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Effetto realtà. Ma solo “effetto”

Presentando le “300 parole”  di Luigi Guiso “I guitti del giornalismo” dedicato al caso Barca-La Zanzara, lavoce.info si chiede: “Ma questa è informazione?”.  No, non lo è affatto e può addirittura rappresentare una pericolosissima deformazione della realtà (oltre a non essere eticamente commendevole, diciamolo pure!).
La situazione è terribilmente  e sottilmente insidiosa: la telefonata privata dà un “effetto di reale”, ma soltanto un “effetto” perché noi ascoltiamo o, meglio, origliamo una conversazione tra una persona che crede di parlare con un certo interlocutore e invece parla con un impostore. Siamo erroneamente portati a credere che quello che dice sia  assoluta verità (la situazione confidenziale accredita, indebitamente, questa impressione), sia per quanto riguarda le  valutazioni personali espresse (“non c’è un’idea, ecc.”) sia per quanto riguarda i fatti (pressioni, resistenze a pressioni, ecc.).
Dimentichiamo però quanto sia importante, nell’orientare le parole che vengono pronunciate, la funzione del destinatario delle parole stesse (vedi l’esempio che fa Guiso dell’ateo di fronte al moribondo con le  condivisibili riflessioni che seguono immediatamente):  i contenuti e i modi di espressione sono sempre profondamente influenzati dal destinatario del messaggio, destinatario sulle cui attese il messaggio è inevitabilmente costruito. Di conseguenza il messaggio può contenere verità, mezze verità, verità edulcorate, pezzi di verità, falsità (con ciò, naturalmente, per tornare al caso in questione, non voglio assolutamente dire e non ho gli elementi per dire che chi parla qui sia bugiardo).
Oltretutto la conversazione è completamente decontestualizzata, è cioè estrapolata da un contesto di contatti tra i due interlocutori che non ci viene minimamente dato di conoscere e questo non può che accrescere l’impossibilità di verifica.
Per concludere:
1) l’unica informazione vera che abbiamo è che questo signore che sta prendendo un taxi (e, se l’ha preso, complimenti alla discrezione del taxista!) dice delle cose a un interlocutore che finge di essere un altro;
2) tutto il resto non lo possiamo accertare e, nel caso, sarebbe sempre un piccolo frammento di verità;
3) i giornalisti di “gran calibro” si sono qualificati da soli;
4) contro gli insetti molesti meglio ricorrere alle armi chimiche.

Maria Luisa Delvigo

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  1. Piero

    Penso che stiamo toccando il fondo, Barca ha detto che Renzi è vuoto, ha detto che lui mette una patrimoniale, ha detto di De Benedetti, queste cose in pubblico non le avrebbe mai dette, ben venga la falsa telefonata, altrimenti questi falsi personaggi non sarebbero mai stati scovati, è stato eliminato un impostore da ministro all’economia.

  2. Luigi G

    Tutto più che giusto, mi sembra però prassi comune e diffusissima dare in pasto all’opinione pubblica telefonate e intercettazioni varie senza che vi siano mai state levate di scudi garantiste. In questa circostanza queste lezioni di civiltà giornalistica mi paiono troppo facili per essere credibili.

  3. Enrico

    Credo che il giornalismo debba inseguire i fatti e la realtà, cercando di farla emergere, anche con questi mezzucci. La notizia non è quello che ha detto Barca, ma quello che non ha detto (o meglio non avrebbe mai detto).

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