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Tasse sui figli

Schermata 2013-10-19 alle 09.06.30Fonte: Oecd 2012

La bozza della legge di stabilità che è uscita dal consiglio dei ministri prevede circa mezzo miliardo di tagli di una serie di agevolazioni fiscali che vanno a beneficio delle famiglie con figli. Tra queste i costi per la frequenza di scuole secondarie e università, le detrazioni per le spese sportive, oltre a quelle sugli interessi passivi sui mutui. Questi tagli potrebbero appesantire ulteriormente il carico fiscale che oggi grava sui genitori in Italia, già alto in rapporto ad altri paesi.
I più recenti dati dell’Ocse (2012) indicano che una coppia italiana con due figli nella quale uno solo dei genitori lavora e percepisce un salario medio versi allo stato, al netto delle tasse (sia centrali che locali) e dei contributi sociali ma anche dei sussidi per i figli, il 18,5 per cento della retribuzione. In media tra tutti i paesi Ocse lo stesso nucleo famigliare verserebbe il 13,8 per cento, quasi 5 punti percentuali in meno.
In realtà la posizione dell’Italia è principalmente legata all’elevato carico fiscale complessivo. Infatti, rispetto ad un single senza figli che percepisce lo stesso reddito lordo e che paga in media il 30,8 per cento, lo sconto per la famiglia è di circa 10 punti percentuali, più o meno la dimensione dello sconto accordato in media negli altri paesi Ocse.
Esistono tuttavia paesi nei quali il sistema fiscale è davvero particolarmente generoso con le famiglie con figli: in Svizzera pagano il 3,8 per cento, in Canada l’8,5 per cento, in Portogallo il 9,6 per cento, negli Stati Uniti il 10,4 per cento. Senza, naturalmente, tenere conto della qualità dei servizi offerti, asili e scuole in testa.

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  1. Ermione D'Annunzio

    Purtroppo spesso i figli in età di scuola superiore o università svolgono vari “lavoretti” ,nel sommerso.E spesso le famiglie ,per evitare di perdere le detrazioni sulle tasse ,non vogliono che figlie e figli abbiano prestazioni lavorative registrate.Questa tendenza è talmente comune che certe università per erogare alcuni tipi di borse di studio hanno imposto la registrazione all’INPS alle studentesse e agli studenti che le percepivano,cioè hanno imposto che le borse di studio fossero tassate alla fonte e con l’obbligo dei contributi.

  2. gisella

    Molto interessante. Peccato che i dati riportati si riferiscono solo a “una coppia con due figli” . Ma la famiglia, nel bene o nel male, è cambiata, in Italia come altrove. Sarebbe un passo avanti riconoscere questo fatto e considerarlo adeguatamente quando si fanno stime, calcoli e previsioni. Faccio un esempio: le famiglie monogenitoriali sono circa il 15% delle famiglie italiane. Perché si continua ad ignorarle? Per questo siamo nati (www.smallfamilies.it) e per questo vi chiediamo di aiutarci fornendo dati e commenti che raccontano anche di noi. Grazie

  3. Enrico

    Premesso che non ho figli per cui sicuramente ho una sensibilità differente rispetto a chi ne ha.
    In realtà non ho mai compreso completamente le motivazioni alla base degli sgravi a favore delle coppie con figli (non sto dicendo che lo ritengo sbagliato), in fondo avere figli o meno è nella maggior parte dei casi una scelta volontaria. Non vedo dunque l’estremo per chiedere un trattamento differente rispetto a chi ha fatto scelte differenti.
    Infatti alla fine se ci sono detrazioni, significa che la differenza viene messa da qualcun altro, cioè da chi non ha figli.
    Sarebbe più equo procedere allo sgravio di spese determinabili e che sicuramente vanno a beneficio dei figli (scuole, palestre, materiali di studio o gioco).

    • Ivan Berton

      Ciao Enrico, premetto che non ho figli, però gli sgravi sono essenziali per un semplice motivo, perchè la famiglia è il fulcro della nostra società (con tutto il rispetto per chi sceglie di essere single), il paracadute sociale che permette una stabilità, il cuore che tiene unite le persone. Quindi trovo sacrosanto che gli si dia una mano. Gli altri paesi in europa lo hanno capito da anni, io ho esperienza della Francia, e posso confermarti che ci sono miriadi di servizi alle famiglie: esistono campi scuola, servizi di trasporto, asili “parcheggio”; il lavoro di “baby sitter” è considerato un lavoro importante, e possono farlo solo persone certificate dallo stato, professioniste che beneficiano di una detrazione del 50% sulla dichiarazione dei redditi. Tutto questo movimento fa lavorare tantissime persone attorno alla famiglia, i giovani vengono incentivati a lasciare casa e sposarsi, è molto più facile trovare mamma e papà trentenni, con tre o quattro figli. La famiglia è la base da cui poter ripartire anche in Italia: prima lo capiamo, prima ripartiamo.

    • Enrico anch'io

      Una persona senza figli che riceva una pensione calcolata con il metodo retributivo in larga misura se la fa pagare dai figli altrui. Nel caso di una pensione puramente contributiva, affinché questa abbia un qualche valore deve poter essere spesa per acquistare beni o servizi, e questi devono pur essere prodotti e resi disponibili da qualcuno. Un pensionato contributivo senza figli acquisterà quei beni e servizi da persone attive che non possono che essere figli di altri.

  4. Enrico

    Grazie della risposta, intuisco la motivazione che sottende la Sua spiegazione e, in effetti, la condivido.

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