Lavoce.info

Categoria: Povertà Pagina 21 di 31

Il Misery Index per leggere il disagio sociale

Negli ultimi mesi, all’interno di Fed e Bce sono emerse voci contrarie al mantenimento di politiche monetarie accomodanti. È necessario evitare che si generino effetti distorsivi sull’economia reale, ma oggi la priorità è l’occupazione e non l’inflazione. Come mostra l’analisi del Misery Index.

Un sostegno contro la povertà

Il Sia è un nuovo schema contro la povertà, proposto dal ministero del Lavoro. È universale e selettivo in base alle condizioni economiche. Ha l’obiettivo di favorire un percorso di inclusione dei componenti del nucleo familiare. I costi e le ragioni per cui andrebbe introdotto gradualmente.

Un reddito minimo possibile

L’introduzione di un reddito minimo è quanto mai urgente e necessaria. Ma come disegnare la misura? Universalismo selettivo e risorse da recuperare secondo una logica redistributiva sono i criteri guida. L’erogazione monetaria va affiancata da interventi di promozione sociale e lavorativa.

Reddito minimo, le condizioni per farlo

L’esperienza del reddito di garanzia nella provincia di Trento dimostra che anche nel nostro paese si possono avviare serie misure contro la povertà, basate sul criterio dell’universalismo selettivo, senza far saltare i bilanci pubblici. A patto però di rispettare alcune condizioni.

Imposte e consumi nella crisi

Politiche fiscali finanziate con debito pubblico sono più o meno efficaci di politiche redistributive che spostano il carico fiscale dai poveri ai ricchi? Calcoli su dati dell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane stimano un effetto non trascurabile di queste ultime sui consumi a livello aggregato

Povertà, immigrazione, disuguaglianza *

Le cattive notizie per l’economia italiana continuano a susseguirsi in questo difficile 2012, tanto da rinviare ormai all’anno prossimo ogni speranza di ripresa. Le ricadute sociali sono assai gravi: la caduta del Pil non sarà pesante come nel 2009, ma arriva nel quinto anno di crisi internazionale, la contrazione dei consumi delle famiglie dimostra con chiarezza che in questo periodo di tempo si sono erosi i risparmi che costituivano uno dei nostri punti di tenuta.

La linea (di povertà) è mobile

Interpretare i dati sulla povertà non è semplice. Rivalutare una soglia relativa, aggiornandola per il solo aumento del costo della vita, equivale a tenere immobile la soglia di povertà. Mentre utilizzare una soglia della povertà relativa che si aggiorna automaticamente al variare della distribuzione del reddito è una prassi radicata nel nostro paese, ma non consente di monitorare con efficacia l’evoluzione del fenomeno, proprio per la sua eccessiva mobilità. Sul piano concettuale e su quello empirico sembra dunque preferibile seguire la dinamica della povertà assoluta.

Povertà: ci vuole una nuova misura?

Nel ringraziare l’Istat per la replica alla mia nota del 4 settembre, mi preme innanzitutto precisare che in essa non vi era alcuna critica all’Istituto, ma anzi un apprezzamento indiretto per la mole di informazioni comunque messa a disposizione del pubblico.

Una riflessione sulle misure di povertà

Le riflessioni di Raffaele Tangorra ci fanno tornare a dibattere, come molte volte è accaduto, sugli indicatori di povertà.

Poveri sì, ma sotto quale soglia? *

I dati Istat mostrano che, nonostante la crisi, l’incidenza della povertà negli ultimi dieci anni è rimasta sostanzialmente ferma all’11 per cento. Sembra un paradosso. Ma l’analisi dell’incidenza di povertà andrebbe sempre accompagnata almeno dall’esame dei movimenti della soglia di povertà. E se si rivaluta la soglia del 2008 per l’inflazione registrata negli anni successivi, nel 2011 si registra un incremento dell’incidenza di circa un punto e mezzo percentuale, cioè un milione di poveri in più. La questione della capacità d’acquisto della soglia di povertà relativa.

Pagina 21 di 31

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén