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IL DECLINO DEL DIPLOMATO AMERICANO*

Secondo le statistiche ufficiali le scuole degli Stati Uniti diplomano oggi circa l’88 per cento degli studenti e negli ultimi quaranta anni il tasso di diplomati fra i neri ha registrato una tendenza a convergere verso quello dei bianchi. Dati che però sono ribaltati da studi più approfonditi: le percentuali di chi completa gli studi superiori sono in calo, soprattutto per le minoranze. Un fenomeno che ha ripercussioni sul livello di qualificazione della forza lavoro. E che rischia di ridurre la produttività e di favorire la disuguaglianza nell’America di domani.

SARKOZY: PRIMO BILANCIO, PRIME DELUSIONI*

In campagna elettorale, Sarkozy ha presentato un programma corposo, che riprogettava tutta la vita dei francesi nei minimi particolari. Ha fatto proposte audaci e in genere buone. Ora molti suoi progetti sembrano sprofondare nelle sabbie mobili della politica. Il metodo che porta ad aprire contemporaneamente più fronti, comincia a mostrare i suoi limiti. Meglio forse gerarchizzare le riforme, cominciando dalle più importanti e mettendosi in condizione di poterle realizzare. E se la priorità è la disoccupazione, bisogna riformare il mercato del lavoro.

LE ICT NON FUNZIONANO SENZA CAPITALE ORGANIZZATIVO

Un’indagine su più di duecento grandi aziende manifatturiere e di servizi italiane mostra che per circa il 70 per cento, gli investimenti in Ict hanno permesso una riduzione dei costi amministrativi. Decisamente inferiori, invece, le percentuali di imprese che hanno ottenuto ritorni nello sviluppo prodotto o nella gestione delle relazioni con i clienti. Spesso per l’incapacità di apportare i necessari cambiamenti organizzativi, con la modifica dei processi decisionali e maggiore attenzione al capitale umano. Difficile dunque un effetto sulla produttività.

CHI VENDE I FARMACI IN EUROPA

La distribuzione dei farmaci al di fuori delle farmacie è ancora al centro dell’attenzione. Ma la situazione in Italia è davvero anomala rispetto agli altri paesi europei? Francia e Spagna mantengono il diritto di esclusiva delle farmacie anche per i medicinali senza obbligo di prescrizione. L’Olanda preferisce i drugstore alla Gdo. In Norvegia gli esercizi commerciali necessitano di una licenza ad hoc. Specifica autorizzazione anche in Danimarca, che prevede inoltre l’obbligo di assortimento. Quando è formalmente richiesta la presenza di un farmacista.

CHI VUOLE CAMBIARE LA CLASSE DIRIGENTE?

Secondo i sondaggi ben il 58 per cento degli italiani è insoddisfatto dei rappresentanti politici. E tutti a parole in questi primi scampoli di campagna elettorale dicono di voler cambiare. Tre criteri per capire se lo faranno sul serio: sono favorevoli a un sistema maggioritario a due turni, a tenere primarie a livello locale nella selezione dei candidati e a estendere il diritto di voto ai sedicenni sia alla Camera che al Senato?

AGENZIE DI RATING, LA RIFORMA E’ UN ROMPICAPO*

Le società di rating aiutano ad affrontare i problemi di agenzia e di informazione asimmetrica. Ma le recenti turbolenze sui mercati finanziari hanno messo in luce i molti problemi a esse associati, sia in termini di incentivi sia nello svolgimento della loro attività. Molte delle soluzioni proposte sono però altrettanto problematiche. Resta il fatto che una riforma è necessaria. E forse proprio le esperienze degli ultimi mesi daranno la forza per superare gli ostacoli politici e quelli frapposti dai gruppi di interesse ad alcuni dei progetti più promettenti.

LE BANCHE CINESI VANNO ALL’ESTERO

A fine 2006, gli stock investiti all’estero dalle banche cinesi erano pari a 12,3 miliardi di dollari. Per il 2007, i dati parlano di un flusso superiore ai 10 miliardi. E forse siamo solo all’inizio. La crescente capitalizzazione, mentre in Occidente si soffre la crisi subprime, e l’ampia disponibilità di riserve ufficiali suggerisce che gli istituti bancari cinesi guarderanno ancora con attenzione ad acquisizioni fuori dei confini nazionali. Cosa è cambiato nel sistema bancario della Cina per spingerlo a livelli di produttività tali da sopportare i costi di un’espansione internazionale?

