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Con il nido gratis per tutti cresce l’intero paese*

L’Italia è ancora uno dei paesi europei che destina meno risorse alla prima infanzia. Eppure, garantire gratuità e universalità degli asili nido darebbe enormi vantaggi. A beneficio dei bambini, ma anche del Pil, con l’aumento dell’occupazione femminile.

La demografia del lockdown

Qual è la distribuzione dei lavoratori, per età e genere, nei settori soggetti al lockdown e in quelli che non lo sono? Una ricerca mostra una prevalenza di dipendenti più giovani nelle attività non essenziali, mentre in quelle essenziali si riscontra una maggiore concentrazione di donne.

Contro la violenza di genere l’arma della prevenzione*

Fanno riflettere i dati della recente indagine Istat sull’accettabilità sociale della violenza di genere. È evidente la necessità di una strategia più ampia che punti sulla prevenzione, oltre a rafforzare la protezione delle vittime e a punire gli autori.

Poco rosa nel governo Conte

Mentre la Spagna si dà un governo con undici ministre, l’Italia ne vara uno con solo cinque donne e tredici uomini. Anche nel contratto Lega-M5s le proposte a favore delle donne e delle famiglie sono vaghe, come le coperture per renderle effettive.

L’università ha un problema di genere

Una tesi di laurea ha acceso i riflettori sul circolo vizioso fra stereotipi e squilibri di genere nei dipartimenti di economia. Due università italiane hanno affrontato il problema, modificando le regole di reclutamento. Ma attenzione ai passi falsi.

Il voto femminile? Premia i messaggi positivi

I toni usati in una campagna elettorale possono risultare decisivi. Due esperimenti italiani mostrano infatti che le elettrici premiano i messaggi positivi, mentre gli uomini quelli negativi. Un risultato utile in vista della prima elezione presidenziale Usa con due candidati di sesso opposto?

Quanto conta la diversità sul lavoro *

Più brave, ma meno occupate e meno pagate degli uomini: è la situazione delle donne italiane. E se le quote obbligatorie nei consigli di amministrazione sono opportune, l’esperienza americana indica che occorrerebbe introdurre regole di disclosure per la diversità anche nelle posizioni dirigenziali

Le quote rosa non superano l’abilitazione

Tante donne fra gli studenti universitari e fra i dottori di ricerca, poche nella carriera accademica. Forse perché nelle commissioni dei concorsi la presenza femminile è scarsa? Servono dunque le quote rosa? Alla luce dei risultati dell’abilitazione scientifica nazionale sarebbero un passo falso.

Otto Marzo

Quote di genere in politica e nelle imprese, conciliazione lavoro-famiglia, pari opportunità e molti altri temi che riguardano la questione femminile in questo articolo e nel Dossier a seguire che raccoglie i contributi pubblicati sull’argomento.

Il Punto

Il decreto salva-Roma doveva essere condizionato alla liquidazione di partecipazioni in società non direttamente collegate a finalità sociali. Perché gli intrecci azionari di Roma Capitale e della regione Lazio sono impressionanti. Una nuova puntata della nostra inchiesta “Spendere meno si può”.
Dalle indagini giudiziarie di Milano emerge la contiguità tra gli uomini del crimine organizzato e molti imprenditori che si mettono in affari con i mafiosi per recuperare crediti o ottenere finanziamenti. Con rassegnata naturalezza. Salvo accorgersi, troppo tardi, di esserne diventati ostaggi.
Mentre studi dell’Istat (e dell’Ocse) stimano con metodi molto discutibili i differenziali di capitale umano tra uomini e donne, un Dossier con i nostri interventi sulla questione femminile.
Se la Tobin tax in salsa italiana si è rivelata un fallimento, una piccola tassa a livello europeo su ogni transazione finanziaria potrebbe invece ottenere un gettito di 10 miliardi di euro da destinare al sostegno delle riforme strutturali. La Banca centrale europea lascia invariata la politica monetaria nonostante i tentennamenti nella ripresa. Gli euroscettici rischiano di diventare facili profeti di sventure.
Nel piano quadriennale delle Ferrovie dello Stato, investimenti per 6 miliardi all’anno, circa due terzi a carico dei contribuenti. Su come vengono spesi questi soldi mancano verifiche preventive e successive. E c’è opacità sui sussidi pubblici all’esercizio del trasporto. Sarebbe ora di dare trasparenza ai treni.

Una replica di Borri, Nisticò, Ragusa e Reichlin a “Come uscire dal pantano delle detrazioni fiscali“.

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