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Infrastrutture tra gestione pubblica e privata

Il crollo del ponte Morandi a Genova ha riaperto il dibattito su chi debba gestire le infrastrutture. Serve però una discussione trasparente e razionale su costi e benefici delle diverse opzioni, senza farsi condizionare dai pregiudizi ideologici.

I dettagli della ripresa lenta

La ripresa dell’economia italiana è trainata dall’export, ai massimi di sempre, e dalla domanda interna. Agli investimenti – sotto di un quarto rispetto al 2008 – manca il contributo dell’immobiliare, mentre incombe la fine degli incentivi di Industria 4.0. La crescita dell’import.

Doppia analisi per gli investimenti che fanno crescere

Gli investimenti in infrastrutture hanno effetti positivi sulla crescita. Ma solo le analisi costi-benefici permettono di decidere quali sono i progetti più efficaci. Però è diverso misurare l’impatto di un’opera sul Pil e i suoi benefici sociali.

Ora è possibile investire nell’acqua

Sei anni dopo il referendum sull’acqua, il Consiglio di stato ha convalidato il metodo tariffario individuato dell’Autorità. Si possono così finanziare gli investimenti necessari, compresi quelli richiesti dalle procedure comunitarie di infrazione.

Come usare bene la flessibilità sugli investimenti

Per stimolare l’economia europea nel breve termine è stata proposta un’espansione temporanea degli investimenti pubblici nei paesi con un rapporto debito-Pil sotto il 3 per cento. È però indispensabile una accurata preparazione dei singoli progetti.

Come usare male la flessibilità sugli investimenti

Sugli investimenti pubblici il governo ha fatto previsioni errate e non ha mantenuto gli impegni presi con l’Europa quando ha chiesto la clausola di flessibilità per il 2016. Ma il fatto più grave è non aver saputo usare le risorse per la crescita.

La ripresa italiana: il traino di esportazioni e consumi, il freno delle importazioni

Grafico pil

L’Istat ha pubblicato i dati annuali di consuntivo del 2016 sulla crescita del Pil e delle sue componenti di domanda interna ed estera. La crescita è cominciata modestamente nel 2014 (+0,1 per cento) e proseguita a passo più spedito nel 2015 e 2016, che hanno fatto registrare rispettivamente un +0,8 e +0,9 per cento. La crescita complessiva del Pil nel 2014-16 rispetto al minimo del 2013 è stata dunque dell’1,8 per cento. In questi anni il passo dell’Italia è stato meno spedito di quello degli altri grandi paesi europei e della media dell’eurozona. Ma il divario di crescita rispetto all’Europa è diminuito nel tempo.
Come si vede dal grafico, la crescita del Pil è stata trainata da due voci, consumi ed export. I consumi delle famiglie sono saliti complessivamente del 3,2 per cento, particolarmente nel 2015, l’anno di maggiore efficacia del bonus degli 80 euro. L’export ha raggiunto il suo massimo di sempre nel 2016, con una crescita del 9,8 per cento rispetto ai livelli 2013. A frenare la crescita del Pil è stato l’inusuale boom delle importazioni che – con il loro +13,5 per cento – sono aumentate percentualmente addirittura più rapidamente delle esportazioni.
Rispetto ad analoghi episodi di ripresa economica del passato, famiglie e aziende italiane hanno soddisfatto la loro accresciuta domanda di consumi e investimenti acquistando più beni e servizi prodotti all’estero. Un segno di maggiore internazionalizzazione ma anche di perdita di competitività dei produttori italiani. Soprattutto, un chiaro e pesante lascito della lunga crisi di questi anni.

Lo scandalo dei fondi con cedola: ecco i numeri

Sono sempre di più i fondi comuni che promettono una cedola, ma in realtà la prelevano dal capitale dell’investitore: ormai tre su quattro usano questo trucco. Varie le ragioni che li rendono appetibili per i risparmiatori. Ma la scarsa trasparenza acquista così proporzioni preoccupanti.

Dove l’Italia ha un vantaggio nella tecnologia

Industria 4.0, il piano nazionale presentato dal ministro per lo Sviluppo economico, vuole incentivare gli investimenti nelle tecnologie. In alcune l’Italia ha già vantaggi in termini di specializzazione e di risorse ottenute in sede europea. Quattro suggerimenti per il successo del programma.

Il governo verso un’inutile manovrina

Il governo arriva in difficoltà alla legge di bilancio 2017, per la scomparsa della crescita economica e le troppe promesse degli ultimi mesi. Si prefigura una manovrina che servirà davvero a poco per il rilancio del paese. Gli incentivi vanno alle imprese mentre i consumi languono.

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