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Categoria: Licenza Poetica Pagina 1 di 16

BATTERE LA CONCORRENZA


Disse il padre, caro figlio

ti vorrei dar un consiglio,

tu che studi alla Bocconi

di mercati, euro e gestioni.

 

Io l’azienda che ti lascio,

temo vada a catafascio,

che all’italico sistema

l’intrapresa par non prema.

 

Fan di tutto gli Italiani,

per non battere le mani,

a chi i  posti di lavoro

va creandoli per loro.

 

Siamo noi a competizione

col cinese ed il teutone,

ma la vera  concorrenza

è del credito l’assenza.

 

Il profitto più no’ investo,

che dal Fisco mi vien chiesto,

non rinnovo il macchinario,

che pagar devo l’Erario.

 

Io competo co’ tributi,

l’Inps, l’Imu,  gl’ insoluti,

e a  incassare il fatturato

mesi aspetto dallo Stato.

 

I più duri concorrenti

so’ i burocrati degli Enti

che non hanno perso il vizio 

di fornirmi il disservizio.

 

Stan le vendite in affanno,

ma i miei costi non lo sanno,

io pugnar devo nel mondo,

pur se quasi moribondo.

 

Giungerò alla primavera?

Forse il Passera lo spera,

ma se pria rovino e  schianto

da Fornero  ho solo un pianto.

 

Dunque figlio te lo dico,

dall’ azienda io  ti disdico:

fai la tesi col Polo o con Boero,

poi il concorso al ministero.

Rigore e crescita!?

Lunga e dura è la scalata

che al PIL dobbiamo fare:

le giornate sono amare,

Monti monta di giornata.

 

Dice siamo improduttivi,

la pension va ritardata,

tutta Italia riformata,

per riuscir competitivi.

 

Mentrel’IVA s’incrementa,

il gasolio ancora sale,

con la base catastale,

ecco l’IMU che ci addenta.

 

Son più care le carote

le bollette più salate,

fare il pieno quest’estate,

lascerà le tasche vuote.

 

Pure in banca che salasso

spese, tasse e commissioni

nulla fruttano i milioni,

meglio i soldi in materasso.

 

Ma ora crescita s’aspetta,

finalmente anche al precario

verrà dato un buon salario,

con del Passera ricetta.

 

Sarà l’Aquila costrutta,

i foresti investimenti

soffieranno come i venti,

sull’Italia men corrutta.

 

Ed il debito pregresso,

senz’articolo diciotto,

ch’era ormai tabù decotto,

lo vedrem tagliato e flesso.

 

Forse sogno o sono desto?

Anche se provo un magone

a sentir un tal Martone,

lo sviluppo verrà presto:

 

e perciò confido e spero,

in Herr Mario e la Fornero.

L’ATTESA

Tra poco più d’un anno

si tornerà a votare;

c’è chi teme l’affanno

d’un flop fallimentare,

 

e per cercar riparo

da un’aspra delusione

pur col palato amaro

prende una decisione:

 

“è d’uopo ch’io mi metta

i panni da alpinista

e de’  Monti la vetta

io muova alla conquista,

 

così che gli elettori,

in fede ed in coscienza,

daranno a me i favori

e la benevolenza”.

 

Tre scalatori arditi,

che usan chiamarsi poli,

con toni un po’ addolciti

s’inchinano da soli

 

e parlano alla Cima

sì fredda e inviolata:

“di te sempre ebbi stima,

io t’ho sempre ammirata”.

 

Ma non sarà che molti

avran piene le palle

e dopo tanti Monti

voglian tornare a valle ?

 

I nostri rocciatori

son pronti all’evenienza

e celano nei cuori

un grido e una speranza:

 

 

 

 

“il tempo della tecnica

al fin s’è consumato,

si renda alla politica

il trono ed il primato”.

 

Che veda allora il cielo

i compiti finiti !

C’è già mancato un pelo

che fossimo falliti.

 

Che sia tornata ancora

la voglia di votare !

Se il clima è quello d’ ora

in tanti andranno al mare.

L’EURO, LA CRISI E IL LUPO CATTIVO

Le crisi sorprendono. Ma ancor più dovrebbe sorprendere la somiglianza dei comportamenti che le provocano. Essi sono a tal punto ripetitivi che li ritroviamo cristallizzati in forma schematica dalla saggezza popolare in favole e novelle. Chi rileggesse con gli occhiali del presente la nota favola dei tre porcellini e del lupo cattivo – o meglio ancora guardasse sul sito l’eccezionale cartone animato di Walt Disney – non faticherebbe a riconoscere antefatti e conseguenze della crisi dell’’euro. Troverebbe la crisi dell’’euro raccontata ai bambini.

Marius Montes, AD MMXI

VENI, VIDI, V’ICI

UN CONSIGLIO … INTERESSATO

Trasformisti di carriera,

responsabili d’accatto,

rosiconi d’ogni schiera,

tessitori d’ogni patto,

sospendete il vostro gioco,

i sondaggi, i calcoletti,

le furbizie cui ogni poco

il potere v’ha costretti.

