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Categoria: Licenza Poetica Pagina 7 di 16

LA RIVINCITA DELL’UOMO COMUNE

Sono qui, uomo comune,
da gran lussi reso immune,
il mio  Cud è assai modesto,
ed a letto vado presto.

Mi rivesto con i saldi,
sogno invano i mari caldi,
tengo scarpe risuolate,
molto breve è la mia estate.

Ho le  tasche quasi  vuote
e col bus o le due ruote,
vado sempre la mattina,
in ufficio o in officina.

Non mi reco alle Seychelle
e l’albergo a cinque stelle
l’ho veduto dal di fuori,
non ho  barche coi motori.

Di Davòs non so niente,
mi è la borsa indifferente
e non sempre, a prima vista,
so capir l’economista

quando scrive,  in carta rosa,
tutto e il contro d’ogni cosa
e mi spiega l’accaduto,
ma il sentor non l’ebbe avuto.

Mi ritrovo un po’ frustrato,
non capivo il derivato,
quando dopo l’ho capito,
non mi sono divertito!

Ora leggo sui giornali:
son caduti nei fondali
vip, guru e superman,
iniziando dal Greenspan.

Son dolente pel tycone,
non ha più la stock opzione
ed il jet suo privato
con la Vespa ha permutato.

La rivincita è arrivata,
ho la fronte un po’ rialzata,
c’è giustizia pel  furbetto!
sono desto o sogno a letto!?

UNA SIGNORA DI OTTANT’ANNI FA

Traggo dalla mia giacca il portafoglio,
che tra le dita sento un pò legger.
Vi guardo dentro ed alzo un sopracciglio,
sobbalza il cuore ma…non è un piacer.
Torna il ricordo di una verde età:
quella signora di ottant’anni fa.

Nel millenovecentoventinove,
vestita come…non ricordo più,
madama crisi apparve in ogni dove
e lasciò in brache tanta gioventù.
Ricordo gli occhi bui di molta gente
nel fare file a chiederle un favor,
mentre chiudean le banche ogni battente
perchè i risparmi ormai eran…vapor.

Dicemmo:” Questo lo ricorderemo
e certi errori non faremo più;
ci danni il ciel se ancor speculeremo
per far schizzare i prezzi ognor più su.
Quanto la gamba noi faremo i passi
e ci contenterem di ciò che abbiam,
così staranno fermi pure i tassi
e il debito pregresso cancelliam”.

Ma or che siamo nel duemilanove
quella signora a noi appare ancor;
ci vuol portare…non capisco dove,
come se fosse il cuor quello di allor.
Signora non le pare d’esser vecchia ?
Cerchi di contenersi e arretri un po’ !
La vita è bella e ne vogliam parecchia,
pagar quel che lei vuole…non si può.

LE TRIBOLAZIONI DEL CONSUMATORE

Del mio mondo tartassato
ora vado a raccontare,
qual sovrano del mercato,
che mi han fatto poi abdicare.

Ero il re consumatore,
propulsor de la domanda,
io del ciclo inver motore,
dell’offerta il chi comanda.

Quando l’euro  fu  zecchino,
la mia pizza margherita,
nello spazio di un mattino,
diventò più saporita.

Tutti i prezzi su in salita,
pane, pasta, luce e  gasse,
rincarò la ribollita,
ma non scesero le tasse.

Pur di banca son cliente
e a investir molto prudente,
ma fu lì che un bel mattino
mi trovai col bond ‘rgentino.

Sopraggiunta è recessione,
cala il pollo e  la benzina,
ma va su l’integrazione
ed il figlio sta in panchina.

I miei sogni han fatto crack,   
sono ognora più deluso,
anch’io spero nel  Barack,
ma  mi sento assai confuso.

Non mi tornano più i conti,
ma mi affido a Berlusconi,
pure ascolto il pio Tremonti,
mi rattrista assai Veltroni.

Or però giuro, leale,
che riprendo a consumare
e domani vo in filiale
quattro ruote  a ritirare.

Sono al meglio le intenzioni:
giungeran tempi più buoni!

LA CRISI

Tengo ancor sugli scaffali
i miei vecchi manuali,
dove allora s’insegnava
che sul prezzo comandava

la domanda con l’offerta,
che tiravan la coperta,
da sua parte ciascheduna
a favor di chi consuma.

