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Categoria: Vero o Falso? Pagina 5 di 7

La parola ai numeri: prodotto interno lordo

 

Aggiorniamo il grafico dell’andamento del Prodotto interno lordo includendo le stime preliminari Istat relative al terzo trimestre. Scopo della rubrica è confrontare il livello attuale del Pil con quello prima della crisi. Il grafico mostra i dati, ripresi dal sito Istat, relativi al livello del Pil trimestrale a valori concatenati (ossia depurati dall’’inflazione) e destagionalizzati (depurati per l’’effetto di calendario).
La crescita pressoché nulla del terzo trimestre fa sì che siamo ancora lontani dai livelli precendeti alla crisi. Ancora più preoccupante pensare che tra i paesi avanzati siamo quello che ha subito il calo maggiore durante la crisi e che, ad eccezione della Spagna, siamo il paese che è cresciuto meno nel periodo successivo “Giusto segnalare come, a volte, anche l’Istat presenta grafici che potrebbero indurre il lettore meno esperto in errore.

Il grafico qui sopra, che compare nella prima pagina del comunicato, riporta i tassi di crescita tendenziali del Pil. Un lettore disattento potrebbe trarre la conclusione che “le cose sono ritornate come prima” invece così non è come mostra il nostro grafico che poi è lo stesso (con intervalli di tempo diversi) di pagina 2 dello stesso Comunicato.

a cura di Davide Baldi e Ludovico Poggi

La parola ai numeri: produzione industriale

In tempi di grandi crisi, con forti discontinuità nell’andamento di alcuni indicatori macroeconomici, è fondamentale tenere sempre come riferimento i livelli a cui eravamo prima della crisi.
Ieri l’’Istat ha pubblicato i nuovi dati sulla produzione industriale. Anche questa volta la notizia è stata diffusa da molti giornali o telegiornali in modo fuorviante o errato.
Ad esempio Il Tg2 dell’11 ottobre delle ore 20.30 lanciava così la notizia:
“Buone notizie per la nostra economia la produzione industriale ad agosto ha fatto un balzo in avanti del 9,5 per cento rispetto ad agosto del 2009 e dell’1,6 per cento rispetto a luglio. Si tratta del miglior dato annuo dal dicembre del ’97”.
Anche Repubblica.it, pochi minuti dopo la pubblicazione del comunicato, titolava la notizia in modo errato: “Produzione agosto +9,5 per cento sull’anno il dato migliore da dicembre del 1997”.
Oppure la versione cartacea del Corriere della sera che titola così:
“Più macchinari scatto della produzione”. E nel sottotitolo“ per l’’Istat ad agosto è salita del 9,5 per cento il livello più elevato dal 1997”.
Il dato non è il migliore dal 1997, come si può facilmente evincere guardando il grafico 1 costruito sui numeri resi pubblici ieri: la produzione industriale è ancora lontana dai livelli dell’aprile 2008, per l’’esattezza è del 17,1 per cento inferiore rispetto a prima della crisi.
Bisogna poi tener conto che il mese di agosto è statisticamente “ballerino” a causa dell’’effetto destagionalizzazione. La destagionalizzazione è “una metodologia applicata allo scopo di identificare e rimuovere le fluttuazioni di carattere stagionale che impediscono di cogliere correttamente l’evoluzione di breve termine dei fenomeni considerati”. (1)
Chi, con l’’ausilio dei numeri, volesse capire meglio la situazione, guardi le serie storiche dell’’Istat. Nella colonna dedicata ai dati grezzi il mese di agosto registra livelli molto più bassi del mese precedente: i dati grezzi di luglio 2010 registrano un 99,2 mentre ad agosto siamo a 51,9. Con i dati destagionalizzati, il valore di luglio 2010 è 89,1 che sale a 90,5 in agosto.
Agosto è il mese in cui molte aziende chiudono per le ferie estive e risulta quindi estremamente sensibile all’’effetto della destagionalizzazione. Inoltre questo mese di agosto, al pari di quello dell’’anno precedente, è diverso dal passato, perché molte aziende hanno dato ferie più lunghe del normale ai loro dipendenti, e perché, purtroppo, non è detto che a settembre tutte le aziende abbiano riaperto .
Per capire meglio l’’andamento della produzione industriale sarà dunque importante aspettare il dato di settembre che è, statisticamente parlando, più significativo. A guardare le previsioni di Confindustria, non sarà particolarmente positivo. Il comunicato, oltre a evidenziare come la produzione industriale sia ancora del 17 per cento inferiore rispetto ai livelli precedenti alla crisi, stima una leggera flessione per il mese di settembre. Previsione che sembra confermata da un’’altra stima dell’’Ocse.
Ieri infatti è stato pubblicato anche l’’aggiornamento del Cli, il famoso “superindice” dell’’Ocse, che per mesi è stato utilizzato da televisioni e giornali per sbandierare la ripresa economica. Da quattro mesi il superindice (che prevede con circa sei mesi di anticipo l’’andamento del ciclo economico) mostra segnali di flessione. E, come già segnalato da sotto l’’ombrellone, la notizia continua a passare inosservata.
Riportiamo qui sotto la traduzione di uno stralcio del comunicato Ocse.
“Il Composite leading indicator (Cli), ossia il “Superindice” Ocse relativo al mese di agosto 2010, rafforza i segnali di rallentamento della crescita economica già evidenziatisi negli ultimi mesi. Il Superindice relativo ai paesi Ocse scende di 0,1 punti nell’’agosto 2010. È il quarto mese consecutivo in cui l’’indice mostra variazioni irrilevanti o una crescita negativa.
Le previsioni per Canada, Francia, Italia, Regno Unito, Brasile, Cina e India mostrano segnali di flessione. I segnali più forti di flessione emergono per gli Stati Uniti. Per Germania, Giappone e Russia, il Superindice prevede un proseguimento della fase espansiva”.
Nel grafico 2 si può vedere l’’aggiornamento del Cli riferito all’’Italia.

