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Tag: contratti collettivi

Una lente sui contratti non rappresentativi

Il tema del tasso di copertura dei contratti firmati dai sindacati più rappresentativi resta centrale nella discussione sul salario minimo. I numeri delle comunicazioni obbligatorie per capire dove si potrebbero nascondere gli accordi non rappresentativi.

Sul salario minimo c’è ancora tanto da discutere

Sono molte le questioni ancora aperte nel dibattito sul salario minimo. Da un lato, l’ampia copertura della contrattazione collettiva non basta più a garantire a tutti una base salariale adeguata. Dall’altro, va riconosciuta più flessibilità al sistema.

Contratti collettivi appesi all’indice

L’indice Ipca 2022 ha un valore più alto del previsto. Un vantaggio per i lavoratori che potranno così recuperare parte del potere d’acquisto perso a causa dell’inflazione? No, se ciò allontanerà il rinnovo dei contratti collettivi scaduti o in scadenza.

Salari: ecco dove cresce la disuguaglianza

In trent’anni le disuguaglianze nei salari giornalieri sono aumentate meno nel nostro paese rispetto alla Germania. Ma la situazione è ben diversa per le retribuzioni annuali. Bisogna dare più spazio alla contrattazione decentrata e alle deroghe ai Ccnl.

Il Punto

Ancora una volta una sentenza nega ai fattorini di Foodora la qualifica (e le tutele) da lavoratori subordinati. In applicazione della legge esistente. Eppure accordi tra imprese ed esperienze di altri paesi – in particolare il Belgio – mostrano che creare un sistema di protezione anche per loro sarebbe possibile.
La si chiami moneta fiscale o minibot, la zuppa è la stessa. Si tratta di aggirare il monopolio della Bce nella produzione di moneta senza uscire dall’euro. Emetterne per 100 miliardi è come tagliare le tasse per lo stesso ammontare, con uguali effetti su economia, occupazione e aumento del debito. (L’articolo è una sintesi dell’e-book scaricabile qui).
Per scoraggiare l’assunzione di rischi eccessivi da parte dei banchieri, le norme europee vietano che i bonus superino il loro stipendio fisso. Però il 10 per cento dei 4.600 manager con oltre 1 milione di compenso annuo riesce ad aggirare la regola e a guadagnare di più con i premi. Tra questi, pochi gli italiani.
Beviamo 206 litri di acqua minerale a testa, per 10 miliardi di euro all’anno, mentre gli imbottigliatori pagano canoni per 18 milioni. Sembra una sproporzione scandalosa. Ma il vero costo per i produttori non è nella materia prima. E agli italiani non piace l’”acqua del sindaco”. Così però ci riempiamo di bottiglie di plastica da smaltire.
Per Matteo Salvini l’Ungheria di Viktor Orbán è un modello da imitare in tema d’imposte, perché applica una flat tax del 16 per cento sui redditi. Peccato però tacere che il paese ha l’Iva più alta del mondo, al 27 per cento, come rivela il fact-checking de lavoce.info. Dalla nostra infografica si vede quanto pesa in Europa l’Ungheria che ha confermato l’anti-Ue Orbán con voto plebiscitario.
Nelle elezioni di marzo le aree con la percentuale di stranieri più alta hanno dato la vittoria al centro-destra. Mentre le zone con più disoccupazione hanno premiato il M5s. Un voto che ha punito il cattivo funzionamento delle istituzioni.
Sempre meno in Italia le imprese iscritte a un’associazione di categoria. Che però spesso applicano comunque il contratto collettivo nazionale. Ci sono però oltre 700 mila lavoratori senza questa tutela. Sarebbe perciò utile introdurre il salario minimo legale o (più complicato) estendere a tutti i contratti collettivi.

Il Punto

La storia di Italo, comprato da un fondo Usa per quasi 2 miliardi di euro, non è un’altra bandiera tricolore ammainata ma il successo della scelta coraggiosa – e unica in Europa – di consentire la concorrenza tra operatori nel sistema ferroviario. Rimane da capire perché gli acquirenti abbiano offerto un prezzo tanto alto.
Da noi, come a Berlino, una Grosse Koalition dopo il voto del 4 marzo? Oggi sembra lo scenario più probabile nel mezzo di un Parlamento che si annuncia super frammentato. Mentre se ne parla, i leader si affannano a negarlo, per non turbare i sogni dei loro elettori. Sogni coltivati con programmi che non potranno essere mantenuti. Un altro esempio è quello su trasporti e mobilità del M5s, pieno di proclami su ambiente, sviluppo dei treni, liberalizzazione dei servizi ma privo di qualsiasi dato economico.
Di anno in anno cala la natalità in Italia. Il bilancio demografico del nostro paese mostra i numeri peggiori  d’Europa: su 100 residenti, 22 sono over 65 mentre solo 13 hanno meno di 15 anni. Una tendenza difficile da invertire, se non con politiche mirate alla generazione più colpita dalla crisi, quella tra i 25 e i 34 anni. Esamineremo su queste pagine le proposte dei partiti. Il clima elettorale moltiplica le fake news in rete. Di norma diffuse da anonimi o da siti di nicchia più che da testate tradizionali (che hanno un nome da preservare). Allo studio misure per limitare l’epidemia. Difficili da attuare.
Molte novità nel contratto del personale di scuola e università. Spicca, però, ciò che non c’è. Manca un congruo aumento degli stipendi, oggi non allineati agli altri paesi Ocse e non adeguati alla perdita di potere d’acquisto. Soprattutto scompare l’attenzione su valutazione rigorosa e formazione di qualità degli insegnanti. Anche i metalmeccanici italiani saltano sulla sedia se gli si fa leggere il nuovo contratto collettivo dei loro colleghi del Baden Württemberg. In Germania i guadagni di produttività finalmente finiscono un po’ in busta paga. Da noi invece la produttività ristagna e così nella contrattazione salariale si va impresa per impresa.

Lavoce.info ha vinto il bando dell’International fact-checking network che finanzierà con 10 mila dollari l’aumento di risorse destinate all’attività di fact-checking. Un riconoscimento importante che arriva in piena campagna elettorale, proprio quando la verifica dei fatti è più che mai importante. Ringraziamo i promotori del bando. Ricordiamo anche ai nostri lettori che gli altri canali di sostegno economico rimangono vitali per il sito, anzitutto le piccole e grandi donazioni dei lettori, base delle nostre entrate e della nostra indipendenza.

Salari come in Germania? Dipende dalla produttività*

È difficile ipotizzare futuri aumenti salariali “alla tedesca” nei contratti collettivi di lavoro italiani. A limitare lo spazio di manovra di sindacati e Confindustria è la stagnazione della produttività. Più facile procedere impresa per impresa.

Il Punto

Alla base della rapida crescita dei giganti del web (Google, Amazon, Alibaba, Facebook e non molti altri) c’è la raccolta di dati su ognuno di noi, sui nostri comportamenti e gusti. Questi “big data” si traducono in vendita di pubblicità con alto valore per gli inserzionisti. Rimane da capire se e quanto il mondo dei big data consenta l’ingresso di nuovi campioni di domani. Per le autorità antitrust un terreno da esplorare, ma scivoloso. Tra gli altri effetti della diffusione dell’economia digitale, una crescita della produttività nelle imprese e nella Pa. Mentre è controverso che l’occupazione possa beneficiarne.
È presto per dichiarare chiusa la stagione del Quantitative easing. Mario Draghi ha infatti ribadito che l’offerta di garanzia di ultima istanza da parte della Bce non cambia. E fa bene, di fronte al rischio di una guerra valutaria provocata da un’amministrazione Usa che non sa bene se vuole un dollaro debole o forte. Di sicuro Trump impone unilateralmente dazi commerciali, provocando minacce di ritorsione da Cina e Corea e proteste dall’Europa che difende il multilateralismo e il Wto, da tempo in crisi di risultati.
In campagna elettorale le pensioni rimangono un tema caldo e complesso che si presta a manipolazioni e malintesi. Perché dei 258,8 miliardi che eroga l’Inps, solo 205,4 sono finanziati dai contributi. Tutto il resto è assistenza e previdenza a vario titolo. Proviamo a spiegare.
È esploso (+60 per cento dal 2012) il numero dei contratti collettivi di lavoro. Firmati solo per un terzo dai tre maggiori sindacati, rivelano l’affermarsi di accordi “pirata”, siglati per fissare condizioni al ribasso da parti sociali non rappresentative. Sarebbe ora di pensare a regole che evitino gli abusi tenendo conto degli effetti economici e sociali di tali intese. Intanto le statistiche dicono che l’aumento nel numero degli occupati viene dal ritorno al lavoro degli inattivi al lavoro e non dal calo dei disoccupati. Forse perché chi cerca lavoro continua ad affidarsi a relazioni personali più che ai centri per l’impiego.

Un commento di Massimo Valsecchi, medico dell’azienda sanitaria di Verona, al fact-checking di Lorenzo Borga e Mariasole Lisciandro “Se anche Grasso è contagiato dai no-vax”. E la risposta degli autori.

Il futuro dei contratti collettivi*

Un sistema di estensione formale dell’efficacia dei contratti può aiutare a combattere il fenomeno degli accordi pirata e a ridurre le disparità di trattamento. Non deve essere automatico, ma subordinato alla valutazione degli effetti economici e sociali.

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