Negli ultimi anni è salito il numero di lavoratori qualificati che rientrano in Italia utilizzando gli incentivi fiscali loro riservati. Sono soprattutto giovani italiani, molto istruiti e con retribuzioni alte. L’impatto strutturale resta però da valutare.
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Ai membri della “Netless Class” manca quel capitale di beni e relazioni che permette di reagire agli imprevisti della vita. È una condizione sempre più diffusa e va affrontata con una priorità chiara: garantire a tutti l’accesso ai diritti fondamentali.

Al G7 canadese si è raggiunto un accordo che esclude le multinazionali con capogruppo negli Usa dall’applicazione della tassa minima globale. Suscita molti interrogativi e non cancella la possibilità di nuovi contenziosi con l’amministrazione Trump.

Servirebbero tagli di spesa pubblica per almeno 30 miliardi e poi un contributo dei più abbienti per la sanità: sono tante le perplessità sull’ipotesi di una flat tax per tutti i contribuenti. Come tutelare dipendenti e pensionati rispetto al fiscal drag.

La flat tax non è di per sé incompatibile con il rispetto di severi vincoli di bilancio. E non è neanche vero che gli attuali livelli di spesa e dunque di prelievo siano intoccabili. Già nel 2017 una proposta mostrava i vantaggi dell’aliquota piatta.

Tra il 2022 e il 2024, con l’inflazione alta, il drenaggio fiscale è arrivato a 25 miliardi. Ne beneficiano le casse dello stato, ma a spese di lavoratori dipendenti e pensionati, perché gli autonomi hanno la flat tax. Cosa cambia dopo la riforma fiscale.
In tre anni, Transizione 4.0 ha garantito alle imprese diversi miliardi in crediti d’imposta per investimenti nella digitalizzazione. Nel complesso restano però varie perplessità su un piano che sembra più che altro risolvere difficoltà contingenti.
Il ritorno di Trump alla Casa Bianca ha affossato ogni possibilità di introdurre una tassa globale minima sulle multinazionali. Ora però la Ue potrebbe ricorrere a una imposta sui servizi digitali in risposta ai dazi Usa. Ecco difficoltà e controindicazioni.
Nel 2024 l’imposta di soggiorno ha portato nelle casse dei comuni più di un miliardo. Ha però vari difetti. Per esempio, non tutti gli enti possono introdurla. Servirebbe più omogeneità nelle regole e più trasparenza sulla destinazione del gettito.
Le eredità valgono ormai quasi un quinto del Pil italiano, più che in molti altri paesi avanzati. Molto dipende dal valore degli immobili delle famiglie italiane. La via maestra per riequilibrare ricchezza accumulata e salari è la crescita economica.