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Inflazione: se temporanea o meno è questione di scelta

Si fa un gran parlare di inflazione. Ma il tema da affrontare non è tanto quello delle strozzature delle catene della produzione, quanto quello della risposta delle banche centrali. Come ci hanno insegnato gli anni Settanta, le loro scelte sono cruciali.

Gli idranti di Mario Draghi

La Bce ha annunciato un nuovo ampio pacchetto di misure per stimolare la crescita nell’Eurozona. Ma la deflazione è solo un sintomo, il problema è la combinazione viziosa di eccesso di domanda di risparmio e limite zero sui tassi di interesse. E per risolverlo non basta la sola politica monetaria.

La deflazione che (ancora) non c’è

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L’inflazione di gennaio è scesa a -0,6 per cento su base annua. Si parla dunque di deflazione.
Il dato è determinato dal crollo dei prezzi dei beni energetici (-9,1 per cento) che contano per il 9 per cento del paniere dei prezzi al consumo. I prezzi dei beni non energetici sono invece saliti dello 0,1 per cento, quelli dei servizi dello 0,5 per cento.
Per ora la discesa progressiva dell’inflazione verso (o sotto) lo zero si è tradotta in un aumento del potere d’acquisto dei salari, cresciuti dell’1,1 per cento nel 2014 (il netto tra +1,3 dei salari nominali e del +0,2 per cento dell’inflazione). L’aumento del potere d’acquisto dei salari del 2014 è una novità: il dato era stato di +0,2 nel 2013, -1,5 nel 2012 e -1,1 nel 2011. Per chi ha un lavoro l’inflazione zero non e’ poi tanto male.

Il Punto

Il terrorismo è il risultato della strategia deliberata di una minoranza di fanatici, non -come molti ritengono- il prodotto degli errori dell’Occidente. Per combatterlo è necessario ricorrere a vari strumenti e strategie. Tra i primi, l’utilizzo -non facile- dei big data come, per esempio, la mole di dati sul trasporto dei passeggeri tra paesi europei (informazioni che comunque ledono la privacy dei cittadini). Tra le seconde, minare la credibilità delle organizzazioni che reclutano aspiranti stragisti e colpire le fonti di finanziamento.
Area euro in piena deflazione. Un nuovo Dossier raccoglie gli articoli sul tema pubblicati da lavoce.info. Per capire come mai ci risiamo dentro, perché è considerata una bestia nera, quali sono le ricette per uscirne. Una è l’uso da parte della Bce del bazooka del Quantitative easing (acquisto di titoli di stato dell’Eurozona). Vediamo con quali aspettative e quali rischi. Mentre rimangono da definire alcuni criteri per attuare questa politica monetaria. Come suddividere tra i bond dei diversi paesi i 500 miliardi previsti? E con quali scadenze, visto che molte emissioni a breve termine hanno rendimenti negativi? Le risposte implicano scelte tecniche e politiche, condizionate anche da vincoli di mandato della banca centrale.
Bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro e bassa fecondità sono due nodi -apparentemente contraddittori- che il Jobs act affronta su quattro direttrici: rafforzamento nella tutela dei diritti, incentivi fiscali, potenziamento dell’offerta di servizi, flessibilità. Cerchiamo di capire se sono misure utili e il rischio di un flop.
Perché, contrariamente alle aspettative, i prezzi delle case nuove si mantengono alti mentre quelli degli immobili esistenti hanno subito un forte calo? Forse una risposta si trova nel comportamento delle banche.
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Deflazione, non è una fatale maledizione divina

La deflazione è un pericolo reale per l’Eurozona: unita alla stagnazione può diventare una tenaglia letale per i paesi con alto debito pubblico. Uscirne si può, a patto di vincere alcuni tabù. Per esempio, avviando una politica di investimenti pubblici finanziata direttamente dalla Bce.

Cosa può fare la Bce contro i rischi di deflazione

La Bce non ha abbassato i tassi, ma aperto la strada a un nuovo quantitative easing. Un altro fattore ha contribuito alla stretta creditizia: i requisiti di patrimonializzazione delle banche in vista dell’Unione bancaria. L’indebolimento del cambio dell’euro.

Il Punto

Avevamo posto molti interrogativi sulla riforma elettorale “Italicum” presentata da Matteo Renzi. Nel testo depositato in Parlamento si trovano varie risposte ma rimangono alcune incertezze. Ecco una scheda che ci guida nel labirinto di quello che si candidata ad essere il sistema elettorale più complicato d’Europa senza cancellare i maggiori difetti del “Porcellum”: liste bloccate, premi di maggioranza eccessivi, incentivi alle coalizioni eterogenee e altro. Rimangono nella nebbia il ruolo del Senato e un nuovo sistema di garanzie.
In sei mesi 40 interventi legislativi sull’imposta sugli immobili, un obbrobrio giuridico e istituzionale che forse non sopravvivrà alle verifiche delle corti, una storia da Paese dei furbetti.
Potranno mai emergere i 200 miliardi di capitali detenuti all’estero da evasori fiscali? In dirittura d’arrivo un decreto con un meccanismo ben diverso dai soliti iniqui condoni.
Dietro al calo dello spread Btp-Bund nell’ultimo mese, anche un ruolo non secondario dei differenziali d’inflazione tra Italia e Germania, che segnalano i rischi di una deflazione da noi. .
Un nuovo Dossier raccoglie i nostri articoli sulla spending review.
Un commento di Marino Massaro a “Più il comune è piccolo, più sale il costo della politica” di Sabrina Iommi. E la risposta dell’autrice.

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Se il calo dello spread lancia segnali di deflazione

Lo spread Btp-Bund è sceso nettamente negli ultimi tempi. Una buona notizia, ma solo fino a un certo punto. Perché a giocare un ruolo importante sono i differenziali di inflazione tra Italia e Germania. Per il nostro Paese indicano una disinflazione che si avvicina pericolosamente alla deflazione.

I pericoli inediti della deflazione prossima ventura

Il rischio deflazione incombe sul mondo, in particolare su Europa e Italia. Non è la grande depressione degli anni Trenta, anche per la presenza di valvole di sicurezza sociale. Ma il margine sostenibile di intervento dei governi è molto più risicato, per l’elevato peso della spesa pubblica.

Un taglio che non allontana la deflazione

Il taglio dei tassi deciso dalla Bce la scorsa settimana è stato definito storico. Ma le borse non hanno festeggiato e i tassi di mercato a breve sono scesi di poco. Non è da qui che ripartirà la domanda nell’Eurozona. Le scelte che l’Unione dovrebbe fare per il bene dell’Europa.

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