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Ponte sullo Stretto: una cattedrale nel deserto demografico

La decisione politica di costruire il Ponte sullo Stretto ha preceduto la valutazione sulla sua convenienza o meno. I numeri dicono che si tratta di un’opera con benefici prevalentemente locali, inferiori ai costi che ricadono sui contribuenti italiani.

Gare per i trasporti locali? Se ne riparla tra dieci anni

Nonostante la legge sulla concorrenza, la Regione Lombardia conferma il contratto con Trenord per i prossimi dieci anni senza passare per una gara. L’ostilità degli enti locali verso le gare è probabilmente una forma di “cattura del regolatore”.

La valutazione delle infrastrutture è passata di moda?

Tre anni fa l’analisi costi-benefici di alcune grandi opere aprì un’ampia discussione pubblica. Adesso il ministero ne ha pubblicate altre, su nuove infrastrutture. Gli elementi critici non mancano. Finora però non hanno suscitato l’interesse di nessuno.

Sulla strada le emissioni si riducono con la tecnologia

La riduzione delle emissioni di gas serra del trasporto stradale spostando una parte della domanda su ferrovia e trasporti pubblici ha un costo molto più alto che in altri settori. Ed è una politica che diventerà sempre più inefficace e inefficiente.

Ma il Pil è un alleato del buon clima

Secondo Giorgio Parisi, il Pil non è una buona misura dell’economia e la sua crescita è in contrasto con la lotta al cambiamento climatico. Però sviluppo e riduzione della vulnerabilità agli eventi meteorologici estremi dipendono dal reddito dei paesi.

La qualità dell’aria migliora, le regole no

La Corte di giustizia Ue ha condannato l’Italia perché non rispetta le norme sulla qualità dell’aria. Ma dagli anni Settanta l’inquinamento si è molto ridotto e solo pagando un prezzo alto si sarebbe potuto fare di più. È la regolazione che va ripensata.

Milano ferma i diesel, ma senza motivo

Da gennaio 2019 i diesel Euro 0, 1, 2 e 3 non potranno più circolare a Milano. Il provvedimento non è giustificato dai dati sull’inquinamento prodotto da questo tipo di motori. Più ragion d’essere avrebbe semmai l’approccio “chi congestiona paga”.

Via le accise sui carburanti? Sì, ma solo tagliando la spesa

Se i costi di produzione nel trasporto pubblico si allineassero a quelli degli operatori europei più efficienti, spesa complessiva ed entità dei sussidi potrebbero ridursi. Ci sarebbe allora spazio per un taglio del prelievo fiscale sui carburanti.

Autostrade: quando l’investimento ripaga

L’analisi costi-benefici su sei autostrade italiane costruite negli ultimi anni dimostra che in alcuni casi si è trattato di un buon investimento. Soprattutto dimostra che serve una valutazione analitica per ogni singola opera, senza preferenze arbitrarie.

Lo spreco di incentivi troppo generosi

Una politica folle

Ringraziamo i lettori per i molti commenti al nostro articolo “Primi nelle energie rinnovabili. Ma a che prezzo?”

Uno dei lettori scrive “oggi si potrebbero istallare altri 15 GWp di fotovoltaico senza incentivi”. Forse è ottimista, ma sottolinea quanto folle sia stata la politica di incentivi nel fotovoltaico: se si fosse ridotto il sostegno mentre crollava il costo dei pannelli e si fossero diluiti gli investimenti su alcuni anni avremmo potuto raggiungere la stessa potenza istallata alla metà del costo totale per sussidi. Dà fastidio che in Italia non si identifichi mai il responsabile politico degli sperperi di denaro pubblico.

Rinnovabili ed emissioni

Quanto ai benefici delle rinnovabili: come già indicato in un nostro articolo del 2014, l’incentivo medio per il fotovoltaico in Italia risultava nel 2011 pari a 367,2 euro/MWh equivalente a trentasei volte il valore delle esternalità evitate. Con la stessa cifra sarebbe stato possibile ottenere una riduzione di emissioni di gran lunga superiore a quella ottenuta intervenendo laddove il costo marginale di abbattimento è minimo. Peraltro, a livello planetario la riduzione di emissioni conseguita finora grazie alla incentivazione delle rinnovabili è del tutto irrilevante: la quota di energia prodotta da fonti non fossili è aumentata negli ultimi quindici anni di un solo punto percentuale dal 13 al 14 per cento; quella del solare nel 2015 ha rappresentato meno dello 0,5 per cento del fabbisogno mondiale.

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