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Categoria: Investimenti e innovazione Pagina 17 di 29

Nuove regole per futuri imprenditori

La disciplina sulle start-up innovative e gli incubatori certificati, contenuta nel decreto legge “Sviluppo-bis”, ha un obiettivo essenziale: evitare che siano minate fin dalla nascita dallo squilibrio tra scarsa capitalizzazione e eccessivo ricorso al credito bancario, tanto più se difficoltoso.

Per le imprese un ministero interventista

Diversi i provvedimenti presi dal Governo Monti per favorire l’attività d’impresa, spesso condivisibili. Tuttavia, riflettono l’approccio del ministero dello Sviluppo economico, più vicino a una visione interventista della politica industriale

Agenda digitale

Il paese ha un forte ritardo sull’implementazione dell’agenda digitale, elemento fondamentale per spingere la crescita economica. Il Governo ha finalmente avviato l’Agenzia del settore. Che però è circondata da incertezza di norme, responsabilità e raccordi istituzionali.

Il Web nel futuro della politica

Il web è uno strumento attraverso cui semplificare la vita delle famiglie e delle imprese riducendo i costi connessi con la burocrazia. Ma per la digitalizzazione della vita politica e sociale nel nostro paese c’è ancora molto da fare. La bassa diffusione della partecipazione politica attraverso Internet fa ipotizzare che il successo del M5S non sia da attribuire solo agli elettori che tendono a informarsi e interagire tramite web. In prospettiva, ci sono possibilità di crescita per le formazioni che utilizzeranno la rete come primario canale di relazione con l’elettorato.

L’Italia poco digitale

Il Web Index esprime il grado di sviluppo di Internet e i sui riflessi sull’economia e sulla vita politica e sociale di un campione di sessanta paesi sviluppati e in via di sviluppo: l’Italia è al ventitreesimo posto. Una classifica certamente poco lusinghiera, che peggiora se l’indicatore è messo in relazione con il Pil pro-capite. Ma buona parte della modesta crescita italiana si basa sulle esportazioni. Dunque è cruciale per le nostre aziende utilizzare un canale di vendita come il web. Tanto più se la tecnologia avanza inesorabilmente.

L’innovazione in tempi di crisi

Quali sono gli effetti della crisi sull’innovazione, un fattore chiave per uscire dalle difficoltà attuali? Un’analisi condotta a un anno dal crack Lehman Brothers mostra come l’attività di ricerca sia influenzata dalla congiuntura negativa. Tuttavia, gli investimenti non crollano e ciò suggerisce la presenza di una componente strutturale che caratterizza l’attività innovativa delle aziende e che dipende da loro caratteristiche specifiche. La dimensione dell’impresa non è rilevante, contano invece le dinamiche di crescita. E l’Italia fa meglio di altri.

Sulle spalle dei “nani”

Finora i programmi di ricerca e innovazione europei hanno di fatto escluso dalla partecipazione le piccole e medie aziende e in particolare le giovani imprese ad alta tecnologia. Ora l’Unione Europea introdurrà un meccanismo di incentivo per le Pmi molto simile al programma Small Business Innovation Research statunitense. I concetti chiave dovrebbero essere la forte competizione per l’ottenimento delle risorse, il finanziamento per fasi e la trasparenza. La mancanza di un committente pubblico europeo potrebbe però pregiudicare il successo dell’iniziativa.

OPEN SERVICES IN THE DIGITAL AGENDA

The notion of open data  refers to rather complex technical and organizational aspects.  Should this concept be extended to create open services, the result would be particularly important. In fact, an intelligent and standardized sharing of elementary data and functions could play as a driver to develop advanced services for citizens and companies and it would be a turning point also for public  administrations. This change could also foster the current demand of broadband, which often seems still weak and immature. (This article is the english version of “Open service nell’agenda digitale“).

COM’È SMART LA CITTÀ

Il governo intende lanciare un programma nazionale per lo sviluppo di “città intelligenti”, con un finanziamento previsto di circa un miliardo. Ma una smartcity non è semplicemente una città dotata di un sistema di comunicazione wireless. Nasce piuttosto dalla integrazione e condivisione di dati e servizi. È perciò vitale definire e promuovere un sistema multipolare, aperto e paritario che consenta a chiunque sia abilitato a farlo di interagire con gli altri agenti presenti. Attraverso un processo di elaborazione e standardizzazione che deve essere guidato dall’attore pubblico.

OPEN SERVICE NELL’AGENDA DIGITALE

Il tema degli open data ha risvolti tecnici e organizzativi piuttosto complessi. Se il concetto fosse esteso per realizzare degli open service, il risultato sarebbe particolarmente importante. Perché attraverso la condivisione intelligente e standardizzata di dati e funzioni elementari potrebbe costituire un volano per lo sviluppo di servizi evoluti al cittadino e alle imprese. Sarebbe una svolta epocale per le amministrazioni pubbliche. E servirebbe a stimolare quella domanda di banda larga che spesso appare ancora debole e immatura. (Read the english version).

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