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Tag: migranti Pagina 6 di 9

Se la Ue vuole solo rimandare i migranti a casa loro

La nuova proposta della Commissione europea per la gestione delle migrazioni risente degli umori dei politici più estremi. Nessuna attenzione ai diritti umani e troppa ai rimpatri. Ecco che cosa manca a questa soluzione: tre elementi.

Il Punto

Nel vertice di Innsbruck, Salvini e i suoi colleghi degli Interni tedesco e austriaco si sono accordati tra volonterosi (si fa per dire) nell’accogliere solo chi fugge da guerre. Dimenticando che i “migranti economici” – il cui flusso verso l’Italia è sceso a 13 mila, un decimo che nel 2011 –  servono. Sul mercato del lavoro e anche per i loro versamenti Inps. Lo dicono i dati, se uno vuole leggerli. Confusione e approssimazione sul tema dei migranti si trovano anche nelle parole del ministro Toninelli le cui affermazioni, all’esame del fact-checking de lavoce.info, risultano imprecise e poco fondate. In un altro vertice – quello Nato – Trump ha tentato senza successo di mettere fretta agli alleati sull’aumento della spesa militare. Da sempre gli Usa spendono di più. Ma già dal 2014 gli europei si sono impegnati ad aumentarla, per quanto lentamente. La vera necessità sarebbe un maggiore coordinamento che eviti sprechi e duplicazioni.
Sfruttando la vetrina del mondiale di calcio e del prossimo vertice col presidente americano, la Russia di Putin è al centro dei riflettori. Ma le apparenze nascondono un paese con tante difficoltà strutturali. Con crescita demografica nulla, troppi monopoli ed eccessiva dipendenza dall’export di materie prime.
Uno dei problemi del governo è la disomogeneità politica e ideale tra Lega e M5s. Che di fatto si sono divisi le aree di influenza: alla prima la questione immigrati e l’ordine pubblico, al secondo l’economia e in particolare il welfare. Con alto rischio di cortocircuiti.
Siae sotto accusa per abuso di posizione dominante davanti all’autorità Antitrust. Sono diventati numerosi i concorrenti della società che ha sempre gestito i diritti d’autore musicali come “monopolio naturale”. Che dopo la direttiva Barnier della Ue non è più così “naturale” e viene messo in discussione.
In piena tempesta mediatica su abolizione dei vitalizi, delle pensioni d’oro, della riforma Fornero, vediamo le risposte degli italiani se si chiede di indicare minimo e massimo ragionevole delle pensioni nette. La media è 900-3.000 euro. Ma poi cambia molto se si leggono i dati per età, area geografica, tipo di lavoro.

Convegno annuale de lavoce.info il 17 settembre a Milano. Save the date!
“I primi 100 giorni di populismo“ è il titolo del convegno annuale de lavoce,info. Si svolgerà la mattina di lunedì 17 settembre all’Università Bocconi di Milano. È un’occasione per vederci di persona, dopo tante interazioni digitali! Presto comunicheremo i dettagli del programma. La prima parte dell’incontro è riservata ai nostri collaboratori e sostenitori più affezionati (quelli che ci hanno finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni. Chi vuole è ancora in tempo per fare la donazione.

Tutti gli errori di Toninelli sulle Ong

Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca alle affermazioni del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli sulle navi delle Ong attive nel soccorso in mare dei migranti.

