Scongiurato il pericolo razionamento, resta il problema del costo del gas. Va salvaguardata la competitività della nostra economia, perché fra sacrosante politiche ambientali e costi energetici, il rischio della deindustrializzazione definitiva è reale.
L’idea della settimana corta merita attenzione. Non bisogna però confondere i risultati di alcune sperimentazioni con una vera e propria valutazione. Anche perché alla riduzione dei giorni di lavoro si può arrivare in modi diversi con effetti diversi.
La proposta di riforma della governance economica della Commissione darebbe a questa il controllo sulla gestione dei debiti eccessivi, non garantendo la titolarità nazionale delle politiche economiche e sollevando questioni di legittimità democratica.
Sul contrasto dell’evasione, la legge delega sembra suggerire l’intenzione di agire in sostanziale continuità con le politiche degli ultimi anni, nonostante dichiarazioni del governo di segno opposto. Anche sul concordato preventivo non tutto è chiaro.
Il disegno di legge delega per la riforma del fisco, di cui proseguiamo l’analisi, sembra suggerire l’intenzione di procedere in sostanziale continuità con le politiche degli ultimi anni per quanto riguarda il contrasto dell’evasione. La discontinuità evocata da alcuni esponenti del governo potrebbe arrivare dal nuovo concordato preventivo. In Italia, la pressione contributiva è alta. Ma per ridurla c’è una sola strada: prolungare la durata della contribuzione, favorendo l’occupazione e aumentando l’età al pensionamento. Con il fallimento di Silicon Valley Bank sono diventati evidenti i problemi di stabilità finanziaria dovuti al rialzo dei tassi di interesse. Il pericolo che la Fed e le altre autorità monetarie ora devono evitare è il riaccendersi della dinamica delle insolvenze. Il petrolio svolge ancora un ruolo fondamentale nel mercato energetico mondiale. L’eccessiva dipendenza da questa fonte causa instabilità politica non solo nei paesi che producono il greggio, ma anche in quelli che lo importano. Se le politiche di contrasto e adattamento al cambiamento climatico mettono a rischio il posto di lavoro, è probabile che il consenso del singolo cittadino sia basso. Al contrario, chi svolge una professione “green” sarà più propenso ad appoggiarle. Per aumentare il sostegno alle misure ambientali serve allora una comunicazione chiara sulle strategie per affrontare gli effetti distributivi che ne derivano. I dati del Rapporto Inapp Plus rivelano che il Reddito di cittadinanza ha migliorato il benessere fisico e psicologico dei beneficiari, oltre alla situazione economica, aumentando la loro fiducia nelle prospettive future e nelle istituzioni. La burocrazia siciliana dà valutazioni eccellenti della propria attività, mentre Corte dei conti e Tar Sicilia rilevano la lontananza dagli standard dei servizi garantiti ai cittadini. Un caso emblematico che riafferma come l’efficienza della pubblica amministrazione si possa raggiungere solo attraverso obiettivi ben definiti e costanti attività di monitoraggio e controllo.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.
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L’aumento dei tassi ha fatto emergere evidenti problemi di stabilità finanziaria. E se finora la qualità del credito è rimasta relativamente buona, bisogna evitare che tornino a crescere le insolvenze, a causa di una contrazione del credito bancario.
Una forte dipendenza economica dal petrolio causa instabilità politica nei paesi produttori. La conseguenza è un rialzo dei prezzi che aumenta le difficoltà dei governi nei paesi importatori, soprattutto quando i partner commerciali sono pochi.
Il consenso verso le politiche contro il cambiamento climatico dipende anche dalla professione svolta. Chi rischia di perdere il posto di lavoro si opporrà più spesso a queste misure. Programmi di compensazione possono aiutare l’attenzione per l’ambiente.
Obiettivi autoreferenziali e appiattimento delle valutazioni portano la pubblica amministrazione siciliana a dare un ottimo giudizio della sua attività, smentito da Corte dei conti e Tar. Una dimostrazione di più che l’efficienza non si impone per legge.
La pressione contributiva italiana è certamente alta e occorre ridurla. Ma bisogna considerare gli effetti sul montante contributivo. Per compensarli, va prolungata la durata della contribuzione aumentando l’età al pensionamento, spesso ancora troppo bassa.