La Commissione europea ha imposto a Google la più alta sanzione pecuniaria della storia dell’Unione. Ma la questione esemplifica l’attuale complessità del rapporto tra politica antitrust e le dinamiche che caratterizzano i nuovi mercati digitali.
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L’Antitrust deve pronunciarsi su presunte condotte abusive Siae, la società che finora ha gestito i diritti di autore nell’industria musicale. Siae rivendica almeno due monopoli naturali, ma l’Autorità sembra orientata a dar ragione ai suoi concorrenti.
L’apertura ai mercati internazionali genera incertezze, specie se combinata con una lunga crisi. Ma in Italia alla domanda di protezione sociale per i più deboli, si affiancano le richieste dei gruppi di pressione. L’unico argine è l’Autorità antitrust.
Le grandi aziende di Internet meritano sicuramente lo scrutinio delle autorità antitrust. Ma con cautela. Perché c’è il rischio che una politica eccessivamente interventista non favorisca la concorrenza, ma riduca gli incentivi alla continua innovazione.
Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, se ne è vantato: la sua regione è una delle più virtuose nelle vaccinazioni dei bimbi. Non è così. La regione non raggiunge i minimi ed è nella parte bassa della classifica per copertura vaccinale. Come risulta dal fact-checking de lavoce.info.
Il governo ha rinviato un possibile intervento a dopo le elezioni. Eppure urge riformare l’Irpef: alcuni vogliono addirittura un’aliquota unica, molti preferiscono soluzioni alternative. Ecco raccolti in un Dossier gli articoli che abbiamo pubblicato sul tema.
Grandi manovre tra le Big five del web – Amazon, Apple, Facebook, Google, Microsoft – più Netflix. Per anni ogni azienda è cresciuta a tassi stellari con internet senza pestare i piedi alle altre. Ora tutto è cambiato.
Cosa mostrano i dati estivi sul mercato del lavoro? Un quadro contrastante. Più occupati. Non cala il numero dei disoccupati perché alcuni degli inattivi si sono rimessi a cercare lavoro per ora senza successo. Preoccupa la qualità dei nuovi contratti: ancora in maggioranza a tempo determinato. Intanto si fa poco (e con spreco di risorse) per i disoccupati: i Centri per l’impiego in Italia sono tra i peggiori d’Europa: 8 mila dipendenti mal preparati e male organizzati. Con quattro mosse si può migliorare l’efficienza di queste politiche del lavoro.
E se, per proteggere i risparmiatori, facessimo come in Cina? Dove ora si impone agli intermediari finanziari di registrare in video e audio le vendite di prodotti d’investimento. Sembra una cosa poliziesca. In realtà anche la Mifid 2 – in vigore dal prossimo gennaio in Europa – introduce già obblighi piuttosto invasivi.
Il 20 per cento delle auto assicurate monta la “scatola nera” che registra gli eventi impedendo truffe contro le compagnie in cambio di tariffe ribassate per i clienti. Con il Decreto “concorrenza” (tra virgolette) scatole nere e sconti diventano obbligatori su tutte le auto. Del resto il Decreto è zeppo di misure che con la competizione c’entrano poco, come mostra la tabella elaborata da lavoce.info.
Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale, con una parte riservata agli affezionati amici/donatori de lavoce, si terrà la mattina di lunedì 18 settembre a Milano presso l’Università Cattolica. Parleremo di banche italiane, populismo e Brexit. E anche di una ricerca sull’identikit dei nostri finanziatori. Ecco il programma. Vi aspettiamo!
Il Ddl concorrenza è una legge “annuale” che dovrebbe promuovere le liberalizzazioni e invece rimbalza – potere delle lobby – tra Senato e Camera da 900 giorni. Dentro c’è un po’ di tutto. Dei rinvii beneficiano, tra gli altri, le Poste che mantengono il monopolio sulla consegna degli atti giudiziari (una torta da 200 milioni).
Il progetto sulla flat tax al 25 per cento lanciato dall’Istituto Bruno Leoni è un salutare sasso nello stagno. Ma non è – come fanno credere i proponenti – un progetto di riforma fiscale e del welfare articolato e organico. Mancano troppi dettagli importanti, almeno per ora. Utile discuterne. Lo faremo.