C’era in banca la raccolta
dei depositi, ben folta,
ed i soldi risparmiati
alle aziende reimprestati.

Non di carta, ma reali
eran sì i fondamentali,
mentre il  deficit statale
più di tanto  non su sale.

Poi i tempi son cambiati,
ed apparsi i derivati
con i fondi ed i futuri,
dagli aspetti  un poco scuri.

Tutto fecesi globale,
la finanza agì letale
e le index delle banche
di limpiezza furon manche.

Il castello delle carte
costruito fu con arte,
però al soffio del Madoffie
son crollate le scartoffie.

Ma dell’onda del gran crackque,
mai nessuno si compiacque
di predire ch’era in vista
e silente, molto fu l’ economista.

Dei bei tempi ho nostalgia
del Fenizio e il De Maria,
quando l’IRI era un modello
e la crisi… si parava con l’ombrello,
mentre adesso è uno tsunami:
chissà… se basteran gli Obami!

I SOLDI NON BASTANO!

Dal piano alla collina,
dal monte alla marina,
di teste una foresta
da voce alla protesta.

Ovunque c’è un lamento
e chiedesi l’ aumento
perché finì la grana,
pria dell’ultima semana.

Ma il deficit è in affanno
e i soldi dove stanno?
Qualcuno mi risponda
che il Pil è qui ch’affonda.

Si pagan gli interessi
dei debiti pregressi,
c’è il costo della casta,
cui desinar non basta,

è poco  il che s’apprende,
ma molto più si  spende,
sui banchi della scuola,
mentre la sanità da sola

ha un buco così grande,
che sempre  più si espande
e tal che sballa i conti
che vuol quadrar Tremonti.

Si va presto in quiescenza,
per cui la previdenza
aumenta  il disavanzo:
ci pagherà la cena o pranzo?

Si spende in ospedale,
ben grande un capitale
e a Roma e alle regioni
che fanno i fannulloni?

Le casse sono vuote
il fisco in men riscuote;
sui sprechi giù l’accetta,
la cinghia va ristretta!

Non bastan più i milioni!
Ma lo saprà il Veltroni??

IL SENNO DEL POI

I più ricchi siam del mondo,
di un tesoro senza fondo,
che di senno del di poi
più di tutti abbiamo noi.

Quando al calcio la partita
agli azzurri è non riuscita,
assai chiaro “ l’aveo detto”
ciò a cui il Mister fa difetto.

Ogni fatto, anche privato,
poi che avvenne è contestato,
se c’è in ballo una questione,
poscia sol c’è spiegazione.

Ora accadde là a Vuol Stritte
che al disastro andaron dritte
grandi banchi e finanziari,
pria coi mutui immobiliari,

poi coi fondi e derivati,
sol di carta accreditati,
che bel belli hanno impaccato
e all’Europa rifilato.

Dopo il botto dei subpremi
si è costrutto teoremi
per spiegare l’accaduto
che nessuno ha preveduto.

Quando poi la Lehman è esplosa
tutti quanti han fatto chiosa
proprio tutti, i professori,
giornalisti e controllori,

però niun l’ha fatto ex ante,
se ne è scritto, ma a post stante.
E i modelli futuristi?
Che dicevan, chi li ha visti?

Poi c’è pure un buco nero:
le agenzie, cui diam tre zero.
Belli i tempi del Maynardo,
quando pur con qualche azzardo,

le grandezze eran reali,
merci, impianti e capitali,
c’era insomma la sostanza,
or di foglio c’è finanza!

IL GOVERNO MASTRO LINDO

Ecco una teglia incrostata di unto
Grigia di anni e di tanto calcare
Niente paura, nessun disappunto
C’è Mastro Lindo e torna a brillare.

Non devi stare a grattare per ore,
con la paglietta e il panno abrasivo
la crema magica, niente sudore,
toglie i problemi, rimedio fattivo.

Noi questo spot lo vediamo la sera
Quando finisce il telegiornale
Ma a ben guardare ‘sta tiritera
Ci è già arrivata in subliminale

Prodi ci lascia un paese in rovina
Pien di migranti, gli sbarchi alle porte,
non c’è più un filo di fieno in cascina
prezzi alle stelle e vuote le sporte.

Ma senza tregua il Governo, d’estate,
con decisione, più svelto di un treno,
tante questioni da tempo incistate
prende e risolve in un battibaleno.

