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Genitori a scuola

Le recenti vicende che hanno interessato la scuola italiana, tutte in  senso negativo considerando l’accento posto sui tagli delle risorse a tutti i livelli, la crisi della didattica generata dall’abolizione delle compresenze, e la scandalosa, oltre che anticostituzionale, campagna di finanziamento della scuola privata a spese della scuola pubblica ha portato, dove possibile, a un maggiore coinvolgimento dei genitori attivi.

Il Punto

Il nuovo Governo avrà come traccia i due rapporti dei “saggi” nominati da Napolitano. Che in tema di riforme istituzionali propongono ricette di buonsenso per dare governabilità al paese, ma non prendono posizione sulla legge elettorale. Speriamo che il Presidente riesca a dare finalmente la spinta necessaria per uscire dallo stallo. Il rapporto dei saggi è bancocentrico. Eppure gli strumenti bancari tradizionali sono insufficienti per contrastare la stretta del credito. Ci vogliono canali alternativi per fare affluire alle imprese il risparmio raccolto dagli investitori istituzionali (fondi pensione, assicurazioni, fondi comuni). Alcuni esistono già e si possono utilizzare.
Macchinoso e inefficiente, l’attuale impianto di aiuti alle imprese va smontato per ricostruirlo adeguato e flessibile. Con meno risorse da distribuire, ma -in cambio- un fisco meno aggressivo e più equo, una pubblica amministrazione che paga i debiti, infrastrutture e procedure che assecondino le attività produttive.
La formazione professionale è un buco nero. Da una ricerca viene fuori che si punta a “riempire le classi” con corsi d’inglese e informatica dagli esiti occupazionali incerti. Soldi di tutti buttati al vento.
Additato come capro espiatorio di molti mali italiani, l’euro è accusato anche di frenare la crescita del nostro paese. Ma se guardiamo i numeri vediamo che la moneta unica c’entra ben poco e la responsabilità della stagnazione è tutta nostra.
Lo sblocco di 40 miliardi per pagare i debiti della pubblica amministrazione pone il problema di un equo riparto tra i vari enti del maggior costo del debito dello Stato per finanziare l’operazione. Ecco perché.
Abbiamo completato il Dossier “Cosa dicono e cosa no i sondaggi elettorali” con le risposte dei sondaggisti alla domande de lavoce.info.

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6 milioni senza lavoro

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Cosa dicono e cosa no i sondaggi elettorali

Sul banco degli imputati dopo gli esiti elettorali, cinque tra maggiori i sondaggisti italiani spiegano errori, limiti e pregi delle metodologie del loro lavoro. E le istruzioni per l’utilizzo dei dati che raccolgono ed elaborano. Con alcune ulteriori domande de lavoce.info.

Il Punto

Al nuovo Presidente della Repubblica spetterà per la prima volta il compito essere garante dell’obbligo del pareggio di bilancio inserito nell’articolo 81 della Costituzione. Una questione spinosa che si presta a interpretazioni discordanti. Vediamo quali e perché.
Per Roma, prossima al voto amministrativo (26-27 maggio), uno dei maggiori problemi irrisolti rimane quello dei trasporti. Rimpiazzare i mezzi vetusti e fare manutenzione straordinaria alle reti è necessario, ma soprattutto curare l’integrazione dei servizi e l’interscambio tra bus, tram, metro, ferrovie. E tenere ben separata la contabilità tra gestione corrente e investimenti.
Le riforme del lavoro servono a creare occupazione? Non tutti ne sono convinti. Un botta e risposta dopo l’articolo “Licenziamenti e legge Fornero”.
Nel documento del ministro per la Coesione territoriale, sette innovazioni di metodo per usare efficacemente i fondi comunitari. Finalmente c’è la consapevolezza che l’utilizzo di queste risorse deve essere programmato. Ma le sette indicazioni sono in parte scontate, in parte ancora insufficienti.
Solo un atteggiamento troppo accondiscendente ha consentito a molte società di calcio di non dichiarare fallimento. Un grafico mostra i numeri del disastro.

Perché calano le assunzioni

I dati mostrano un calo di assunzioni con contratti parasubordinati dopo l’entrata in vigore della riforma Fornero. Ma ne evidenziano anche l’aumento nel semestre precedente. E uno degli obiettivi era rendere più difficile il ricorso al lavoro precario. Il peso dell’incertezza sulle sorti della legge.

Rigore ai bilanci del calcio

Peggiora la situazione finanziaria delle squadre di serie A italiane. Se fossero normali imprese private molte di loro avrebbero già portato i libri in tribunale. Le misure di contenimento dei costi sono insufficienti e soprattutto non accompagnate da un aumento e da una diversificazione dei ricavi. Nel frattempo i vertici del calcio, sotto i quali si è prodotto il dissesto, vengono riconfermati. Da solo il sistema non è in grado di autoriformarsi.

Quando la burocrazia rovina le vite

A Civitanova Marche una famiglia si toglie la vita. Sembra che la notizia che ha destabilizzato una situazione già tesa sia connessa all’arrivo di una cartella esattoriale di Equitalia. E’ una tragedia che si poteva evitare?

I costi del non fare

L’articolo pubblicato da Stefano Clerici e Alessandra Garzarella, collaboratori del prof. Gilardoni, sui “costi del non fare” propone una metodologia talmente originale e innovativa che non ci si può che augurare che la comunità scientifica internazionale ne venga edotta, e sia presentato nelle maggiori sedi preposte. Vi saranno certo vasti echi e dibattiti.

Il Punto

I partiti hanno invaso tutto e oggi c’è una ribellione contro di loro. Ma sono utili e bisogna ripensarli. M5s e le stesse evoluzioni interne al Pd fanno pensare che si stia andando verso forme leggere, all’americana.
Dall’inizio della grande crisi le banche sono nude come l’imperatore della celebre favola. Occorre rivestirle, cioè ricapitalizzarle. Non è vero che questo aumenta il costo della provvista e quindi dei prestiti. Per ogni euro di credito deteriorato, le banche italiane hanno meno di 40 centesimi di accantonamento per far fronte all’eventuale perdita. Una situazione rischiosa che tende a peggiorare. Per questo la Banca d’Italia ha imposto scelte più prudenti.
Il mercato delle case è bloccato. Utile allineare il valore storico a quello di mercato degli immobili delle società pagando una ragionevole imposta. Così i proprietari che hanno creato società per contenervi i loro investimenti in mattone non andrebbero incontro a tassazioni troppo gravose sulle plusvalenze realizzate e sarebbero invogliati a vendere.
Margaret Thatcher è stata una di quei politici che lasciano il segno. Per questo se ne discute a 30 anni di distanza. Le sue politiche sembrano e avere avuto due effetti: uno recessivo immediato e uno espansivo di lunga durata. E hanno aumentato le disuguaglianze.
Per capire le cause della disoccupazione giovanile italiana è utile partire dalla Campania, dove il fenomeno è particolarmente rilevante e drammatico.

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