Il nuovo rapporto Invalsi conferma le differenze Nord-Sud nell’apprendimento degli studenti. E mostra divari geografici correlati con grandi disparità di esiti all’interno delle singole classi. Contano le condizioni di partenza ma anche l’incapacità delle scuole di garantire classi equilibrate per condizioni socio-economiche e abilità.
Il Regno Unito – ora paradiso della ricerca accademica con il 16 per cento dei ricercatori che viene da altri stati Ue – rischia di non esserlo più con la Brexit. I 5 mila italiani, impegnati nelle scienze fisiche e ingegneristiche, biomediche, sociali e umane, cercano di capire cosa sarà delle loro carriere.
Con il decreto legge su Veneto banca e Popolare di Vicenza il governo ha salvato depositanti, obbligazionisti senior e dipendenti, ma non gli azionisti e i possessori di obbligazioni subordinate danneggiati dalle condotte colpose e dolose tenute dalle due banche. Evitati gli effetti sistemici, non le ingiustizie.
Fausto Panunzi risponde ai commenti al suo articolo “Dove crescono i populismi”
Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici/donatori de lavoce si terrà la mattina di lunedì 18 settembre a Milano presso l’Università Cattolica. Parleremo di Brexit e banche italiane. Presto, su questo sito, il programma dell’incontro. Intanto SAVE THE DATE, vi aspettiamo!
Si chiama “legge annuale per la concorrenza” ed è stata proposta nel 2015. Dopo più di due anni, manca ancora un passaggio al Senato per la sua approvazione. Perché invece di discutere dei suoi punti controversi si preferisce affossarla per intero?
L’ordinanza del Tribunale di Roma che, prima della sospensiva, ha fermato Uber in Italia si fonda su leggi vigenti. Perché compito della magistratura è farle rispettare. Mentre è compito della politica modificarle, quando fenomeni e interessi cambiano.
L’Europa ha svolto un ruolo importante per la modernizzazione del nostro paese, spingendoci verso una politica della concorrenza. Oggi queste politiche sono sul banco degli imputati, ma vanno difese. Mercati più concorrenziali sono un alleato dei consumatori.
Due i numeri fondamentali dell’anticipo del bilancio federale 2018 presentato da Trump: +54 miliardi di dollari di spese militari, -54 miliardi di altre spese discrezionali. Vuole rassicurare il “popolo” che lo ha eletto. Ma taglia i fondi ministeriali per welfare, ambiente, aiuti internazionali. Sulla carta senza deficit aggiuntivo.
La promozione della libera concorrenza è da sempre un principio fondante dell’Europa che celebra i 60 anni del Trattato di Roma. Con capacità di traino delle legislazioni nazionali, ad esempio in Italia. Salvo eccezioni davanti a categorie particolarmente aggressive come farmacisti e tassisti. Tra successi e delusioni, un bilancio sui vari temi presidiati prima dalla Cee e poi da Ue e Unione monetaria si trova nel nuovo Dossier con gli articoli che abbiamo pubblicato in occasione della ricorrenza.
Nei giorni in cui il governo libico presenta il conto per fermare i flussi, un decreto legge del ministro Minniti introduce procedure più rapide per identificare i migranti, valutare le loro domande e rispedirli a casa quando non hanno titolo alla protezione. Pesa la mancanza di accordi per i rimpatri con i paesi dell’Africa sub-sahariana. Un rapporto fresco di stampa dell’Agenzia per la cooperazione allo sviluppo descrive la strategia per massimizzare i benefici di coloro che hanno diritto all’accoglienza, per l’Italia e per il paese d’origine.
Escono tutti male dalla vicenda dei voucher. Governo e maggioranza che hanno fatto un passo indietro, la Cgil che ha usato slogan non convalidati dall’evidenza dei numeri, infine – più di tutti – i lavoratori e i piccoli imprenditori che li utilizzavano. E ora bisogna inventarsi qualcos’altro che li sostituisca.
Ci sono due modi di fare il professore universitario: osservare le cose dalla torre d’avorio oppure “sporcarsi le mani”anche nelle professioni. Il primo rischia di essere tutto teoria. L’altro entra nella pratica ma può comportare conflitti d’interesse. Un terreno scivoloso da percorrere con prudenza.
Giorgio Barbieri e Francesco Giavazzi rispondono ai commenti al loro intervento “Quei burocrati che frenano l’Italia”