FISCO

PROVVEDIMENTI

L’impegno maggiore, deciso e continuativo, si è avuto nelle azioni di contrasto all’evasione e all’elusione, avviate da subito con il decreto Visco-Bersani del luglio 2006, anche a costo di tensioni e proteste, generate a volte dalla fretta con cui sono state emanate alcune norme, che hanno poi dovuto essere in parte corrette. Si sono ampliate le informazioni a disposizione dell’amministrazione e si è rafforzata la sua potestà di controllo, accertamento e sanzione. L’attività di accertamento è stata diretta nei confronti sia delle piccole imprese (studi di settore, scontrini eccetera), sia dei soggetti di grandi dimensioni.
Con la Legge finanziaria 2007 si è disposta la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro. La parte a favore delle imprese, con una detassazione media pari a circa 3 punti percentuali di retribuzione, è stata articolata in modo da favorire l’impiego di lavoratori a tempo indeterminato, delle fasce salariali più basse e del Mezzogiorno. L’intervento di riduzione del cuneo per i lavoratori è stato realizzato attraverso una mini-riforma dell’Irpef. La riduzione, che ha interessato la maggior parte dei contribuenti con reddito dichiarato inferiore ai 40mila euro, ha avuto un costo molto ridotto per l’erario e un effetto redistributivo modesto.
Con la Finanziaria per il 2008, è aumentata la detrazione Ici sulla prima casa. Un intervento discutibile sotto molti aspetti. Viola l’autonomia tributaria dei comuni, in quanto interessa il più importante tributo proprio a loro assegnato. Limita una fonte di prelievo a cui tutti i paesi fanno ampio ricorso. Ha effetti redistributivi negativi.
Ha invece effetti redistributivi positivi, anch’essi però contenuti, l’introduzione di detrazioni, variamente articolate, per i contribuenti, con basso reddito, in affitto. Queste detrazioni si traducono in trasferimenti positivi a favore dei contribuenti, nel caso in cui gli stessi risultino incapienti.
Con la Finanziaria 2008 è stata riformata la tassazione societaria. Si è agito, con obiettivi simili, sia sull’Ires che sull’Irap. Si è proceduto a significative riduzioni di aliquota: dal 33 al 27,5 per cento per l’Ires e dal 4,25 al 3,9 per cento per l’Irap. Per evitare perdite di gettito si è ampliata la base imponibile. Altri obiettivi centrali dichiarati sono la semplificazione e la maggior certezza della normativa, al fine di ridurre i costi indiretti e i rischi dei contribuenti.
Nell’ottica della semplificazione e della riduzione dei costi degli adempimenti richiesti ai contribuenti, la Finanziaria 2008 ha anche introdotto un nuovo sistema di tassazione, opzionale, per circa 900mila lavoratori autonomi e piccole imprese con un giro di affari inferiore a 30mila euro l’anno. Per questi "contribuenti minimi" Iva, Irap e Irpef, vengono sostituiti da un’unica imposta del 20 per cento commisurata al reddito imponibile definito come differenza fra il valore del giro di affari annuale e il valore dei costi sostenuti per l’impresa.

QUANDO SI VEDRANNO GLI EFFETTI

Per quanto riguarda le azioni di contrasto all’evasione, il successo è innegabile. Potrà essere duraturo solo se l’azione continuerà ad essere decisa e continuativa. La stima governativa di un aumento di gettito imputabile alla lotta all’evasione di 11,2 miliardi di euro nel 2006 e di altri 6,7 miliardi nel 2007 trova principale riscontro nell’incremento dell’Iva, in misura superiore a ciò che sarebbe giustificato dall’andamento della base imponibile, nel settore del commercio e dei servizi immobiliari e come effetto degli interventi sugli studi di settore.
La riduzione del cuneo fiscale per la parte a favore delle imprese è entrata in vigore nella seconda metà del 2007. Se ne potranno quindi valutare gli effetti solo dal 2008.
La riforma dell’Ires e dell’Irap rivela una forte volontà di semplificazione degli adempimenti e contribuirà, dal 2008, a migliorare la competitività fiscale del nostro paese.
Una valutazione compiuta del nuovo sistema di tassazione per contribuenti minimi sarà possibile solo fra qualche mese, quando si saprà anche quanti soggetti vi avranno effettivamente aderito. In questo senso, decisivo sarà l’atteggiamento che verrà preso dalle organizzazioni dei piccoli imprenditori, dei lavoratori autonomi e dei consulenti fiscali.

