      responsabilità». L’anno dopo i giapponesi vinsero con un vantaggio di due
      chilometri.
      La società italiana licenziò immediatamente il rematore a causa degli scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante ciò pagò un bonus al gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva dimostrato. La società di consulenza preparò una nuova analisi, dove si
      dimostrò che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione era
      buona, ma che il materiale usato doveva essere migliorato. Al momento la
      società italiana è impegnata a progettare una nuova canoa.
      Provate ora a sostituire le parole «società italiana» con «pubblica amministrazione italiana» e, credetemi, la barzelletta si trasformerà in una storia tremendamente seria.”

  4. paolo mario citarella

    continuo a domandarmi il perché di misure spesso contro logica. Spesso immagino che siano le lobby, i portatori dei grandi interessi (costruttori, professioni, mafie …) a dettare Legge … Quindi ottima come sempre l’iniziativa de la voce.info. Magari la si potesse “esportare” a livello locale, dove gli “amministratori” pubblici fanno disastri poco conosciuti ma altrettanto pesanti per il Paese.

  5. Jeriko

    Questo governo improvvisa perchè non ha una politica economica: le misure sono prese di volta in volta per “puntellare” la maggioranza. Questa situazione lascia ovviamente ampio margine ai veti incrociati ed alle richieste di parte.
    Manca una politica economica degna di questo nome: dove vogliamo essere fra 5anni? o 10? Questo non si vede e le misure prese sembrano fatte a fini esclusivamente elettorali.
    In ultimo mancano (almeno non sono facilmente reperibili) dati fondamentali; mi chiedo: se quando è arrivato Monti la situazione era deteruiorata al punto che erano a rischio i pagamenti di pensioni e stipendi (è stato detto in piu di una intervista), adesso la situazione qual’è?

  6. AM

    L’IRPEF sulle case sfitte (e in precedenza anche sulle prime case), che già esisteva prima che Monti introducesse l’IMU, era in realtà una piccola patrimoniale sugli immobili. Solo che per non spaventare gli italiani, sempre in tensione ogniqualvolta si parla di patrimoniale, si era fatto ricorso ad un mascheramento.

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