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Il Punto

Siamo davvero ad una svolta nella gestione del potere politico? Un test importante è fornito dalla nomina di un nuovo commissario Consob. Vedremo se continuerà la pratica della spartizione politica delle poltrone, che ha reso le autorità sempre più dipendenti.
Un popolo di incompetenti. È l’impietoso verdetto sugli italiani che esce dall’indagine sulle competenze degli adulti in 24 paesi (programma Piaac dell’Ocse). Siamo ultimi nelle competenze linguistiche e penultimi in quelle matematiche. Primi responsabili: la scuola e il mercato del lavoro. Una Caporetto a cui si deve reagire con serie riforme, alcune a costo zero. Ma in fretta.
Il debito pubblico è salito al 132 per cento del Pil. L’unico modo di abbatterlo, come nota lo stesso Fondo Monetario, è attraverso una crescita aiutata da riforme strutturali che alleggeriscano il paese dalle mille zavorre che lo frenano. Per questo è importante la stabilità politica.
La service tax sugli immobili, che dovrebbe sostituire l’Imu dal 2014, rischia di essere un pasticcio iniquo. Pasticcio perché mischia una patrimoniale con una tassa sui servizi. Iniqua perché non ha riguardo della capacità contributiva e grava anche sugli inquilini.
Luca Enriques risponde all’intervento di Stefano Liebman e ai commenti al suo articolo “Come si forma un avvocato

Quello che l’Europa non chiede

L’Italia sta attraversando quasi disarmata la crisi economica più grave del dopoguerra. Non può svalutare, avendo come moneta l’euro. Non può “stampare moneta”, come stanno facendo Stati Uniti, Regno Unito e Giappone perché non ha una banca centrale autonoma, avendo delegato alla Bce la gestione della politica monetaria. Non può avere una politica fiscale espansiva perché le regole europee impongono un rapporto deficit/Pil non superiore al 3 per cento e il Fiscal Compact imporrà (almeno in teoria) nei prossimi anni una riduzione del rapporto debito/Pil.

Se quattro anni (di studi in legge) vi sembran pochi

Ringrazio Stefano Liebman e chi ha commentato il mio articolo, arricchendo la discussione di spunti utili. Con questa replica vorrei chiarire meglio il senso delle mie idee su durata e accesso agli studi di giurisprudenza e rispondere ad alcune specifiche critiche.

Il Punto

Dopo aver rischiato di tornare alle urne con il Porcellum dobbiamo cambiare la legge elettorale anche prima di superare il bicameralismo perfetto. Ci vuole un sistema che offra più stabilità e migliore qualità degli eletti. Il maggioritario a due turni sembra essere più adatto del proporzionale, anche alla luce della polarizzazione degli schieramenti.
C’è chi sostiene che la disoccupazione giovanile sia un problema statistico e ne dà colpa all’Europa. Meglio chiedersi perché da noi è al 40 per cento mentre in Austria e Germania al 10. E perché è quasi quattro volte la disoccupazione per gli altri gruppi di età? Anche questa colpa dell’Europa?
La tragedia dei migranti morti o dispersi nel Canale di Sicilia (almeno 6.700 in dieci anni) ci impone di rivedere la Bossi-Fini, una legge ipocrita che permette solo arrivi illegali dai paesi poveri, esponendo chi vuole venire a lavorare da noi al ricatto degli scafisti.
Si riunisce il Cda di Alitalia alla ricerca di aiuti. Speriamo che a nessuno venga in mente di ripetere un ennesimo “salvataggio” ai danni dei contribuenti. I banchieri facciano i banchieri. E i politici non si mettano di mezzo. Con l’uscita di Cucchiani dal vertice di Intesa-Sanpaolo, bene abbandonare il sistema duale di governance. Basato su consiglio di gestione e di sorveglianza, moltiplica le poltrone accontentando soprattutto le fondazioni.
Il capitale civico (sistema di rapporti di fiducia nella società) influenza i risultati economici di ogni paese. Perciò anche di qui ha origine lo squilibrio macroeconomico nell’Eurozona.

Migranti: quanti nel cimitero del Mediterraneo?

