Lavoce.info

Autore: Michele Polo Pagina 6 di 13

polo Ha svolto i suoi studi presso l'Università Bocconi e la London School of Economics. E' professore Ordinario di Economia Politica presso l'Università Bocconi. Ha trascorso periodi di ricerca a Lovanio, Barcellona, Londra e Tolosa. I suoi interessi di ricerca riguardano l'economia e la politica industriale, l'antitrust e la regolamentazione. Redattore de lavoce.info.

Dimostrare che la criminalità non paga

Nella lotta alla criminalità organizzata, l’azione di forze dell’ordine e magistratura ha continuato il trend positivo nell’arresto di latitanti importanti. Il Governo ha posto attenzione al problema della confisca e riuso dei beni sequestrati.Sul riuso efficiente c’è ancora molto da fare.

A sua insaputa

Avevamo qualche certezza sui limiti della legge anti-corruzione in discussione in Parlamento: poco incisiva, non tocca il nodo chiave della prescrizione, né interviene sul falso in bilancio, vera fabbrica di provviste occulte.

Anatomia dello scambio corrotto

Lo scambio corrotto si basa su una debole capacità di controllo dei cittadini sui decisori pubblici e su una coalizione tra questi ultimi e le imprese. Contrastare la corruzione significa allora indebolire la coalizione corrotta e aumentare le capacità di controllo dei cittadini. Occorre inasprire le sanzioni e la probabilità di venire colti sul fatto, guardando ai cosiddetti reati sentinella e allungando i tempi di prescrizione. Necessario colpire il ruolo del facilitatore. Ma la precondizione è ristabilire vere condizioni di trasparenza.

Bagni Potemkin

In questo clima agostano diviso tra calura e fibrillazioni dello spread per un giorno il tema delle liberalizzazioni è ricomparso sulle pagine dei giornali. Nella forma un po’ bizzarra di due ore di serrata degli ombrelloni negli stabilimenti balneari italiani.

Informazione e pluralismo tra vecchi e nuovi media

Com’è cambiata l’informazione con l’avvento del web? Lo ha spiegato il professor Polo nel suo discorso al convegno tenutosi il 4 luglio 2012 all’Università Cattolica, in occasione del decennale de Lavoce.info. In allegato le slides in formato pdf.

IL PRIVATO è POLITICO

E’ un vecchio slogan degli anni Settanta. Segnò l’irrompere della politica in territori fino ad allora esclusi, dalla sessualità ai rapporti di coppia all’impegno come progetto complessivo di vita. Deve essere tornato in mente a Francesco Belsito, un uomo alla cui vista proviamo un naturale moto di stima per Cesare Lombroso. Belsito, amministratore della Lega Nord, Sottosegretario alla Semplificazione, Consigliere di Amministrazione di Fincantieri, una delle maggiori imprese italiane a proprietà pubblica, un curriculum costellato di incidenti, dal diploma conseguito (forse) a Fratta Maggiore con firme dubbie del preside alle due Lauree estere da istituzioni non riconosciute, una scalata politica degna di un oro olimpico, da autista di Biondi agli albori di Forza Italia alle attuali e ben remunerate responsabilità pubbliche, una disinvoltura nei rapporti che lo vede in pericolose prossimità con personaggi della ‘ndrangheta, una naturale attrazione per gli investimenti in luoghi esotici e discreti, dalla Tanzania a Cipro. Il privato è politico, dicevamo, deve essere tornato a mente dell’ottimo Belsito quando ha pagato la fattura per il rinnovo del tinello di casa Bossi con i soldi del rimborso delle spese elettorali. Non destasse orrore, si potrebbe dire: un uomo del nostro tempo.

IL CERCHIO MAGICO DEGLI ADVISOR DELLE COSCHE

Nella diffusione della presenza criminale nelle attività economiche, svolgono un ruolo cruciale figure professionali non affiliate alle cosche e tuttavia strategiche nel consentirne la penetrazione nei gangli dell’economia legale. Se non si può ricorrere alla nozione di concorso esterno, sono comunque necessari altri istituti giuridici che permettano di colpire i consulenti delle organizzazioni criminali, pur non affiliati. Anche perché superato questo passaggio diviene molto più difficile rintracciare l’origine delittuosa delle attività lecite.

Ormai manca solo il portiere

Sale a dieci il numero dei membri del Consiglio Regionale Lombardo indagati dalla Magistratura per episodi di corruzione. Quasi una squadra di calcio. Non vogliamo entrare nel merito delle singole vicende e delle accuse, sulle quali indagini e processi potranno dare il verdetto finale. Ma guardando all’insieme degli episodi si ottiene indubbiamente un quadro impressionante di come la corruzione oggi si manifesti e quali guasti nella selezione del personale politico comporti. Il rapporto tra pubblici amministratori e imprese si manifesta nelle forme di una coalizione stabile, che coinvolge su molti episodi diversi le stesse persone, nelle quali lo scambio tra favori e finanziamenti si intreccia tra episodio e episodio, passando da una vicenda ad un’altra in un quadro stabile di collaborazione e mutuo interesse. Coalizioni che richiedono professionalità specifiche, i broker della mazzetta, capaci di portare il proprio patrimonio di relazioni e di individuare connessioni tra un episodio e un altro che danno continuità e cementano certe alleanze infedeli. Se questo, alla fine, ricade sulle tasche dei contribuenti, vero costo della politica, attraverso un gonfiamento della spesa pubblica e una bassa qualità delle opere realizzate, è una seconda implicazione che ulteriormente inquieta. Si ha infatti la netta impressione che la capacità di costruire queste relazioni infedeli del pubblico amministratore con il settore privato sia oggi uno dei fattori di successo nelle carriere politiche locali, e un meccanismo di selezione a cui le forze politiche non sanno resistere. Con un impatto importante e trasversale, testimoniato dal numero e dalla provenienza politica della squadra di indagati della Regione Lombardia. E una domanda ad oggi senza risposta: se questa squadra assomigli di più a un gruppetto di amici che si ritrovano tra loro, o sia una attività organizzata con tanto di allenatore.

LIBERALIZZAZIONI: TRE ERRORI DA EVITARE

Il decreto del governo in tema di liberalizzazioni coinvolge un insieme molto ampio di settori e attività. Con alcune tematiche trasversali. Bisogna resistere all’impulso di fornire stime immediate sui benefici attesi dai provvedimenti. Da evitare anche un approccio quasi contabile alla quantificazione degli effetti, che ignora come lo sviluppo della concorrenza operi sull’intera catena produttiva. La maggior flessibilità in settori fino a ieri protetti richiede ammortizzatori sociali calibrati sulle loro caratteristiche e interventi capaci di accompagnarne la riqualificazione.

UNA ROAD MAP PER LE LIBERALIZZAZIONI

Muovendosi sui tre fronti dei settori a rete, degli oligopoli e dei settori a entrata regolata segnalati dall’Antitrust, il governo Monti potrebbe sviluppare dinamiche concorrenziali in molti servizi, oggi sottratti alla concorrenza. Concorrenza a cui invece debbono sottostare le nostre imprese manifatturiere. Con un beneficio per gli utenti in termini di qualità dei servizi e riduzione dei prezzi. Ma anche una riduzione dei costi e un aumento di competitività per le aziende italiane esportatrici. Benefici non proprio trascurabili.

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