OCCASIONI MANCATE

La riduzione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori era pensata come un primo passo in direzione di un intervento di più ampio respiro finalizzato all’unificazione degli strumenti fiscali (detrazioni) e di spesa (assegni familiari) a sostegno dei carichi familiari; e a disegnare meglio la struttura degli incentivi implicita nella detrazione per lavoro. Questi temi sono oggetto del Libro bianco sull’Irpef, atteso per la fine di febbraio, che avrebbe dovuto ispirare una nuova riforma del più importante tributo del nostro ordinamento.
Il governo Prodi ha messo in cantiere anche la riforma della tassazione delle attività finanziarie, che ha il suo perno nell’unificazione delle aliquote riservate alle diverse tipologie di redditi di capitale, e nella omogeneizzazione del trattamento riservato al risparmio, sia esso intermediato da gestioni individuali o collettive, o affidato in amministrazione o custodia a qualche intermediario finanziario. Il disegno di legge delega di iniziativa governativa che avrebbe dovuto portare a questa riforma, approdato alla Camera nell’autunno del 2006, è rimasto tuttavia bloccato dal mancato accordo all’interno della maggioranza su come gestire la fase di transizione dal vecchio al nuovo regime.

FAMIGLIE

PROVVEDIMENTI

La politica di sostegno economico della famiglie del governo Prodi è articolata in varie direzioni.
Sul piano del servizi per i bambini in età prescolare, il piano asili nidi 2007-2009 è stato il primo intervento importante di sviluppo del sistema dei servizi dalla legge 1044-1971 e per questo molto apprezzabile. Per questo piano, che include obiettivi di incrementi della copertura media degli asili nido, livelli minimi di copertura regionale, standard di qualità e sviluppo di attività di monitoraggio, sono stati stanziati 300 milioni per gli anni 2007, 2008 e 2009 più 35 milioni di euro per le cosiddette "sezioni primavera" (destinate ai bambini di età 24-36 mesi).
Per il sostegno alle famiglie numerose, è stata prevista un’agevolazione di 1200 euro, cioè 100 euro al mese per il 2008 erogati sotto forma di detrazione Irpef, destinati ai nuclei familiari con più di 4 figli a carico. Questo beneficio è previsto anche per i coniugi separati: in questo caso la detrazione spetta al genitore affidatario. Per le famiglie con un reddito basso è previsto anche un bonus di 150 euro, erogato una tantum. Il bonus è destinato a tutti i contribuenti la cui imposta netta Irpef nel 2006 è risultata pari a zero e viene distribuito a lavoratori dipendenti e pensionati.
Per il sostegno delle spese familiari per l’abitazione è stato introdotto un aumento della detrazione Ici sulla prima casa. Lo sconto sull’ICI riguarda tutte le abitazioni (ad eccezione per quelle signorili, le ville e i castelli) ed è dunque esteso alla maggior parte dei contribuenti Ici. Sono state anche introdotte detrazioni, variamente articolate, anche per i contribuenti a basso reddito che non sono proprietari ma pagano un canone di affitto. Queste detrazioni si traducono in trasferimenti nel caso delle famiglie incapienti.
Infine sono stati introdotti incentivi all’assunzione di forza lavoro femminile (per incentivare l’occupazione femminile dal lato della domanda, laddove la partecipazione è più bassa). Si tratta di sconti IRAP alle imprese del Sud che assumono lavoratrici a tempo indeterminato rientranti nella categoria di " lavoratore svantaggiato" nelle regioni del sud. L’agevolazione fiscale comporta un beneficio di circa 150 euro al mese per ogni lavoratrice assunta.

QUANDO SI VEDRANNO GLI EFFETTI

L’incremento del numero degli asili può essere uno strumento efficace nel sostenere le decisioni di lavoro e fertilità delle famiglie.
Anche se è difficile ipotizzare una relazione causale si è evidenziato come nelle aree dove gli strumenti per l’infanzia sono cresciuti è aumentata la fecondità e la partecipazione e al lavoro (Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Toscana indicando in quali contesti avere figli e lavorare appare più conciliabile).
Nonostante gli obiettivi dichiarati, gli interventi a favore delle famiglie in termini di tasse/trasferimenti avranno effetti redistributivi modesti. Da un lato perché in generale privilegiano i trasferimenti monetari rispetto ai servizi, in parte perché non si distingue tra redditi individuali e familiari. Come appare vero per altri interventi nel campo delle pensioni minime anche lo sconto ICI, esteso alla maggior parte dei contribuenti, finisce per avere scarsissimi effetti redistributivi. Quanto e poco redistributiva la finanziaria 2008 3.01.2008.Gli effetti redistributivi sono meno modesti nel caso delle detrazioni si traducono in trasferimenti positivi a favore dei soggetti incapienti.

