Lavoce.info

Tag: Pa

Cercasi Pa giovane, efficiente e digitale

La ministra Bongiorno punta col disegno di legge “concretezza” ad assumere 450 mila nuovi dipendenti nella pubblica amministrazione nel 2019. Ma per rendere più efficiente la Pa occorre migliorare la qualità dei servizi offerti. Le opportunità e i rischi della digitalizzazione.

Il Punto

Al suo addio da ministro, Wolfgang Schäuble lascia in eredità all’eurozona lo stop all’assicurazione comune dei depositi. Al suo posto un meccanismo di prestiti ai sistemi nazionali di assicurazione che ne abbiano bisogno. Forse, dal 2022. Un bel dietrofront rispetto alle proposte della Commissione di due anni fa.
Introdotto per fare cassa (poca) nel 2011, il superticket potrebbe essere soppresso nella prossima legge di bilancio. Oggi ha vari difetti. Disincentiva l’uso del Ssn. Se applicato, la sua entità è diversa tra regioni. Ed è percepito come una tassa, e non come una partecipazione alla spesa sanitaria.
Campagna elettorale infarcita di inesattezze e bufale quella per i referendum di Lombardia e Veneto per una “maggiore autonomia”. I residui fiscali, argomento centrale della propaganda, sono in realtà ben difficili da stimare e non cambiano con più competenze trasferite dallo stato all’ente locale, come chiedono i promotori. Urne in vista anche per 15 referendum in cui si chiede ai cittadini di 43 comuni se approvano la fusione con altri (uno o più). Salvo un caso, si tratta di aggregazioni di piccola-media dimensione, peraltro incoraggiate con incentivi significativi. Se in alcuni casi precedenti la popolazione ha risposto “no” è perché mancano progetti chiari sul che fare una volta uniti. I comuni che hanno sperimentato il metodo dei fabbisogni nelle assunzioni di personale possono essere un buon esempio per il resto della Pa dove si annuncia a breve un vero e proprio esodo per anzianità. Un’occasione per un riequilibrio tra gli uffici sottodimensionati e quelli pieni di nullafacenti. Il governo saprà coglierla?
La scarsa diffusione della cultura finanziaria pesa sul portafoglio delle persone ma ha anche forti ripercussioni nella sfera sociale del paese. Chi ne ha qualche nozione capisce meglio i problemi economici generali e valuta con più attenzione e pragmatismo i costi e i benefici delle riforme.

Il Punto

Fresca di stampa, la Nota di aggiornamento al Def è un altro esempio del metodo Padoan. Dal 2014 all’Economia, il ministro vanta una graduale discesa del deficit e lo stop alla crescita del rapporto debito-Pil, con piccole riduzioni di imposte e spesa pubblica. Sempre con il consenso recalcitrante della Ue che chiede di consolidare i progressi.
L’unico dato certo delle elezioni tedesche è l’inquietante ritorno di un partito razzista (l’Afd) nel Bundestag. Su tutto il resto non si sa, tranne che Angela Merkel sarà ancora cancelliera. Ma con quali partiti? E con quale programma? Quale ruolo ha giocato il sistema elettorale? Sul fronte britannico Theresa May non finisce di stupire. Finora Brexit significava Brexit, la rottura con l’Europa. Ora non più. Il nuovo mantra è: via dalla Ue ma con calma – in quattro o cinque anni – e tenendo in piedi il grosso degli accordi economici.
Il governo ha ventilato l’idea di un bel concorsone per 500 mila posti nella Pa, in sostituzione dei pensionati dei prossimi anni. Potrebbe andare se si riuscissero a definire con precisione i fabbisogni delle diverse amministrazioni. “Vaste programme” avrebbe detto De Gaulle. Soprattutto alla luce dei sempre nuovi adempimenti e strumenti richiesti alle amministrazioni. Esempio: il Foia, Freedom of information act all’italiana. Dovrebbe migliorare la trasparenza negli atti pubblici, istituendo maggiori forme di controllo da parte dei cittadini.
L’elevata disoccupazione giovanile è un tema da convegno che poi fatica a trovare spazio nell’agenda politica. Ma è anche un problema di indicatori. C’è chi ritiene più corretto concentrarsi sulla fascia d’età 25-34 anni anziché guardare agli under 25. La sostanza del problema non cambia granché.

Il peccato originale della nuova “riforma epocale” della Pa

Della legge delega di riforma della pubblica amministrazione non appare chiara la direzione. Si vuole ampliare o ridurre l’intervento dello Stato? Si vuole un apparato amministrativo tecnicamente autonomo o strettamente legato alla politica?