(1) Definizione Istat.

Si guadagna poco, ma non è colpa dell’inflazione

Secondo l’Ires-Cgil negli ultimi dieci anni i lavoratori italiani hanno perso 5.500 euro per colpa dell’inflazione. Nostri calcoli dicono che non è andata così. Anzi, il potere d’acquisto dei lavoratori è oggi leggermente aumentato rispetto a quello di dieci anni fa. Questo non cancella il fatto che in Italia esista una questione salariale. Ma i bassi salari non sono colpa dell’inflazione, bensì della bassa produttività. Ed è questo il problema che si dovrebbe pensare a risolvere.

Tutti i numeri del ministro Gelmini*

“Sono più di 50mila i profili tecnici richiesti dalle imprese che la scuola non riesce a formare”
“Con l’’ultima finanziaria abbiamo recuperato 10mila nuovi posti di lavoro per gli
insegnanti, 6.500 nuovi posti di lavoro per personale tecnico-amministrativo e anche un nuovo concorso per presidi per 3.000 nuovi posti”.
Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca – conferenza stampa di inaugurazione dell’anno scolastico, 2/9/2010.

Tremonti: ” Festival dell’economia? Non mi hanno invitato”

“Non mi hanno invitato. E io il festival lo faccio a Bruxelles o in Corea” – Giulio Tremonti ministro dell’’Economia di Trento – rispondendo ai giornalisti sul perché della sua assenza al Festival dell’’Economia di Trento.
L’affermazione del minstro Tremonti è falsa.
Tremonti è stato invitato, non per la prima volta, con una lettera del presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai E ha incaricato la sua segreteria di declinare l’invito come si può constatare qui sotto.

A cura di Davide Baldi e Ludovico Poggi

Berlusconi e gli aumenti di stipendio degli statali

“..Abbiamo imposto una piccola rinuncia agli aumenti a quei 3 milioni 700mila impiegati pubblici che però come tu hai ricordato negli ultimi vent’’anni hanno avuto un aumento dei loro stipendi che è stato quasi il doppio di quello ottenuto da coloro che hanno lavorato nel privato …”.
Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio – nel corso di un suo intervento alla Confcommercio, 16/06/2010

MONTEZEMOLO, LA FIAT E GLI AIUTI DI STATO

“Da quando siamo noi alla fiat la fiat non ha ricevuto un euro dallo stato” – Luca Cordero di Montezemolo (Presidente Fiat dal 30 maggio 2004)

ll Trattato europeo vieta gli aiuti di stato, così che i governi non hanno più la possibilità di elargire, in silenzio, contributi ai loro “campioni nazionali”. In realtà un governo può chiedere alla Commissione europea di autorizzare in via straordinaria il pagamento a imprese di somme anche importanti per favorire investimenti in regioni ad alta disoccupazione, per incentivare la formazione di forza lavoro oltre quanto le imprese farebbero normalmente, ecc.
Si noti che la nozione di “aiuto di stato” comunque non comprende i piani di incentivazione alla rottamazione, i quali, in quanto sussidi al consumo, non rappresentano fondi direttamente trasferiti alle imprese. È una differenza soprattutto formale, ma in realtà ha una sua importanza.
Anche a prescindere dagli incentivi, comunque, la Fiat ha beneficiato negli ultimi anni di una serie di trasferimenti pubblici, come segue.
L’affermazione del Presidente Luca Cordero di Montezemolo è dunque FALSA.
 
 
1) “Aiuto di Stato N 322/2003” (approvato nel luglio 2003)
38,2 milioni di euro concessi a Fiat nel periodo 2003-2005 per formazione di lavoratori.
 
