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Autore: Francesco Drago

Francesco Drago è è professore ordinario di Economia Politica all’Università degli Studi di Catania, research fellow del CEPR (Londra), dell’IZA (Bonn) e del CSEF (Napoli). In precedenza è stato professore ordinario all'Università di Messina (2015-2018), professore associato all’Università di Napoli Federico II (dal 2012 al 2015) e ricercatore all'Università di Napoli Parthenope (2006-2011). Ha insegnato corsi in economia del lavoro, economia comportamentale, economia del crimine a Science Po (Parigi), Università di Parigi (Nanterre), Università di Ginevra, Università del Rosario in Bogotà. È stato consulente per la World Bank, visiting scholar a University College London (2007), Columbia (2008) e Harvard (2011), e membro del panel della rivista Economic Policy nel biennio 2016-2018. Ha conseguito la laurea in Economia e Commercio presso l’Università di Pisa e il dottorato di ricerca in Economia Politica presso l’Università di Siena. I suoi interessi di ricerca vertono su temi di political economy ed economia del crimine. È autore di articoli pubblicati su riviste internazionali quali il Journal of Political Economy, Quarterly Journal of Economics, American Economic Journal: Applied Economics, Journal of the European Economic Association, Economic Policy. I suoi lavori sono stati recensiti da giornali come The New York Times, The Washington Post, Les Echos e Sole24Ore.

Lockdown dell’economia, un primo bilancio

Il blocco delle attività produttive ha contribuito a contenere la diffusione del coronavirus? Dalle prime analisi sui dati disponibili non si ricavano indicazioni chiare. Per guidare le scelte sulla “fase 2” servirebbero invece indagini dettagliate.

SORPRESA: L’INDULTO HA UN EFFETTO POSITIVO

Studiato per ridurre almeno temporaneamente il sovraffollamento delle carceri italiane, l’indulto del 2006 è stato tra i provvedimenti più criticati della scorsa legislatura. Perché favoriva i criminali e diminuiva il valore deterrente e la credibilità del sistema penale, sostenevano i contrari. Ma il provvedimento stabiliva che se fossero tornati in carcere per un nuovo reato, i beneficiari avrebbero dovuto scontare anche la pena residua in aggiunta alla nuova. Insomma, ha dato certezza alla pena. E questo ha determinato un calo delle recidive.

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