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Perché lo Zimbabwe non è la Cina

Il gigante asiatico dai tassi di crescita del reddito pro capite del 10 per cento annuo e il paese africano dove milioni di persone cadono in miseria hanno in comune il fatto di essere regimi autocratici. Perché ottengono risultati economici così diversi? E quali lezioni possono trarne le democrazie? L’analisi delle autocrazie di successo mostra che la costruzione di un governo efficace, che lavori nell’interesse di un’ampia fascia di cittadini, richiede uno sforzo consapevole e la capacità di identificare le caratteristiche istituzionali necessarie per realizzarlo.

Il format? Ha diritti “deboli”

Al format televisivo non si applicano né le tutele del brevetto né quelle del copyright. Nessun paese ha una normativa specifica che lo riguardi né si è stabilita una prassi giurisprudenziale omogenea e coerente a livello internazionale. Sembra essere una fattispecie per la quale il diritto di proprietà è incerto e sostanzialmente debole. I cosiddetti brevetti “deboli” ottengono le royalties più alte nei mercati fortemente concorrenziali. E cosa accade quando un operatore del segmento a valle si integra verticalmente con uno del segmento a monte?

Quando il lavoro è intermittente

Il contratto di lavoro intermittente (o lavoro a chiamata) è stato fin dall’inizio tra le più controverse innovazioni introdotte dalla legge Biagi. Ma quanto viene usato? In che forma? Da quali aziende? I dati del Centro Impiego del Veneto possono aiutarci a fissare dimensioni e caratteristiche dell’adozione di questa formula che nel corso del tempo è stata sempre più utilizzata, ma che potrebbe sparire in seguito alla riforma del welfare.

Il passaporto delle imprese italiane

Si dice che nel nostro paese gli investimenti esteri siano scarsi. In realtà, molti settori sono da tempo caratterizzati da imprese a controllo straniero che detengono quote importanti dell’attività nazionale. E se la nostra specializzazione produttiva è fondata sulle Pmi, gli investitori esteri sono invece attratti in Italia dalle medio–grandi che portano in dote alte quote di mercato. Ma la paura dello straniero è maggiore quando sono coinvolte alcune specifiche aziende definite, spesso impropriamente, a valenza pubblica.

Quel test è uno specchio della scuola italiana

Il test di ingresso alla facoltà di Medicina è una prova nazionale e molto selettiva. Le differenze fra le sedi nei punteggi mediani degli ammessi sono ampie. E potrebbero essere legate al diverso livello di preparazione fornito dalle scuole superiori italiane. Il Nord-Est ottiene i migliori risultati, con tre università fra le prime quattro. All’opposto, delle ultime otto, sette sono meridionali. Con alcune importanti eccezioni, come Bari e Palermo dove il punteggio medio è superiore alla media nazionale. Discutibile la creazione di una graduatoria per ogni sede.

Previdenza integrativa: un successo. Ma le piccole imprese?

La campagna di adesioni alla previdenza complementare registra un eccellente risultato nel comparto delle imprese medio grandi, i cui lavoratori hanno dato prova di nutrire la massima fiducia nel sistema. Al contempo si registra una preoccupante arretratezza nelle piccole imprese nelle quali è peraltro impiegata la maggioranza dei lavoratori dipendenti italiani. Nei prossimi mesi i policy makers dovranno elaborare proposte che consentano alla previdenza privata di allargare la propria offerta, attraverso strumenti e soluzioni innovative che ne accrescano visibilità e affidabilità.

Il mercato non va all’università

La proposta del ministro Mussi sul reclutamento dei ricercatori universitari ha alcuni elementi di indubbia novità che si richiamano al sistema anglosassone. Ma è un errore adottare solo alcune caratteristiche di altri modelli, senza coglierne lo spirito complessivo. Più in generale, la riforma tradisce una profonda diffidenza verso un meccanismo genuinamente di mercato, la sua capacità di autoregolarsi e correggersi, e il nesso inscindibile tra autonomia, potere e responsabilità.

Una defiscalizzazione costosa e aleatoria*

La Francia non utilizza efficacemente le sue risorse di mano d’opera. La scelta delle 35 ore di lavoro settimanale ha arrecato danni al paese, strangolando le attività. Ma la legge appena varata sulla soppressione degli oneri fiscali e dell’imposta sul reddito delle ore straordinarie non è una soluzione efficace: giocherà a sfavore delle nuove assunzioni; e rischia di costare più del previsto perché molte aziende dichiareranno ore straordinarie fittizie per beneficiare dell’assenza di prelievi.
Una scelta del genere dovrebbe prima essere sperimentata su alcuni settori.

Sportello unico, quando la forma è anche sostanza

Lo sportello unico avrebbe dovuto risolvere gran parte dei problemi connessi alla lentezza e farraginosità dell’avviamento delle attività produttive nel nostro paese. Dopo dieci anni le imprese continuano a lamentarsi dell’eccesso di burocrazia, nonostante le numerose modifiche e gli aggiustamenti. Ora, sulla materia sono stati presentati due disegni di legge. Esiti e contenuti finali sono, ovviamente, incerti, ma la direzione intrapresa sembra quella giusta. In ogni caso, rimane il delicato problema dell’efficace attuazione amministrativa.

Prezzo minimo imposto, l’America cancella il divieto

Con una recente sentenza, la Corte Suprema ha eliminato il divieto “per se” per il produttore di imporre un prezzo minimo al dettaglio al distributore, che pur con alterne vicende resisteva dal 1911. Si procederà d’ora in avanti con la logica del caso per caso. Eppure, la letteratura economica mette molto più l’accento sui rischi anticompetitivi che sui vantaggi sociali del prezzo minimo imposto. E dunque la vecchia regola avrebbe forse tutelato meglio i consumatori. Rimane adesso da vedere quale orientamento prenderà la Commissione europea.

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