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Il Punto

Aspettando il Def (in ritardo), parliamo d’altro. Ad esempio del fatto che, nella sua tesi di dottorato, la ministra Marianna Madia ha fatto ampio uso di copia e incolla e omesso di citare debitamente le sue fonti e i nomi di chi aveva lavorato con lei. Tante però le falsità scritte dai media sul caso. Rimangono vari aspetti non chiariti dall’esponente del governo.
I decreti attuativi della “Buona scuola” mettono le premesse per selezionare i nuovi insegnanti come si deve: mediante concorso e con un’adeguata formazione. Tuttavia, senza una programmazione nazionale del fabbisogno di docenti e con una popolazione studentesca stagnante, arriveranno solo nuove legioni di precari. Fino a ieri si riteneva che i bambini cresciuti in un buon asilo nido maturassero un vantaggio cognitivo per il resto della vita, specie se provenienti da famiglie svantaggiate. Nuovi studi dicono che l’effetto, invece, svanisce in pochi anni. Rimangono esiti positivi su personalità, autostima, autocontrollo.
Mentre a Ivrea si è celebrato il suo co-fondatore Gianroberto Casaleggio, a Roma il M5s che guida la giunta vuole generalizzare la democrazia diretta con petizioni on-line, referendum su tutto e bilanci comunali partecipativi. Ma è più marketing politico che una vera rivoluzione.
Mario Draghi ha spiegato che si parlerà di aumento dei tassi in Europa solo una volta che l’inflazione sarà ritornata stabilmente al 2 per cento anche senza i massicci stimoli monetari degli ultimi anni. Condizioni ancora lontane dal verificarsi, secondo la Bce.
I dazi che Trump minaccia d’imporre sulle merci europee sono il riaffacciarsi di una controversia sull’import di carni americane tra Washington e Bruxelles iniziata nel 1989 e su cui il Wto aveva dato ragione agli Usa. Il Ttip avrebbe sanato il conflitto. Ma ora l’accordo transatlantico non c’è più e così il presidente Usa ha riaperto rudemente il file.

Tommaso Monacelli risponde ai commenti al suo articolo “Inflazione, la tassa occulta che piace allo stato

Nel momento della scomparsa della sorella di Giuseppe Pisauro, la redazione si stringe attorno all’amico e collega.

15 anni de lavoce.info: feste-convegni 5 giugno a Milano e 6 giugno a Roma
Nel 2017, lavoce.info compie 15 anni. Festeggeremo il compleanno con i nostri affezionati lettori e sottoscrittori la mattina di lunedì 5 giugno a Milano e il pomeriggio di martedì 6 giugno a Roma. Intanto: SAVE THE DATE! A breve comunicheremo il come e il dove.
E, se potete, destinate e fate destinare il 5 per mille dell’Irpef a questo sito in quanto “associazione di promozione sociale”: Associazione La Voce, Via Bellezza 15 – 20136 Milano, codice fiscale 97320670157. Grazie!

I dazi di Trump contro i torti degli europei

Nella vicenda delle importazioni in Ue di carne contenente ormoni e dei conseguenti dazi compensativi imposti dagli Usa, i torti e le ragioni non sono così definiti come appaiono a prima vista. E anche le conseguenze non sono facili da calcolare.

Effetto Trump sul clima

Con un ordine esecutivo Trump inizia a smantellare il contributo Usa alla lotta ai cambiamenti climatici. Il pericolo è un effetto emulazione da parte di altri paesi. Mente, sul fronte interno, il passaggio alle fonti rinnovabili sembra irreversibile.

Il Punto

La politica (anti)ambientale di Trump manda in soffitta gli impegni Usa-Cina per la riduzione del CO2 e quelli successivi presi alla Conferenza di Parigi. E permette a Pechino di guidare la lotta per il clima. All’interno del paese illude i lavoratori dell’industria del carbone, la cui estrazione costa più delle alternative.
Per i politici in cerca di popolarità a buon mercato la proposta di abolire i ticket sanitari è un classico, ricomparso in questi giorni. Il rischio è di far salire la spesa sanitaria non coperta. Meglio sarebbe riformare il sistema delle compartecipazioni alla spesa e delle esenzioni. C’è chi non paga nulla e chi moltissimo, senza tetti. Anche sul territorio il sistema è squilibrato, dato che ogni regione fa la propria politica dei ticket. Spesso determinata in funzione di esigenze di cassa piuttosto che per ridurre l’eccessivo consumo di farmaci.
In calo continuo per cinque anni, il numero di banconote in circolazione in Italia ha ricominciato a crescere l’anno scorso dopo l’innalzamento del limite all’uso di contante da mille a 3 mila euro deciso dal governo Renzi. Senza accompagnarsi a un pari aumento dei consumi delle famiglie. Tutto quel “cash” è finito altrove.
Sono passati otto anni dal terremoto dell’Aquila, quasi cinque dal sisma in Emilia, pochi mesi da quelli in Italia centrale. La successione dei disastri ha portato a migliorare marginalmente gli aiuti alle famiglie per le necessità economiche del giorno dopo: mutui e bollette da pagare, auto distrutte, tasse. Manca però una legge generale sulle emergenze. Anche in tema di ricostruzioni trasparenti post-calamità arrivano le nuove norme sugli appalti. In linea con le direttive europee, la procedura per le gare pubbliche ora tiene conto di un rating sui comportamenti passati delle imprese. Chissà come sarà tradotta nei nostri regolamenti: dando più discrezionalità alle stazioni appaltanti, oppure, come in Francia e Germania, con una rigida applicazione delle norme Ue?

