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Categoria: Povertà Pagina 24 di 31

Aiuti da valutare

In tempi di crisi riprende vigore la scuola di pensiero contraria agli aiuti allo sviluppo, che produrrebbero fisiologicamente corruzione e dipendenza. I critici non considerano però che per missione l’aiuto interviene in aree dove è più difficile ottenere risultati. Comunque, proprio per rispondere alla crescente pressione dell’opinione pubblica globale sui risultati concreti che l’aiuto ha conseguito, i paesi donatori più impegnati hanno creato unità di valutazione sistematica dell’impatto degli interventi. I ritardi italiani.

Il reddito minimo universale

L’introduzione di un reddito minimo universale trova ancora ostacoli, eppure sembra permettere scelte familiari, educative, abitative e occupazionali più efficienti. Le disuguaglianze nella distribuzione del benessere possono rafforzare gli incentivi al lavoro, ma spingono anche alla ricerca di benefici e privilegi clientelari con spreco di risorse. Un esercizio di simulazione mostra gli effetti di quattro tipi di politiche universalistiche: reddito minimo garantito e reddito di cittadinanza, con imposta sul reddito progressiva e con imposta proporzionale. Una scheda dell’autore illustra le differenze tra le quattro forme di reddito.

POVERA ITALIA!

Gli italiani si sono impoveriti negli ultimi anni? Le indagini di Istat e Banca d’Italia fotografano una situazione difficile per le famiglie numerose, per chi non ha lavoro e per il Sud. Ma nelle indagini sulla povertà si dovrebbe considerare un paniere che per tutta l’area euro rappresenti l’insieme dei beni e servizi considerati essenziali per uno standard di vita di una famiglia minimamente accettabile. E poi analizzare la percentuale di famiglie che si avvicina o si allontana da quella soglia ogni anno e nel corso degli anni.

PAGINE BIANCHE NEL LIBRO BIANCO

Il Libro bianco sul futuro del modello sociale affronta molte questioni, ma mancano un preciso quadro di interventi e impegni programmatici credibili. Pochissimi i riferimenti al contesto istituzionale. Per esempio, il documento aderisce all’universalismo selettivo, ma non cita nemmeno l’esistenza dell’Isee, che di quel principio è la più importante realizzazione. L’enfasi sulla povertà assoluta, tralasciando quella relativa, riflette una visione caritatevole delle politiche redistributive. Dimenticata anche la povertà tra i minori.

UNA NUOVA POVERTA’ ASSOLUTA

L’Istat ha disegnato una nuova metodologia di calcolo della povertà assoluta. Non si tratta di un concetto di sopravvivenza, di carenza di risorse tale da mettere in pericolo serio la vita stessa, ma di un concetto di “minimo accettabile”. Con due ipotesi di partenza: i bisogni primari sono omogenei su tutto il territorio nazionale, mentre i costi sono variabili nelle diverse aree. A definire la condizione non è dunque una soglia unica, ma tante soglie quante sono sono le combinazioni tra tipologia familiare, ripartizione geografica e dimensione del comune di residenza.

SENZA TETTO, MA NON SENZA SPERANZA

Il 14 gennaio è stato effettuato a Milano il primo censimento dei senzatetto. La ricerca è stata realizzata grazie alla borsa di studio in ricordo di Riccardo Faini che due anni fa ci lasciava. A lui sono anche dedicati i Dossier Grazie Riccardo, Ricordando Riccardo e Riccardo, un anno dopo. Sono stati censiti quattromila adulti che dormono in strada, nei dormitori o in baraccopoli, campi nomadi ed edifici dismessi. E’ una popolazione estremamente variegata, ma con caratteristiche demografiche, di capitale umano, di partecipazione al mercato del lavoro che aprono alla possibilità di politiche di reinserimento e non solo di mera assistenza.

CREDITO FAMILIARE: ISTRUZIONI PER L’USO *

A fine novembre il governo ha presentato due nuovi strumenti di sostegno ai redditi delle famiglie: la social card e un bonus una tantum di importo variabile. Considerando l’inconsistenza delle politiche anti-povertà delle due passate legislature, si spera che queste misure costituiscano il primo passo sperimentale di un percorso di riforma del welfare. Restano però provvedimenti che per l’esiguità dell’importo e per l imprecisione del disegno tecnico, rifletterono più il desiderio di cogliere un successo di immagine che l’intenzione di alleviare significativamente le condizioni dei poveri.

REDDITO MINIMO ALLA FRANCESE

L’estate prossima entrerà in vigore in Francia il Revenu de Solidarité Active, un nuovo sussidio pubblico ideato per semplificare la giungla delle misure di sostegno, lottare in modo efficace contro la povertà ed evitare fenomeni di disincentivazione al lavoro. Anche in Italia da tempo circolano proposte di reddito minimo garantito. La riforma francese può essere un esempio anche per noi? Due i problemi: i costi per le esangui casse statali e l’imponente tasso di lavoro sommerso e di evasione fiscale, che potrebbero mettere in dubbio l’efficacia di un simile strumento.

SI FA PRESTO A DIRE BONUS

Social card e bonus sembrano ben centrati a favore delle famiglie più povere. Le due misure consentono di ridurre la disuguaglianza in modo apprezzabile: l’indice di Gini del reddito disponibile familiare equivalente passa da 30,99 a 30,59. Ed è il Sud a trarne maggior beneficio. Il bonus appare però come una inutile e temporanea duplicazione dell’assegno al nucleo familiare. Mentre la social card da sola non può essere una adeguata forma di contrasto alle povertà più gravi. La risposta migliore resta il reddito minimo di inserimento.

L’ETÀ RENDE INIQUA LA CARD

La social card è attribuita non solo in base a criteri di reddito e patrimonio, ma anche di età. E le stime dicono che sono gli anziani a dominare la platea dei beneficiari. Ma non è solo in questa fascia che si trovano le situazioni di disagio. L’incidenza della povertà è altrettanto grave, se non maggiore, tra le famiglie con un solo genitore o con molti figli. Perché è il numero, non l’età dei bambini a esporre i nuclei familiari al rischio povertà. Così il requisito finisce per escludere dalla misura la maggior parte delle famiglie con redditi nulli o molto bassi.

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