Il Punto

Il bonus di 80 euro ai lavoratori dipendenti non ha impedito al nostro paese di entrare nella terza recessione, ma ha probabilmente avuto un effetto politico in termini di consenso del Governo Renzi. Vediamo come potrebbe essere misurato, questo effetto, con i dati dell’Agenzia delle entrate e del Tesoro. Se fossero pubblici, ci farebbero conoscere meglio il paese.
Renzi vuole verificare i conti del tunnel del Fréjus sull’onda delle polemiche sui costi dell’opera. Bene, ma dev’essere chiaro che questo progetto e gli altri in tema di trasporti partono da previsioni di traffico ben poco realistiche che distorcono qualsiasi valutazione. Indispensabili le analisi costi-benefici fatte con trasparenza da soggetti terzi, indipendenti. Proponiamo anche un Dossier con i nostri articoli sulla Tav.
La legge di Stabilità introduce la “patent box”, un’esenzione parziale dalle imposte a favore delle imprese per il reddito che traggono da beni immateriali come marchi e brevetti. Vediamo come funziona e perché non è tanto un incentivo alla ricerca quanto un tentativo (debole) di frenare la fuga dei beni immateriali verso paesi che offrono migliori trattamenti fiscali, che porta ad aumentare la discrezionalità della politica nel concedere aiuti alle imprese.
Davvero gli immigrati beneficiano di servizi e welfare del paese in cui si stabiliscono per un valore maggiore di quanto pagano con le loro tasse, come sostiene il premier britannico Cameron? No, in realtà sborsano ben più di quanto prendono. Lo documenta una ricerca basata sul Regno Unito.
È un conto salato quello che rischiano di pagare i contribuenti italiani per una norma nella legge di Stabilità sui contratti derivati tra banche e Tesoro. Se mal gestiti possono far aumentare ulteriormente i già altissimi costi di servizio del debito pubblico.
Il Governo comincia a utilizzare il metodo delle consultazioni delle parti interessate per l’elaborazione di provvedimenti di regolamentazione. È però una prassi senza regole di trasparenza e rendicontazione, che invece esistono a livello internazionale. Con il rischio che diventi uno specchietto per allodole.
La redazione de lavoce.info esprime la propria piena solidarietà a Filippo Taddei, collaboratore del sito prima di ricoprire cariche politiche, per le odiose minacce ricevute in questi giorni.

Sostieni lavoce.info

È ormai l’ottavo anno di una crisi interminabile, ma lavoce.info vive ed è indipendente grazie al sostegno delle migliaia di suoi lettori. Vi chiediamo un piccolo-grande sforzo con un contributo finanziario secondo le vostre possibilità. Grazie!

Cosa serve alla dirigenza pubblica di domani

Sul reclutamento delle figure di vertice della Pa il Governo sembrava essere partito con il piede giusto, ma il disegno di legge delega ripete molti degli errori passati. Servono competenze nuove e contaminazioni con settore privato e università. Uno sguardo all’esperienza francese.

L’Iva? La Pa la paghi allo Stato

L’Iva è una delle imposte più evase. Anche quella su forniture alla pubblica amministrazione. Se l’ente pubblico versasse direttamente l’imposta allo Stato, invece di liquidarla al fornitore assieme al valore della fornitura, si potrebbe recuperare un gettito non indifferente.

Pa: la missione impossibile del taglio immediato

Il Governo vuole ottenere 2,1 miliardi da tagli immediati ai contratti per l’acquisto di beni e servizi stipulati dalla pubblica amministrazione. Benché non nuova, l’idea di creare un sistema di prezzi di riferimento può essere valida per avere risparmi futuri. Ma non è realizzabile subito.

Pagare i debiti costa

L’estinzione di un residuo passivo della Pa implica un incremento del fabbisogno e dunque una variazione positiva del debito consolidato, anche quando si utilizza la liquidità di cassa. Servono criteri equi di ripartizione dei costi dovuti al pagamento dei debiti arretrati delle amministrazioni.

Debiti della Pa, il diavolo sta nei dettagli

La decisione di pagare alle imprese parte dei debiti accumulati dalle amministrazioni pubbliche potrebbe rappresentare la più grande manovra di rilancio dell’economia italiana attuata negli ultimi decenni. A patto che si tenga conto di alcuni elementi, decisivi per l’efficacia del provvedimento.

Pagina 5 di 5

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén