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Quattordici giorni per fare tutta un’altra manovra

Sono bastate due settimane per trasformare un’apprezzabile manovrina non elettorale in un provvedimento che introduce e rinnova bonus, detrazioni e deduzioni. Si preservano, in modo opaco, i saldi, preparando il terreno per la prossima fiducia.

Conti pubblici? Migliorano se c’è cultura finanziaria

Nei paesi avanzati le competenze economico-finanziarie dei cittadini non sono importanti solo per le scelte individuali, ma anche per quelle collettive. Perché per i politici è più difficile un uso strategico della politica fiscale. E l’Italia è un caso esemplare.

Conti pubblici: qualcuno ci può giudicare

La musica sembra cambiata in Europa per i conti italiani. L’ennesimo sforamento della legge di bilancio 2017 sugli obiettivi precedenti non ha trovato l’atteggiamento benevolo del passato. Anche il rating del debito ne soffre. È arrivato il momento per la spending review sempre rinviata.

Il Punto

Nel Documento di bilancio provvisorio (Draft budgetary plan) inviato a Bruxelles, il governo mette per iscritto gli obiettivi per il 2017-2019. Ci aspetterebbe un domani di conti pubblici in equilibrio e debito in calo marcato. Oggi però i segni di vero miglioramento dei saldi di finanza pubblica sono stentati. Intanto, tra pochi giorni giunge in Parlamento la legge di bilancio. Che ora accorpa anche la vecchia Finanziaria, unificando in un solo quadro entrate e spese dello stato e gli interventi a correzione dei conti. Sotto l’occhio attento di un organo terzo, l’Ufficio parlamentare di bilancio.
In attesa che si arrivi a una sola emissione di dati da parte delle varie fonti statistiche, l’inps registra le cessazioni dei rapporti di lavoro con il loro perché: dal licenziamento alle dimissioni, dalla fine del contratto a termine al decesso. Dal loro esame, incrociato con i dati regionali, escono conferme e sorprese. Tra queste, l’aumento dei cinesi licenziati.
Di solito si valuta quantità e qualità della ricerca scientifica usando il parere degli esperti. Si tratta di un mezzo complesso, costoso e per giunta poco trasparente. In alternativa, la bibliometria (il conto delle citazioni) è uno strumento imperfetto ma costa di meno e arriva a risultati più che accettabili. Come mostra uno studio.
Bisogna cominciare dalla scuola, inserendo economia e finanza tra le materie curricolari, la battaglia contro l’ignoranza diffusa che regna su questi temi nel nostro paese. Anche tra i giovani. Se ne parla da anni ma c’è solo un disegno di legge che vuole introdurre una sperimentazione. Troppo poco.

Il nostro amico e collega Massimo Bordignon è stato nominato membro dello European fiscal board, l’autorità Ue indipendente sulle materie fiscali. Per la durata dell’incarico non interverrà su lavoce.info sui temi di finanza pubblica italiana ed europea. A Massimo gli auguri di buon lavoro da tutta la redazione.

La Treccani incompleta della spending review

Finalmente sono state pubblicate le relazioni dei venti gruppi di lavoro sulla spending review del commissario Cottarelli. Sono documenti molto diversi fra loro per impianto e stesura. Ma per ridurre davvero la spesa pubblica va prima risolta la questione dei rapporti tra politica e tecnici.

La spending review che piace a Bruxelles

Il Governo vuole ottenere dall’Europa la clausola di flessibilità sugli investimenti pubblici, indipendentemente dalla qualità dei progetti e dei loro effetti per il paese. È un errore, tanto più in tempi di spending review. Le norme mai applicate sulla valutazione economica degli interventi.

I conti pubblici dopo la legge di stabilità

Dalla versione presentata ad ottobre a quella approvata a dicembre la manovra è rimasta sostanzialmente immutata e con essa anche il giudizio: una manovra poco incisiva che dà l’impressione di una navigazione a vista. E le previsioni sull’aumento di Pil e avanzo primario vanno riviste al ribasso.

Isee, un indicatore da salvare (riformato)

Il regolamento sulla revisione dell’Isee rischia lo stallo. Eppure, l’indicatore è utilizzato da un terzo delle famiglie italiane. E le correzioni e integrazioni apportate lo rendono uno strumento più efficace e certamente più equo. Sarebbe uno spreco se l’iter di approvazione non proseguisse.

Patto di stabilità interno: la lunga attesa continua

La riforma del Patto di stabilità interno è da anni in cima all’agenda politica. Finora, tuttavia, i correttivi introdotti hanno seguito la logica della toppa, senza risolverne le criticità strutturali. Ora la palla passa al prossimo Governo. E le promesse da campagna elettorale si sprecano.

Perché i nostri conti pubblici sono opachi

L’Open Budget Index classifica i paesi sulla base della quantità e qualità delle informazioni rese pubbliche su vari aspetti dei conti pubblici e del bilancio dello Stato. L’Italia vi compare per la prima volta e ottiene un punteggio non esaltante. Sono soprattutto i ritardi nella pubblicazione dei documenti a limitare la capacità della società civile, dei mezzi di comunicazione e talvolta del Parlamento stesso di influenzare e controllare l’operato del governo nella gestione delle finanze pubbliche. I miglioramenti già previsti.

 

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