Il Punto

Il “Decreto dignità” è un – poco dignitoso – omaggio agli avvocati: rendendo confusa e incerta la legislazione sul lavoro, aumenterà il contenzioso (precipitato negli ultimi anni). Mette a rischio gli aumenti di occupazione degli ultimi anni, non avvantaggia lavoratori né imprese ed è un disincentivo a investire in Italia.
Dal Nord dell’Eurozona arrivano controproducenti proposte di modifica delle clausole di azione collettiva (Cac) che regolano le ristrutturazioni dei debiti sovrani nell’area euro. Con l’obiettivo di rendere il sistema più stabile, si otterrebbe il risultato opposto, facendo salire il costo del debito per i paesi più esposti.
Completando un altro tassello della sua agenda, il presidente Trump ora affossa le direttive sulla “affirmative action” che da decenni promuovono la diversità etnica nelle scuole e nelle università americane. Con effetti molto discussi nel favorire l’accesso degli afroamericani e scarso impatto sui divari salariali osservati.
Come mai, dopo aver cantato vittoria, il premier Conte non ha portato a casa nulla dall’ultimo vertice Ue? Forse perché i numeri – in rapporto sia alla popolazione nazionale sia al Pil – dicono che in Italia l’emergenza immigrati non c’è. Leggere i dati per credere.
Nel contratto di programma il governo vuole ridiscutere gli accordi di Basilea sui rating delle Pmi che ne danneggerebbero il finanziamento. Ma cambiare i modelli di valutazione del rischio sarebbe sbagliato. Si potrebbe invece attenuarne i requisiti di capitalizzazione imposti da una regolamentazione troppo severa.
Una Netflix italiana per favorire innovazione e sviluppo della tv nazionale: l’idea di Luigi Di Maio è suggestiva ma arriva tardi. Ora i giganti mondiali del settore stanno già giocando la partita a suon di svariate decine di miliardi. Servono accordi a livello europeo, non necessariamente in opposizione a Netflix e soci.

Giovanni Dosi, Marcello Minenna, Andrea Roventini, e Roberto Violi commentano l’articolo “Ma i tedeschi non sono masochisti” di Roberto Perotti. Con la replica dell’autore.

Convegno annuale de lavoce.info il 17 settembre a Milano. Save the date!
“I primi 100 giorni di populismo“ è il titolo del convegno annuale de lavoce,info. Si svolgerà la mattina di lunedì 17 settembre a Milano. È un’occasione per vederci di persona, dopo tante interazioni digitali! Presto comunicheremo luogo e programma. La prima parte dell’incontro è riservata ai nostri collaboratori e sostenitori più affezionati (quelli che ci hanno finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni. Chi vuole è ancora in tempo per fare la donazione.

Quando i numeri sui rifugiati smentiscono le narrazioni

L’accordo raggiunto al vertice UE prevede la redistribuzione dei richiedenti asilo solo su base volontaria. I numeri aiutano a capire perché l’Italia non è nella posizione di chiedere trasferimenti verso altri stati che già hanno accolto più migranti.

Il Punto

Il premier Giuseppe Conte ha – per poco – cantato vittoria. Ma in verità il vertice dei primi ministri Ue non ha risolto niente sul tema migranti. Il potenziamento di Frontex e della guardia costiera libica lascia irrisolti i grandi problemi: gestione delle frontiere, campi profughi in Africa e revisione del regolamento di Dublino. È anche proseguito il braccio di ferro sulla governance dell’Eurozona. I “nordici” vogliono ridurre i rischi prima di condividerli; i “mediterranei” esattamente il contrario. Ognuno per il proprio tornaconto. Il che limita i passi avanti su assicurazione europea dei depositi e fondo salva-stati.
Sempre sull’immigrazione, l’attivo ministro Di Maio punta il dito sull’assenza di un obbligo di rendicontazione per cooperative e società che gestiscono il nostro sistema di accoglienza. Non è così, come chiarisce il fact-checking de lavoce.info.
Molte e confuse le idee dell’esecutivo di oggi su una riforma delle pensioni che mandi in soffitta “la Fornero”. Sarebbe il venticinquesimo provvedimento dal 1995. Ennesima giravolta per accontentare tutti, cercando di cancellare il (plausibile) principio che lega l’età della pensione all’aspettativa di vita.
I dati del mercato del lavoro consegnano un finale positivo del governo Gentiloni (+114 mila occupati in maggio rispetto ad aprile e -84 mila disoccupati). Sulle politiche per ricollocare chi perde il lavoro constatiamo però che Francia e Germania spendono cinque volte più di noi. Ci vogliono più soldi. Ma c’è anche da centralizzare i centri per l’impiego, oggi sparpagliati a livello regionale.
Ha fatto notizia il premio in denaro che un imprenditore veneto ha stanziato per i dipendenti che fanno figli. È solo una delle varie forme di welfare aziendale che si sono diffuse. Grazie ad agevolazioni fiscali che saranno eliminate per finanziare flat tax e reddito di cittadinanza?
Da gennaio 2019 a Milano fuorilegge i diesel Euro 0, 1, 2 e 3. A rigore il provvedimento non è strettamente giustificato dai dati sull’inquinamento prodotto da questi motori. Avrebbe forse più senso la regola “chi congestiona paga”.