Certe fobie non risparmian nessuno,
m’hanno strappato la borsa di mano!
Centocinquanta soldati ciascuno,
ha sistemato Roma e Milano

Un nuovo anno, si torna tra i banchi
vecchi edifici, le crepe nel muro,
tanti i problemi, i maestri son stanchi
qui ci giochiamo davvero il futuro.

Niente paura, si cambia la rotta
non più giudizi ma voti in pagella
maestro unico,  voto in condotta,
torna il grembiule con la cartella

Il carovita falcidia il salario?
C’è Robin Hood nel nostro Governo
ecco che arriva in perfetto orario
per banche e benzine è giunto l’inverno.

Il 10 per cento andrà agli indigenti
la riedizione del tempo che fu
un’annonaria  a combatter gli stenti
ma social card, che fa molto più cool.

C’è l’Alitalia già pronta a fallire
dopo che han fatto scappare i francesi
nella cordata nessun vuol salire
e i viaggiatori son già tutti scesi

Niente paura, annuncia felice
questa scommessa l’abbiamo già vinta
c’è BancaIntesa col Piano Fenice
basta soltanto una piccola spinta

Tutte le perdite ai contribuenti
un monopolio per Catricalà
seimila esuberi, non c’è altrimenti,
ma quel che è salva è l’italianità.

Ma quel che lascia esterefatti
è la supina platea dei commenti
opinionisti forse distratti
un tempo critici, ora ferventi

Non gli si chiede nulla di eroico:
fare il mestiere per cui son pagati.
La schiena dritta è qualcosa di stoico?
Non solo i pro andrebbero dati.

Qui ci vorrebbe il vero Fantozzi
che con quell’aria tra seria e furbesca
urli alla gente con modi un po’ rozzi
la Robin Tax è una cagata pazzesca.

Potemkin

LAUREATO CON 110 E LODO

Degli esami, le sessioni,
superar vuol Berlusconi
e al bel voto fare approdo:
110 e pure il lodo!

Il programma è alquanto duro,
chiede impegno duraturo,
basta chiacchiere e proclami
solo fatti, testa e mani!

Si cominci con la spesa
perché vada giù in discesa,
per cui dopo anche le tasse
si potranno far più basse.

All’esam dell’Energia
vi si porti geotermia,
poi si parli anche del vento
e del sol  lo sfruttamento,

ma si faccia il nucleare!
Importante è risparmiare,
per cui spengasi la luce
e il consumo si riduce.

Poi c’è il nodo concorrenza,
non possiamo farne senza,
ma il mercato però vale
pure per l’ente locale.

L’ICI venne depennata
e da Robin qual frecciata!
Il Brunetta è sceso in pista
contro il pigro e assenteista.

L’Alitalia dunque vola,
il grembiul si mette a scuola,
si è spazzata la monnezza,
con Maroni sicurezza!

Ma c’è pur l’opposizione,
candidato suo è Veltrone:
sembra poco preparato,
al momento è rimandato,
e per ora a “baccelliere”
sol promosso è il cavaliere.

IL PREZZO DEL GREGGIO

Sui giornali e i supplementi
van polemiche insistenti
sul perché sale il barile
ad un prezzo inversimìle.

Si sostiene che pel greggio
la tendenza è verso il peggio,
che d’offerta c’è carenza,
ma dell’olio non fai senza,

e che in India e pure in Cina
la domanda è repentina,
per cui il prezzo è triplicato
e a 200 è destinato.

Ma l’infausta quotazione
anche ha nom speculazione:
dice l’OPEC, ché l’offerta
è bastante e non scoperta

e che finanze oscure,
con i fondi e coi future,
pure al rame e ai cereali
fan mancar fondamentali.

Il Giavazzi sul Corriere
e Krugman col suo parere,
mostran  alquanta di paura
per la mondo-congiuntura.

Lo si è detto anche al G8
ed il Giulio ce ne ha edotto
che la nostra situazione
è da gran cogitazione.

Il consumo è giù in frenata,
l’ICI venne detassata,
il salario va innalzato,
ed il debito abbassato,

poi si tagli la pressione:
ma con quale dotazione?
Che farà il consumatore
quando va al distributore?

Tra i capelli pon le mani,
…non c’è più neppur Bersani!

UN CONSIGLIO A GIULIO DI SHERWOOD

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