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Categoria: Moneta e inflazione Pagina 24 di 34

Le conseguenze della battaglia sul debito Usa

Cosa sarebbe successo se Democratici e Repubblicani non avessero trovato l’accordo sull’innalzamento del tetto del debito federale negli Usa? Le conseguenze avrebbero potuto essere catastrofiche, in particolare sui mercati interbancari. 

Il capitale civico per una crescita equilibrata

Gli squilibri macroeconomici dipendono anche da fattori culturali, difficilmente modificabili. Ciò non significa però che siano ineliminabili. Perché le politiche economiche possono svolgere un ruolo compensativo. E perché le differenze culturali all’interno della zona euro non sono poi così grandi.

Il Misery Index per leggere il disagio sociale

Negli ultimi mesi, all’interno di Fed e Bce sono emerse voci contrarie al mantenimento di politiche monetarie accomodanti. È necessario evitare che si generino effetti distorsivi sull’economia reale, ma oggi la priorità è l’occupazione e non l’inflazione. Come mostra l’analisi del Misery Index.

Più moneta di plastica per l’economia italiana *

Se in Italia si utilizzassero di più bancomat e carte di credito, il sistema economico ne trarrebbe importanti benefici: dalla riduzione dell’economia sommersa a migliori prospettive sulle finanze pubbliche e sul quadro macroeconomico generale. Quello che dovrebbero fare la politica e le banche.

Un tutor autostradale per la Banca centrale europea

È un piccolo grande mito dei nostri tempi l’idea che con tassi nominali prossimi allo zero la politica monetaria sia di fatto impotente. La Banca centrale europea potrebbe ricorrere a diversi strumenti alternativi per evitare un ulteriore aggravarsi della crisi. Un regime che potrebbe piacere anche ai tedeschi.

Quel nesso da dimostrare tra debito e crescita

Senza dubbio, i dati indicano una correlazione negativa tra debito pubblico e crescita. Ma resta da dimostrare il nesso causale tra i due fenomeni. Così come l’esistenza di un effetto soglia. Le decisioni di politica fiscale e i limiti della ricerca economica.

Il più grande esperimento monetario della storia

La Banca centrale del Giappone ha annunciato un radicale cambio di regime nella propria condotta. Non è una semplice manovra di politica espansiva, è il tentativo di uscire dalla trappola deflazionistica. Sul suo successo non mancano i dubbi. Come risponderanno la Fed e la Banca centrale europea?

Valute sull’orlo di una crisi di nervi

Le politiche monetarie estremamente espansive hanno provocato una guerra delle valute? Forse solo una crisi di nervi dovuta alla difficoltà di far uscire molte economie da una recessione che pare interminabile e all’assenza di una reale cooperazione internazionale capace di coordinare gli sforzi.

Una ricetta sbagliata per l’Italia

Nei paesi dove hanno dato risultati positivi in termini di crescita, le politiche di bilancio restrittive sono state accompagnate da una politica monetaria accomodante. Una strada preclusa all’Italia da quando è entrata nell’euro. Il nostro paese avrebbe dovuto seguire un’altra direzione.

Il cuore del problema: l’unione fiscale

Perché è tanto importante l’unione fiscale europea? Perché autorità monetaria e politica devono cooperare, soprattutto (ma non solo) nei momenti di crisi. Nell’Eurozona, però, ci sono una banca centrale e 17 stati membri ed è pressoché impossibile mettere tutti d’accordo. Così la Bce rimanda gli interventi “non convenzionali” all’Efsf. Con un effetto paradossale: i paesi non vogliono ricorrere al Fondo perché temono un effetto reputazionale negativo. E un aggravarsi dello spread dei tassi del loro debito.

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