Convegno annuale de lavoce.info il 17 settembre a Milano. Save the date!
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Il Punto

Il governo vuole abolire lo split payment, il meccanismo anti-evasione per cui la pubblica amministrazione che acquista da un privato versa essa stessa l’Iva al fisco scorporata dalla fattura. Un sistema che – pur consentendo compensazioni per i contribuenti onesti – ha fatto recuperare 3,5 miliardi di euro di introiti. Non è vero che una flat tax debba essere in favore dei ricchi. Fissando detrazioni sufficientemente elevate si potrebbe ridurre la pressione fiscale anche per i redditi medio-bassi, lasciando invariato il livello delle entrate. Ma l’aliquota dovrebbe essere al 35 per cento, non al 15 o 20 proposto dal governo.
Se rinunciasse all’idea di usare fondi Ue in modo velleitario, l’esecutivo Lega-M5s potrebbe far partire subito un reddito di cittadinanza che non scoraggi la ricerca di lavoro. Come? Accoppiando il Rei (reddito di inclusione) con l’assegno di ricollocazione per chi cambia lavoro. Misure approvate dal governo Gentiloni.
Parlando di migranti si fa presto a dire “aiutiamoli a casa loro”. In realtà i dati dicono che a lasciare il proprio paese non sono i più poveri ma chi – avendo un reddito medio – riesce a indebitarsi. Gli aiuti allo sviluppo – per quanto utili – ridurrebbero i debiti di queste persone, non il numero degli emigrati. Anche Roberto Saviano – cui va la nostra solidarietà per le recenti minacce ricevute dal ministro dell’Interno –  è incorso in un errore sui costi dell’accoglienza in Italia. Non è vero che la Ue dia un contributo notevole al loro finanziamento. Lo spiega il fact-checking de lavoce.info.
Il “melting pot”, incontro di persone di provenienze geografiche e culture diverse, contribuisce alla crescita delle società moderne ma anche le comunità molto coese al proprio interno, campanilistiche, mostrano di saper crescere. Come è successo ad Abruzzo e Molise dopo la separazione in due regioni.

Convegno annuale de lavoce.info il 17 settembre a Milano. Save the date!
“I primi 100 giorni di populismo“ è il titolo del convegno annuale de lavoce,info. Si svolgerà la mattina di lunedì 17 settembre a Milano. È un’occasione per vederci di persona, dopo tante interazioni digitali! Presto comunicheremo luogo e programma. La prima parte dell’incontro è riservata ai nostri collaboratori e sostenitori più affezionati (quelli che ci hanno finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni. Chi vuole è ancora in tempo per fare la donazione.

“Aiutarli a casa loro” non ferma i flussi migratori

Gli aiuti allo sviluppo non frenano le migrazioni. Una politica che voglia gestire i flussi e fermare davvero il traffico di vite umane dovrebbe garantire quote certe per entrare a lavorare in Europa e corridoi umanitari per i richiedenti asilo.

Se per Saviano l’accoglienza dei migranti ce la paga l’Europa

Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca alle affermazioni di Roberto Saviano sulla spesa per l’accoglienza dei migranti.

Per la sicurezza conviene garantire un lavoro ai migranti

La politica del governo sugli immigrati sembra orientata a colpire i bersagli deboli. Ma al di là degli slogan, un rapporto positivo tra immigrazione e sicurezza si costruisce solo promuovendo il lavoro dei migranti nell’economia legale del nostro paese.

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