OCCASIONI MANCATE

Per incentivare la partecipazione femminile, il credito di imposta per la cura dei figli, (come testimonia il caso del Regno Unito 2003) è uno strumento efficace nell’incentivare la partecipazione senza disincentivare la fertilità.
Un credito di imposta per le spese sostenute per la cura dei figli (sia nel settore pubblico che nell’ambito di istituti privati) avrebbe anche il vantaggio di incentivare forme di lavoro regolare, scoraggiando invece gli impieghi nel sommerso.
Infine sarebbe stato auspicabile un passaggio più deciso dalle deduzioni alle detrazioni per tipologie di reddito e carichi familiari, con una riduzione delle aliquote marginali sui redditi per i quali l’elasticità dell’offerta di lavoro al reddito netto è più elevata, in direzione di un intervento più ampio finalizzato all’unificazione degli strumenti fiscali (detrazioni) e di spesa (assegni familiari) a sostegno dei carichi familiari.

SANITA’

Il provvedimento cardine del governo Prodi è il Patto per la salute. Inserito nella finanziaria 2007, il Patto ha il merito di aver dato finanziariamente corpo ad un meccanismo di controllo della spesa sanitaria basato sulla certezza di risorse su un piano triennale, per responsabilizzare le Regioni in cambio di un sistema di controlli più serrati. In particolare, per le Regioni coinvolte dai piani di rientro, il Patto vede un penetrante controllo del governo su tutti gli atti di indirizzo e spesa.
Il Patto per la salute è divenuto, in tal modo, la piattaforma che ha permesso di realizzare un dialogo costante tra Governo e Regioni, anche attraverso positive prassi da Titolo V: gli incontri tra Ministro della salute e assessori regionali (e rispettivi tecnici) hanno tracciato un nuovo profilo di governo del settore, che ha portato al completamento dell’istruttoria il nuovo decreto sui LEA, cui manca la sola formalizzazione per acquisire efficacia.
Sul piano dei dossier normativi vanno segnalati la norma sull’intramoenia dell’agosto 2007, che pone sotto il controllo delle aziende sanitarie la libera attività intramuraria dei medici, consentendo maggiore certezza sui tempi per realizzare i luoghi dove effettuarla, sulla sua rendicontazione e quindi sull’equilibrio tra questa attività e quella istituzionale dei medici.

QUANDO SI VEDRANNO GLI EFFETTI

In forza del Patto per la salute l’andamento della spesa sanitaria pubblica nel 2007 è stata tenuta sotto controllo e nei prossimi anni si stabilizzerà intorno al 6,8% del Pil. Si è quindi mantenuto e rafforzato il processo già iniziato al termine della XIV legislatura. In più, il Patto ha messo al riparo le Regioni in grave deficit (il Lazio su tutte) dal rischio di un vero collasso finanziario, mentre il 2008 sarà ancora un anno cruciale per assistere queste Regioni, verificando il perseguimento effettivo dei target definiti nei Piani di rientro, in assenza del quale dovrebbe scattare l’ipotesi del Commissariamento.

OCCASIONI MANCATE

La principale occasione mancata è legata all’individuazione di un assetto di governance del sistema che risponda a una domanda in questo momento incandescente: con quale modello di azienda gestire la sanità pubblica e, in base ad essa, come equilibrare i rapporti tra questo piano gestionale e la sfera politica?
Il Ministro Turco ha presentato un Ddl collegato alla finanziaria 2008 in cui affronta molti di questi punti – dal sistema di nomine di direttori generali e primari, al riordino della sanità territoriale e dei medici di base, al lancio di un sistema di valutazione nazionale – con proposte aperte ad una discussione in Parlamento e al confronto con le Regioni (fortemente ostili alle modifiche sui sistemi di nomina). Questo stesso Ddl, inoltre, delinea interventi in materia di sicurezza delle cure, tema che a seguito dei gravi casi di “malasanità” verificatisi nel 2007 si è posto come urgenza nell’agenda delle politiche sanitarie. La chiusura anticipata della legislatura pone un’ipoteca quasi definitiva sul cammino di questo testo.
Altro fronte sul quale il Governo è stato impegnato, senza aver tradotto la propria azione in provvedimenti compiuti, è il riordino dei sistemi di compartecipazione dei cittadini alle spese sanitarie. Un argomento importante quello dei ticket che è stato affrontato con atteggiamenti contraddittori: introdotti con la finanziaria 2007, attenuati in corso d’anno, eliminati con la finanziaria 2008, per ora in assenza di una strategia chiara sul ricorso a questo strumento.
Ancora solo avviata, invece, l’opera di rilancio del comparto della sanità integrativa, con una norma approvata nella finanziaria 2008. Questa iniziativa, che potrebbe costituire una innovazione di grande portata per creare valore dalla grande spesa sanitaria privata (circa 25 miliardi di euro l’anno) richiederà provvedimenti attuativi da emanare entro la fine di febbraio.

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