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Perché i muri non possono fermare i rifugiati

Per i rifugiati il 2015 si è chiuso male e il 2016 non promette niente di buono. Se per un breve momento è sembrata prevalere la cultura dell’accoglienza, ora si è tornati alla strategia del contenimento. Ma chi vive in situazioni di guerra continuerà a cercare scampo con ogni possibile mezzo.

Il Punto

La condanna in primo grado di Cimoli e altri tre amministratori colpisce i manager ritenuti responsabili del dissesto di Alitalia. Non i mandanti della sua scellerata gestione. Da individuare tra chi – nella politica e nel sindacato – ha utilizzato la società per interessi ben lontani da quelli aziendali.
A volte ritornano! È il caso del progetto faraonico del ponte sullo Stretto di Messina. Finito in soffitta, viene ora riproposto (in versione solo ferroviaria) dall’Ncd di Angelino Alfano “per far ripartire il Mezzogiorno”. Meno male che il ministro Delrio ha congelato il progetto: “Ci sono altre priorità”. Davvero.
Aumentare la produttività: è il mantra recitato da tutti. Serve a far crescere l’economia, si ripete. Ma, alla fine di una lunga recessione, vale esattamente il contrario: è la crescita della produzione alimentata dal rinnovato impulso di consumi e investimenti a favorire – almeno per un po’ – l’aumento della produttività.
Impietoso, l’algoritmo di Google suggerisce la parola “scandalo” quando si digita Volkswagen. È solo uno dei pesanti effetti collaterali che ricadono sulla casa automobilistica dopo i suoi imbrogli. La casa del maggiolone ha di fronte una strada tutta in salita per recuperare la fiducia di consumatori e investitori.
L’Europa è in ritardo nell’attuazione dell’accordo per la ripartizione dei rifugiati. Nel frattempo ha dichiarato guerra agli scafisti e concesso consistenti aiuti ai paesi vicini alla Siria che accolgono masse di profughi. È una Ue globale nella coltivazione dei suoi interessi ma che torna molto locale quando si tratta di diritti umani. Fermo restando che con i vari aspetti della globalizzazione bisogna fare i conti. Anche in Italia. Dobbiamo provare a integrare i nuovi arrivati con regole condivise. Ma non possiamo aspettarci che diventino “come noi” con uno schiocco delle dita. Cultura e religione d’origine contano. Per esempio, nella scelta delle donne se lavorare o curare la casa.
Una risposta di Giulio Formoso e Anna Maria Marata, autori di “Epatite C: quando la speranza ha un costo alto”, al commento di Alberto Donzelli
Come ogni anno, qualche avvicendamento negli incarichi de lavoce.info. Quest’anno le new entry sono tutte donne. Nel comitato di redazione Michele Pellizzari passa il testimone a Maria De Paola che va ad affiancare Angelo Baglioni, Massimo Bordignon, Francesco Daveri e Michele Polo. Alessandra Casarico assume la funzione di tesoriera.

Profughi: i vantaggi della generosità

Accogliere i profughi può costituire un fattore di sviluppo economico per l’Unione Europea. Perché sono giovani molto determinati a migliorare la propria condizione di vita e gli stati dovrebbero favorire in ogni modo il loro accesso al lavoro. Dalle regole di Dublino alla protezione temporanea.

Gli effetti dei profughi sull’economia *

I flussi di profughi che fuggono da guerre e persecuzioni sono economicamente insostenibili per i paesi europei? Le esperienze degli stati vicini alla Siria, che ospitano nel loro territorio un numero ben maggiore di rifugiati, sembrano raccontare una storia diversa. Pianificazione e accoglienza.

Accoglienza dei migranti: il prezzo è giusto?

Il problema dell’immigrazione sarà una priorità nell’agenda dei governi europei per molto tempo. Sono indispensabili meccanismi che consentano una politica comune europea. L’idea di lasciare la possibilità di non accogliere i migranti dietro pagamento desta varie perplessità.

Come affrontare l’ondata di profughi

L’Europa sembra avere capito che occorre cooperare per gestire il dramma dei migranti. La soluzione al problema va cercata facendo dell’asilo una politica comunitaria per cui i vari paesi dovrebbero ricevere aiuti europei in proporzione al numero delle persone accolte.

Rifugiati: i limiti della rilocalizzazione

La Commissione ha proposto un meccanismo di redistribuzione dei richiedenti asilo tra gli Stati membri che supera Dublino 3. Tiene conto di dimensioni e situazione economica di ciascun paese e di quanti richiedenti asilo sono già stati accolti. Due punti deboli e l’alternativa possibile.

Diritto d’asilo: le regole UE e l’applicazione italiana

Nel 2004 la UE ha sancito il diritto alla protezione per chi subisce persecuzioni e per chi fugge da conflitti. Ora che le barriere naturali e politiche non impediscono più l’arrivo massiccio di profughi, il regolamento Dublino 3 mostra le sue pecche. E l’Italia lo applica a modo suo.

Rifugiati: la tragedia continua

I rifugiati nel mondo hanno superato i 50 milioni. E ad accoglierli sono soprattutto i paesi più vicini agli epicentri di crisi: Libano, Turchia, Giordania. In Europa, regole di Dublino e gestione nazionale di immigrazione e asilo generano politiche letteralmente disumane. La soluzione possibile.

Come si garantisce l’accoglienza dei profughi

Dal Consiglio europeo di fine ottobre sono arrivate affermazioni piuttosto vaghe su immigrazione e asilo. Per trasformarle in misure efficaci, è necessario separare i due problemi ed equilibrare gli sforzi degli Stati membri nell’accoglienza dei profughi. Il rischio di obiettivi di pura facciata.

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