Attraverso tecniche basate su dati da fonti digitali si può misurare l’impatto della ricerca sulle scelte politiche. Nel caso del cambiamento climatico, l’approccio permette di valutare l’influenza degli studi scientifici sulle politiche agricole.
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L’esitazione di fronte ai vaccini è un problema di salute pubblica noto già prima della pandemia. Gli algoritmi di machine learning applicati ai dati amministrativi possono aiutare a prevedere le aree a maggior rischio, dove indirizzare gli interventi.
I dissesti finanziari degli enti locali sono diffusi, con ovvie conseguenze negative per le comunità amministrate. L’integrazione tra l’enorme quantità di dati disponibili e l’intelligenza artificiale permette però di prevederli. E dunque di prevenirli.
Il fumo è ormai un’abitudine diffusa soprattutto nelle fasce di popolazione a basso reddito. L’analisi della distribuzione in termini di reddito del consumo di tabacco può aiutare a impostare forme di tassazione che favoriscano stili di vita più sani.
L’App Immuni è un esempio da manuale di fallimento di mercato. Bisogna iniziare a pensare al modo migliore di sfruttare per il bene della collettività la sterminata mole di dati raccolta ogni giorno dai nostri dispositivi e già utilizzata per fini privati.
Nel 2018 in Italia si sono giocati quasi 107 miliardi di euro. Ma se i più ricchi restano sui giochi tradizionali, sono i più poveri a dedicarsi a scommesse e slot-machine. I risultati di uno studio sugli effetti distributivi del gioco d’azzardo.
In sanità il ticket dovrebbe essere utilizzato per responsabilizzare gli utenti sul costo del servizio sanitario. Ma il super-ticket non serve per contenere i consumi eccessivi, mentre potrebbe spingere una parte dei cittadini a rinunciare alle cure.
In Italia i ticket non sono più uno strumento di razionalizzazione della domanda, ma servono per finanziare la spesa sanitaria. In più sono decisi dalle singole regioni, creando una grave disparità di accesso al servizio sanitario nazionale.