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Autore: Ferrante Francesco

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Francesco Ferrante (1961) è professore ordinario di Economia politica. Laureato in economia e commercio, ha conseguito il dottorato in Economia presso l’Università di York (U.K.) Ha ricoperto diversi incarichi istituzionali (coordinatore di corso di laurea di primo e di secondo livello; coordinatore di corsi di master, componente del Consiglio di amministrazione e del Senato accademico dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, pro-rettore al job placement, alla creazione d’impresa e agli spin off, carica che tuttora ricopre. E’ stato per diversi anni consulente scientifico del Consorzio AlmaLaurea ed è attualmente componente del Centro di Economia della formazione e delle professioni della Luiss. È contitolare dei corsi di Economia del capitale umano, di Economia creativa e dell’imprenditorialità e di Entrepreneurship and Innovation presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale e dei corsi di Political Economy of Development e Public Economics presso la Luiss. I suoi interessi di ricerca attuali ruotano attorno ai temi dell’economia dell’istruzione, dell’imprenditorialità e del mercato del lavoro, con particolare riferimento al ruolo delle istituzioni. E’ stato intervistato da giornali, radio nazionali e televisioni nazionali ed estere su tematiche riguardati l’università, il mercato del lavoro e l’imprenditorialità. Nel 2014 ha fondato, assieme ad alcuni colleghi, Mechanimata s.r.l., spin off accademico dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, società di cui è vice-presidente.

Istituti tecnici superiori alla prova dei dati

C’è molto entusiasmo intorno agli Its, la prima esperienza italiana di offerta formativa terziaria professionalizzante. Forse ingiustificato a guardare i dati occupazionali a un anno dal diploma. Servirebbe più formazione in entrata nelle aziende.

Quando il ranking diventa un’ossessione

L’uso improprio dei ranking di scuole e università porta alla polarizzazione delle opportunità educative. Col tempo genera diseguaglianze tra gruppi sociali e tra territori. Un rischio che il nostro paese, già alle prese con tanti divari, non può correre.

Se mancano i buoni insegnanti

Se non ci sono profonde motivazioni personali, non si capisce perché nelle attuali condizioni un giovane brillante laureato dovrebbe intraprendere la carriera di insegnante. Per attrarre buoni docenti serve un cambiamento di prospettiva nel reclutamento.

Qualità dell’istruzione: un’eredità del passato?

Il livello medio di istruzione di una comunità ha origine lontane, a causa della sua forte persistenza temporale e del ruolo della trasmissione intergenerazionale. Il caso italiano è un esempio lampante. Le implicazioni per le politiche pubbliche.

Per la crescita ripartire dalle risorse umane

L’Italia è cresciuta ben poco negli ultimi venti anni. Tra le tante cause, è rimasta in secondo piano la questione di come gli imprenditori italiani selezionano e gestiscono le risorse umane. La meritocrazia latita, nel settore pubblico e in quello privato. Inutile intervenire solo sulla scuola.

Ma l’università non deve insegnare un lavoro

Sono in molti a chiedere a scuola e università percorsi di studio più professionalizzanti. Ma il progressivo accorciamento del ciclo di vita di tecnologie e conoscenza rende presto obsolete competenze così costruite. Gli interessi di aziende e lavoratori e la soluzione della formazione continua.

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