LA GELMINI MESTA DICE!

La Gelmini mesta dice
Sono proprio un’infelice
I miei nove consulenti
Si rivelan deficienti

Han confuso per neutreni
I più piccoli neutrini
han pensato, sorte ria,
ci volesse galleria!

Ma Lunardi più non c’è,
buon per voi e buon per me,
altrimenti, pala in mano,
già scavava a tutto spiano.

LA STANGATA

Ecco alfin c’è la stangata,
l’abbiam proprio meritata!
Meglio se giungeva prima,
poiché chiara era la china

 che il paese avea intrapreso
e al ristagno s‘era arreso!
Si è vissuto sopra a quello
ch’era il giusto di livello

 e lo Stato perciò spese
quel che in prestito si prese,
mentre il Pil dello stivale
di dormir dava il segnale.

 Il gran debito pregresso
siamo noi che lì s’è messo
e al ritardo in meridione,
mai s’è dato uno scossone!

 Alle spese della casta,
forse noi dicemmo basta!?
Costa, intralcia, sta seduto,
l’ente pubblico accresciuto.

 Molti i baby pensionati,
troppi i falsi invalidati,
l’ateneo sbagliò binario,
la giustizia è fuori orario.

 Or si chiede gran rigore,
ma pur crescita maggiore,
il che pare sia in contrasto,
col buon senso, se rimasto.

 Riformare è cosa tosta,
tutti hanno una proposta:
io non sono da tagliare
tocca ad altri di pagare!

 La ricetta inver sicura
è sol voglia duratura
d’impegnarsi a lavorare,
non di prendere, ma dare.

 Silvio e Bossi partiranno
i problemi resteranno:
speriam che dallo sbando
ci protegga Pier Fernando.

FISCO SEMPLICE? GIAMMAI!

Anche quest’anno non mi sono arreso
e con orgoglio e un po’ di presunzione,
lasciate le mie cose, il tempo ho speso
a elaborar qualche dichiarazione;

ché andar da un CAF o da un commercialista
non si convien se si ha l’armamentario
di chi in azienda ha fatto il fiscalista,
forte di laurea in diritto tributario.

Cosa direi agli amici ed ai parenti
se abbandonassi il campo di battaglia?
"Sei vecchio ormai" direbber quei serpenti
"per stare al passo col fisco canaglia".

Come un guerrier che fiero impugna un brando,
il TUIR in mano e l’occhio alle istruzioni,
ho combattuto il mostro duellando
con percentuali, acconti, detrazioni,

codici, spese ed agevolazioni,
un algoritmo degno di alte menti,
procedimenti per compensazioni,
addizionali e simili accidenti.

Sforzo supremo è stato l’affrontare
la cedolare secca sugli affitti.
Basta la Legge? No, la Circolare
occorre attender per cascar da ritti.

E che profluvio di provvedimenti
e testi e guide ed interpretazioni,
quante opinioni, caveat, commenti
di scalzabubbole e professoroni!

Vinta la pugna, stanco e affaticato,
qual penitente con addosso un saio,
levando gli occhi al cielo ho sospirato:
"Dimmi, perché tutto ‘sto gorillaio?"

Ed una voce m’ha trafitto il cuore:
"O vecchio grullo, perché ti lamenti?
Non eri tu che al pien del tuo fulgore
di ciò campavi assieme a tante genti?

E ora che vuoi? La semplificazione?
Che sappia far da sé il contribuente?
Di Adamo Smith sei la reincarnazione?
Questo desir togli dalla tua mente

e lascia tutto se sei ancora a tempo,
ché si profila un mondo più infernale
quando tra poco scenderà sul campo
un nuovo mostro: il Fisco federale".

Andrea Ponziani

Doloroso rientro dal debito

Dalla imperial Brusselle,
per noi tristi novelle,
ossia, pur senza la ripresa,
dovrem troncar la spesa

e il debito pregresso
ridurlo ad un di presso
di molti assai miliardi:
bando a esitar e ritardi!

Dicon che stavolta
sarà la pelle estorta
al medio cittadino,
ridotto a pane e vino.

Per regger la manovra
dovrà il Pil star sovra
ad un livello tale,
per il nostral stivale,

che pur in Cina e India,
ov’è stretta la cinghia,
mai non s’è raggiunto.
Si cresca al doppio punto!!

Ecco qui il problema
per l’italo sistema:
non basta sia enunciato,
come sarà affrontato?

La spesa andrà smezzata,
la produttività doppiata,
sian tutti  più efficienti,
pure gli Stato dipendenti .

Mio caro, popolo italiano,
dal ligure al campano,
amici e pure voi nemici,
siam pronti ai sacrifici?!

Mi piacerà ascoltare,
quel che da dire e fare
avranno tutti quanti quelli,
che fanno i bravi e i belli.

Bersani, vuol rientrare!?
O è meglio rimandare?
Ragassi, mica siamo matti,
Silvio chiappali tu i ratti!

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