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Air Italy, il fallimento del non-mercato

La crisi di Air Italy ha radici strutturali oltre che nella strategia dell’impresa. Difficile dunque pensare a una soluzione stile Alitalia. Ma è la mancanza di una seria politica di sviluppo del paese che fa sì che ogni crisi aziendale rappresenti un dramma.

Alitalia, una compagnia senza futuro

Quella di Alitalia è ormai una crisi industriale come tante altre nel nostro paese. Un fatto che sembra diventato chiaro anche al governo. Perciò il commissario unico prima di vendere la compagnia, dovrà ristrutturarla. E i costi li pagheranno i contribuenti.

Il Punto

Il dissesto della Popolare di Bari è un film già visto negli altri crac bancari: mutuatari diventati azionisti, una gestione manageriale dissennata e familiare (con padre e figli al comando), acquisizioni fallimentari finanziate con l’emissione di obbligazioni subordinate, vigilanza inefficace. Mentre il caso Alitalia – un’azienda che nessuno vuole comprare così com’è – ci ricorda che i disastri non avvengono solo al Sud. Via i commissari che avrebbero dovuto venderla, ne arriva uno per risanarla (1 miliardo e mezzo di buco negli ultimi due anni) o, meglio, ritagliare ciò che è cedibile. A pagare saranno i contribuenti.
Grande insuccesso per Cop25, la conferenza sul clima già ribattezzata Flop25. Unico risultato (indiretto) l’ampia mobilitazione che – speriamo – preparerà la strada alle decisioni cruciali di Cop26 a Glasgow. Un ruolo importante lo ha giocato Greta Thunberg, consacrata sulla copertina di Time come personaggio del 2019 perché esprime le giuste preoccupazioni dei giovani con immediatezza e rinfaccia i loro ritardi ai politici. Giovane, donna e competente è anche Sanna Marin, 34 anni, nuova prima ministra della Finlandia, paese con una lunga storia di parità di genere. Ma anche uno di quelli con più violenze contro le donne. La strada dell’emancipazione femminile è lunga anche dove i progressi sono più tangibili.
La prescrizione nel processo penale serve ad alleggerire il lavoro dei tribunali e a garantire all’imputato la ragionevole durata del giudizio. Ma la riforma di inizio 2019, operativa solo da gennaio 2020, rende il processo infinito. Parlamento e governo possono però ancora sfuggire a questa trappola giustizialista.

Il podcast de lavoce.info
Venerdì 20 dicembre edizione speciale de lavoce in capitolo, il nuovo podcast de lavoce.info. Qui tutte le puntate a partire da ottobre.

Alitalia ritorna di stato

L’avvio delle trattative di Ferrovie dello Stato con Delta ed Easyjet e la disponibilità del ministero dell’Economia a entrare nel capitale segnano l’ennesimo nuovo inizio per Alitalia. Ma il tempo stringe perché la compagnia continua a perdere soldi.

Il Punto

Bisogna pensarci bene prima di approvare l’irreversibile progetto di autonomia allargata per Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Con il decentramento esteso nelle prime due regioni a 23 materie (a cominciare da scuola e formazione) il rischio concreto è che i lombardo-veneti vengano prima degli italiani. Per sempre.
Mentre Alitalia continua a perdere soldi e quote di mercato, si affacciano due possibili candidati per il 40 per cento del capitale: Delta e Easyjet. Chissà se con loro si arriverà a un accordo dopo tante trattative fallite. L’unica certezza è che la maggioranza sarà in mani pubbliche e a pagare saranno i contribuenti italiani. Ancora una volta.
L’analisi costi-benefici di cinque dei sei componenti della commissione Ponti stronca la Tav Torino-Lione. Ma sul lavoro fatto dagli esperti del ministro Toninelli ci sono tanti dubbi. Dalla considerazione tra i costi di voci relative a tutta l’Europa come anche del calo delle accise sui carburanti e dei pedaggi autostradali per il minor trasporto su gomma. Scelte tutt’altro che neutre come invece dovrebbe essere una “analisi”, volta a misurare la convenienza economico-sociale dei progetti. Per poi lasciare alla politica l’ultima parola.
Ha mancato l’obiettivo la legge del 2010 che obbliga i piccoli comuni ad associarsi. Anche perché troppo rigida nel definire gli enti e le funzioni da aggregare. Vale la pena però far ripartire il processo con criteri più flessibili.

Enrico Di Pasquale, Andrea Stuppini, Chiara Tronchin rispondono ai commenti al loro articolo “Immigrazione: il vero rischio è l’ideologia”.

Nel momento della scomparsa di Stefano Patriarca, collaboratore di questo sito, la redazione de lavoce.info ne ricorda l’impegno e l’amicizia ed è vicina alla famiglia.

Alitalia: il buio oltre il prestito ponte

Il prestito ponte per Alitalia è stato prorogato fino a giugno 2019. Con l’interventismo di stato, è l’unico dato certo sul futuro della compagnia. Ancora una volta, saranno i contribuenti a pagare per mantenere in vita un vettore ormai fuori mercato.