2) “Aiuto di Stato N 236/2004” (approvato nell’agosto 2004)
Modifica all’aiuto precedente, che prevedeva (oltre ai 38 milioni a Fiat) anche 55,5 milioni a Comau. Nel 2004 la Commissione prende atto che “uno dei beneficiari dell’aiuto è cambiato, in quanto parte dell’aiuto originariamente destinato a Comau sarà destinato a Fiat Auto per il piano di formazione dei lavoratori trasferiti da Comau a Fiat Auto” …”Parte dell’aiuto originariamente previsto per Comau sarà destinato a Fiat Auto, cui sono stati trasferiti 1559 dei 1997 ex lavoratori di Comau.”
Si tratta di 5,1 milioni di euro, “una sovvenzione a fondo perduto da erogarsi nel periodo 2004-
settembre 2006”.
A questo si deve anche aggiungere il provvedimento della Commissione europea “N 541/2006” (approvato nel giugno 2007) che approva “altri” aiuti destinati alla formazione a favore di Fiat Auto per il periodo 2006-2008, “per un importo di 23,88 milioni di euro” (che in realtà in parte si sovrappongono a quelli precendenti, poiché solo una parte di essi era già stata pagata). Ma senza questo provvedimento specifico nel periodo di presidenza di Luca Cordero di Montezemolo questi aiuti non sarebbero arrivati.
 
3) Aiuto a Termini Imerese, Legge 488 (5,3 milioni di euro,  concesso nel febbraio 2006)
Importo nominale di 5,307 milioni di euro, concesso il 19 febbraio 2006 in base alla legge 488 del 1992. Non richiedeva autorizzazione specifica perché nel 1999 era già stato approvato il piano generale di aiuti legato alla legge 488 (autorizzazione della Commissione N715/1999).
 
4) “Aiuto di Stato N 635/2008” (approvato dalla Commissione europea nell’aprile 2009) per Termini Imerese.
“Le autorità italiane intendono concedere agevolazioni al progetto di Termini Imerese nella forma di una sovvenzione diretta per un importo nominale complessivo di 46.301.000 euro, corrispondenti a un valore attualizzato alla data di notifica di 40.981.130 euro. Le autorità italiane prevedono di erogare l’aiuto in tre tranche annuali, dal 2009 al 2011.”
Data la situazione attuale è lecito domandarsi se sia già stato pagato.
 
Tutte le informazioni si basano su documenti ufficiali della Commissione europea, che si trovano sul sito ufficiale della Commissione – DG Concorrenza – per gli aiuti di stato, all’indirizzo http://ec.europa.eu/competition/elojade/isef/index.cfm

ANCHE IL FONDO MONETARIO LEGGE TOPOLINO?

“…Professore lei legge Topolino? (…) Il Fondo monetario che guarda a caso proprio ieri ha detto che l’Italia è il paese che ha affrontato meglio la crisi mondiale…”. – Maurizio Lupi, vicepresidente alla Camera dei deputati – Ballarò, Rai 3, 2 febbraio 2010. Cliccare qui per il video.

Falso. Si legga la tabella dell’ultimo aggiornamento delle proiezioni del Fondo Monetario Internazionale (26 gennaio 2010).

IMMIGRAZIONE NON È UGUALE A CRIMINALITÀ

Ha fatto scalpore la dichiarazione del presidente del Consiglio sull’equivalenza tra immigrazione e criminalità. Vero o falso? Berlusconi non ha fornito numeri a supporto della sua affermazione. Dai dati disponibili sul sito dell’Istat si ricava però che pur con un incremento del 500 per cento del numero di permessi di soggiorno dal 1990 a oggi, i tassi di criminalità sono rimasti pressoché invariati. Le statistiche documentano invece che nello stesso periodo la quota degli stranieri sul totale dei detenuti è stata sempre superiore alla loro quota sulla popolazione italiana.

IL CONTO DEI DISOCCUPATI SECONDO SACCONI

"Sommare, come fanno solo la Cgil e il Servizio studi della Banca d’italia, i disoccupati veri e propri con i cassintegrati (che sono e restano legati alle rispettive aziende da un rapporto di lavoro solo temporaneamente sospeso) e addirittura con i cosiddetti ‘scoraggiati’ è un’operazione scientificamente scorretta e senza confronto con gli altri paesi dove ci si attiene all’autorità statistica". – Maurizio Sacconi, Ministro del Lavoro, della Salute e Politiche Sociali – dichiarazioni seguite alla diffusione del Bollettino Economico della Bancad’Italia, 15 gennaio.

Falso. E’ falso asserire che è un’operazione scientificamente scorretta: infatti c’è una vastissima letteratura scientifica sui confini labili tra disoccupazione, sottoccupazione e inattività.  Questa letteratura produce stime della disoccupazione (o dell’assenza di lavoro) in senso lato che includono, tra gli altri, anche i lavoratori che involontariamente operano per poche ore (short-time workers o involuntary part-timers). Queste stime sono, ad esempio, fornite dall’Ocse come “Supplementary Measure of Labour Slack”.

E’ anche falso anche sostenere che fornire queste stime significa non attenersi all’autorità statistica. Basta consultare il sito del Bureau of Labour Statistics, l’Ufficio di Statistiche sul Lavoro degli Stati Uniti per trovare tabelle che contengono i lavoratori costretti a lavorare meno ore, come i nostri cassintegrati.  Si veda ad esempio le tabelle tratte dal sito del BLS.

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