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Il Punto

La crisi politica aperta da Berlusconi per evitare che si perfezionasse la condanna per i gravi reati economici di cui è stato ritenuto colpevole in terzo grado espone il Paese a grandi rischi. Potrebbero esserci un ulteriore downgrading del debito pubblico e un intervento della cosiddetta troika, senza avere un governo in grado di prendersi impegni perché dimissionario. Il costo del servizio del debito potrebbe bruscamente impennarsi. L’allarme lanciato da tutta la redazione de lavoce.info.
Quel che succede oggi a Telecom Italia, conquistata dalla spagnola Telefonica, è la conseguenza di quattro passaggi avvenuti nel 1997 (privatizzazione), ’99 (Opa di Colaninno e soci), 2001 (controllo a Tronchetti Provera), 2007 (controllo a Telco). Ripercorriamo in un nuovo Dossier questa storia poco rispettosa delle buone pratiche del mercato.
Circolano numeri allarmistici sugli effetti dell’aumento dell’Iva dal 21 per cento al 22. Vediamo quali sono i numeri veri. Un aggravio di spesa per tutte le famiglie -e non c’è da essere allegri- ma lontano dalla micidiale stangata prefigurata da associazioni di consumatori e sparata nei titoli dei giornali.
È un vero allarme sociale la diffusione del gioco d’azzardo. Da cui lo stato incassa 8 miliardi all’anno. Ci vuole una seria regolamentazione.
Si è rivelato un totale flop il fondo per aiutare i giovani ad acquistare la casa con un mutuo. E il decreto legge di quest’anno che lo rifinanzia e ne vorrebbe allargare l’utilizzo non promette una vera svolta. Perché le regole di accesso sono troppo strette e rigide.

Perché la “scuola per avvocati” non può funzionare

Telecom, una triste storia di capitalismo italiano

Sono in molti a stupirsi del passaggio di Telecom Italia sotto il controllo di Teléfonica. Ma i fatti di oggi sono la conseguenza di quattro passaggi chiave avvenuti tra il 1997 e il 2007.  Ripercorriamo le tappe di una storia in cui sono condensati tutti i vizi del capitalismo privato italiano.

Il Punto

Quanto può recuperare lo stato dalle pensioni d’oro senza fare una sorta di esproprio proletario? Nelle dichiarazioni dei politici e sui giornali i numeri ballano e si parla di svariati miliardi di euro. In realtà le simulazioni mostrano che il gettito di interventi del genere, sarebbe abbastanza limitato. Restano però le ragioni di equità attuariale e tra generazioni per realizzare un intervento selettivo.
Cosa potrebbe fare Telefonica di Telecom Italia? Dalla proprietà spagnola possiamo aspettarci che mandi in soffitta il progetto di scorporo della rete. E che non abbia intenzione e interesse a finanziare la banda larga di cui il nostro paese ha bisogno.
Negli Stati Uniti un corso di Giurisprudenza dura tre anni. E c’è chi lo vuole accorciare a due. Perché non fare un triennio anche in Italia? Ci sarebbero vari vantaggi e qualche rischio (più avvocati, più litigiosità). Apriamo il confronto.
Tanto nella Fed quanto nella Bce sono emerse voci contrarie al mantenimento di politiche monetarie accomodanti. Ma oggi la priorità è l’occupazione e non l’inflazione. Come mostra il “misery index”.
Un nuovo ingresso in redazione: Massimo Baldini, che i lettori de lavoce.info già conoscono attraverso numerosi suoi interventi. A Massimo, che ci darà un contributo originale e di alto livello soprattutto nell’area delle politiche tributarie e di finanza pubblica, un caloroso benvenuto.

Il Punto

Ottimista e rassicurante la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2013 del Governo. Per l’anno prossimo la crescita italiana è stimata all’1 per cento e via aumentando sino all’1,9 per cento nel 2017. Vorremmo crederci. Ma senza riforme incisive non convinceremo gli investitori esteri a continuare a comprare il nostro debito pubblico. Il Governo Letta vuole attrarre capitali esteri e lancia il programma Destinazione Italia. Ne avremmo un gran bisogno, soprattutto nei settori ad alto contenuto tecnologico e scientifico. Perché gli stranieri investano da noi, però, è indispensabile un contesto di stabilità, sicurezza, basse tariffe, certezza del diritto, meno burocrazia.
Che la Tav Torino-Lione sia un progetto più che discutibile è certo. Eppure gli organi democratici del paese l’hanno ripetutamente confermato e opporvisi con sabotaggi e guerriglia è puro terrorismo. Sembra un film già visto negli anni ’70.
A dieci anni dalla scomparsa di Franco Modigliani, Nobel per l’economia nel 1985, il ricordo di un amico.

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