Il Punto

La conferenza Onu sul clima Cop 24 si è chiusa scontentando sia chi sperava in un accordo coraggioso sia chi ha cercato di sabotare l’intero impianto, in prima fila gli Usa. Unico buon risultato: regole condivise su come i paesi devono misurare le emissioni e i relativi obiettivi in base agli impegni assunti nel 2015 a Parigi.
Mentre vuole far cassa con più privatizzazioni, il governo chiama ancora i contribuenti, oltre che fornitori e banche, a pagare l’ennesimo salvataggio di Alitalia. Un prestito ponte di 900 milioni parzialmente convertito in azioni con l’intervento di Fs e la partecipazione di EasyJet e Delta. In un mosaico difficile da comporre. Facile invece concludere che la battaglia dell’esecutivo contro le pensioni d’oro produrrà poco. Il previsto prelievo progressivo per cinque anni sulle cifre sopra i 90 mila euro incassate da 40 mila persone darà un gettito di 74 milioni – il netto tra 130 milioni di incassi lordi e il calo Irpef di 56 milioni. Intanto, in attesa della fine della povertà, l’Istat registra grandi differenze – e ben radicate – nelle retribuzioni. Un nuovo rapporto mostra l’origine delle disuguaglianze: studi, posizione lavorativa, genere, area geografica, dimensione d’impresa.
Dalla vicenda della nave Diciotti alla delegittimazione delle Ong impegnate nel Mediterraneo, dagli ambigui rapporti con la Libia al “decreto sicurezza”, l’azione del nostro governo ha attratto l’attenzione di Amnesty international, che condanna la politica italiana nei confronti degli stranieri in modo dettagliato.
Serve a finanziare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti (un quarto della spesa corrente comunale) e dà un gettito di circa 10 miliardi ma, per come è congegnata, la Tari è di fatto una patrimoniale. Il sistema non incentiva l’efficienza del servizio e fa pagare di più chi consuma di meno e produce meno rifiuti.

Il Punto

Nel bilancio 2019 il governo conferma il miliardo in più per il Sistema sanitario preventivato dal precedente esecutivo. Zero novità anche sulla missione del Ssn: in futuro vogliamo mantenere il primato del pubblico (finora: buoni risultati e contenuto aumento di costi) oppure dare più spazio ai privati? Ah, saperlo.
Prosegue il purgatorio delle banche italiane. Le loro basse quotazioni di borsa riflettono il nuovo scenario politico che a parole vuole salvarle – come si è sempre fatto – per tutelare il risparmio ma poi le identifica come polli da spennare per finanziare redditi e pensioni di cittadinanza. Intanto stavolta gli istituti di credito italiani passano indenni gli stress test sulla cui utilità nel prevenire future insolvenze si discute, come al solito. Proprio per capire quanto siamo al riparo da una possibile crisi sistemica, ci siamo chiesti cosa è stato fatto e cosa no nei dieci anni dopo il fallimento di Lehman brothers. Il quadro che vien fuori da un libro fresco di stampa non è rassicurante.
Il 3 novembre (come nel 2017) è stato l’Equal pay day – il giorno a partire dal quale è come se le donne europee lavorassero gratis fino alla fine dell’anno. Il riflesso di una differenza salariale del 16,2 per cento. La distanza è più contenuta per le donne italiane che però partecipano molto meno delle loro colleghe al mercato del lavoro.
Mentre il governo annacqua la legge Fornero, un rapporto Inps fornisce tanti dati che spiegano a chi vanno i 286 miliardi all‘anno della previdenza: pensioni d’oro e pensioni da fame, pluripensionati con due o tre trattamenti, differenze di genere e differenze geografiche. Tutti diseguali di fronte (e grazie) alla legge.
Solo sulla Milano-Roma Trenitalia+Alitalia coprono almeno il 70 per cento del traffico. Probabile dunque che Il piano governativo di ingresso di Fs nel capitale della compagnia aerea sollevi problemi di antitrust. Da affrontare con la dismissione di rami delle due aziende e il rischio di un’operazione in perdita.

Ma TrenAlitalia rischia la bocciatura dell’Antitrust

La partecipazione di Ferrovie dello stato alla cordata per rilevare Alitalia impone una verifica degli effetti che l’accordo avrà sulla concorrenza. Non sarà semplice decidere sulla questione. E l’Autorità rischia di doverlo fare senza un presidente.

Il Punto

In una manovra con tagli di spesa ancora da dettagliare, il governo vuole eliminare quasi 150 milioni di contributi pubblici alla stampa di cui oggi beneficiano enti senza scopo di lucro e cooperative editoriali, di solito poco note tranne qualche testata d’opposizione. Dietro l’angolo una minaccia al pluralismo.
Termometro del rischio finanziario, lo spread tra rendimenti dei bond italiani e tedeschi segna febbre alta in questo momento perché i mercati temono che il governo si stia cacciando in un vicolo cieco. Già nel 2011 e nel 2012 si era impennato e ne seguirono atti e parole per ridare fiducia agli investitori. In particolare, nella crisi del 2012 erano a rischio contagio i vari paesi europei. Da qui gli interventi della Bce. Oggi, anche guardando il mercato dei Cds (credit default swap, polizze per investitori in caso di default del debito sovrano), si vede che il potere contrattuale del nostro governo pare molto limitato.
Flat tax e reddito di cittadinanza assieme fanno saltare i vincoli di bilancio, scoraggiano il lavoro e non riducono la povertà. Ci sarebbe un sistema migliore, l’imposta negativa sul reddito (copyright: Milton Friedman). Con un supporto al reddito più contenuto – ma universale – e aliquote un po’ più alte di quelle proposte oggi.
Per Alitalia la sola offerta d’acquisto rimasta è di Ferrovie dello stato. Sponsorizzata dal governo che vuole creare sinergie commerciali offrendo ai viaggiatori pacchetti treno+aereo. Soluzione forse praticabile, ma coinvolgendo altre compagnie. Senza bisogno che Fs diventi azionista di Alitalia e ne incorpori le perdite.
Concentrati sui problemi di oggi, non pensiamo al futuro. Intanto, l’intelligenza artificiale viene sperimentata anche in campo giudiziario con risultati sorprendenti. Potrebbe non essere troppo lontano il giorno in cui il giudice in tribunale sarà un robot e le sentenze decise da un algoritmo.

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