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Come mai il riarmo americano fa danni all’economia

Il ritorno al militarismo annunciato da Trump sarà un ostacolo allo sviluppo di lungo periodo, non solo negli Usa. La conseguenza peggiore sarà la non accumulazione di capitale umano, con effetti sulla produttività. Aggravati dai danni alla salute fisica e mentale dei reduci.

Il Punto

Con il decreto “salva risparmio” approvato in Parlamento arrivano 20 miliardi di garanzie pubbliche per ricapitalizzare Mps e le due banche venete, su cui pesano i troppi prestiti deteriorati. La riattivazione del credito richiederebbe una drastica pulizia di bilancio. Impossibile a meno di vendere le loro sofferenze a prezzi di saldo.
Il presidente dell’Inps ha proposto di uniformare a sette il numero di ore di reperibilità per chi si assenta dal lavoro per malattia (oggi sono 4 nel privato e 7 nel pubblico). L’esperienza passata insegna che estendere l’orario di reperibilità influenza le percentuali di assenteismo.
La retorica anti globalizzazione porta Donald Trump a minacciare misure protezionistiche verso partner commerciali colpevoli di rubare posti di lavoro americani. Lo fa a torto nel caso dei rapporti Usa-Messico, che sono fatti di catene del valore globali e quindi alla fin fine “made in Usa”. Il neo-presidente non ha tutti i torti, invece, quando prende di mira il surplus commerciale tedesco – il risultato di capacità competitiva ma anche di una politica mercantilista tutta orientata all’export. Nell’eurozona, invece, come si nota nella nostra infografica, l’avanzo commerciale della Germania è scomparso durante la crisi.
L’area dell’euro è un’unione monetaria un po’ anomala: rispetto agli Stati Uniti, la capacità degli stati di condividere il rischio di una caduta del reddito è piuttosto bassa. È il prezzo di un’unione imperfetta, dove i mercati finanziari sono poco integrati e manca (e non è neanche in vista) un vero governo federale.
Avevamo finito l’anno pensando che la salute non avrebbe subito tagli nel 2017. Invece viene fuori che mancano le coperture per 480 milioni di spese. Si dice, perché alcune regioni a statuto speciale non vogliono fare la loro parte. Un ennesimo pasticcio nel rapporto Stato-regioni, tema omesso nel referendum costituzionale di dicembre.

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Perché Trump ha torto sul Messico

Donald Trump vuole ridurre le esportazioni dal Messico verso gli Usa. Ma l’introduzione di tariffe sui prodotti messicani potrebbe far perdere competitività alle imprese americane, che vedrebbero compromesse le loro catene regionali del valore. L’importanza della bilancia commerciale complessiva.

Ma sulla Germania The Donald forse ha ragione

La Germania non è il Messico. Ha un surplus commerciale non solo bilaterale con gli Stati Uniti, ma in aggregato con il resto del mondo. Anche perché si avvantaggia degli effetti dell’area euro. Proprio per questo dovrebbe in parte modificare la sua politica economica. A partire dagli investimenti.

Il Punto

Le 60 pagine della sentenza della Consulta sull’Italicum disegnano una legge elettorale coerente con la Costituzione e immediatamente applicabile. Ma non vietano un nuovo intervento del Parlamento, troppo esposto ai veti incrociati di chi guarda solo al proprio orticello. Ci aspetta un futuro di grandi coalizioni, i “caminetti” che Matteo Renzi ha contestato alla direzione nazionale del Pd. Intanto il 2016 finisce con un Pil che va meglio del previsto.
Iniziamo in anticipo a festeggiare, a modo nostro, i 60 anni di una Ue in piena crisi di popolarità. Pesano la Brexit e il rischio di una guerra economica transatlantica. Ma anche l’eccesso di regole comunitarie e i balbettii europei su migrazione, sicurezza e difesa. Per il futuro si ragiona su un’Europa a più velocità che preservi almeno un’unione a cerchi concentrici per chi ci sta. E che consenta l’attuazione – paese per paese – delle riforme più adatte a far ripartire la crescita. L’Europa può ritrovare la sua identità e continuare a educare i suoi cittadini alla diversità sociale e culturale se fa tesoro di successi come il progetto Erasmus, che nel 2015 ha fatto viaggiare quasi 680 mila studenti.
Nel frattempo, dall’altra parte dell’Atlantico, Donald Trump smonta i risultati di Obama a colpi di ordini esecutivi. Tra cui quello che vuole far ripartire la costruzione dell’oleodotto Keystone XL che collegherebbe il Canada al Messico. Con alti rischi ambientali e dubbi vantaggi economici.
Sullo sfondo degli eventi politici di questi mesi c’è il persistere delle disuguaglianze tra ricchi e poveri. Che, rivelano nuovi studi, dal 1300 a oggi non hanno smesso di crescere. Con qualche eccezione: dopo la Peste nera del 1348 e tra le due Guerre mondiali. Cerchiamo di combatterle con strumenti meno cruenti!

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Sarà la finanza a fermare l’oleodotto della discordia?

Una infrastruttura molto discussa per trasportare un greggio particolarmente inquinante e difficile da estrarre. Che sarebbe utile solo se il prezzo del petrolio aumentasse di molto. Così l’oleodotto Keystone XL, bloccato da Obama e autorizzato da Trump, può rivelarsi un investimento rischioso.

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