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DOPO LA CRISI, UNA NUOVA COSTITUZIONE PER L’ISLANDA *

Nel 2008 l’Islanda è stata travolta da un tracollo finanziario senza precedenti. Ma la crisi non era solo economica, era soprattutto politica. Una rivoluzione definita delle “pentole e padelle” ha ottenuto il cambio di governo e l’elezione di un’assemblea costituente con il compito di riscrivere la costituzione del paese. La proposta ora è pronta. Insiste su trasparenza, giustizia e lotta alla corruzione. Prevede anche la proprietà statale delle risorse naturali. Da sfruttare in modo responsabile, pensando alle generazioni future.

QUANDO LA TRASPARENZA AIUTA LO SVILUPPO

In tempi di crisi economica, aumenta la pressione ad usare efficacemente la spesa pubblica, inclusi gli aiuti pubblici allo sviluppo internazionale. Si punta sopratutto sulla massima trasparenza così da ridurre sprechi, corruzione e migliorare la programmazione. Si tratta di una sfida anche per le Ong. Ma comunicare e valutare la qualità degli interventi finanziati con contributi privati è un tema su cui c’è molto da costruire come dimostrano i risultati di una ricerca sull’efficacia delle Ong italiane.

COME CAMBIA LA GEOGRAFIA DEL PETROLIO

La produzione di petrolio libico è crollata e le esportazioni verso l’Italia azzerate. L’Azerbaijan diventa il primo paese presso cui ci approvvigioniamo di greggio, per quasi un quarto del nostro intero fabbisogno. Appaiono però eccessive le preoccupazioni secondo cui l’embargo europeo nei confronti della Siria e delle sue esportazioni di greggio potrebbe rappresentare un boomerang per i paesi europei, Italia in primis. Casomai è necessario continuare a monitorare il succedersi degli eventi nei paesi del Magreb: in Libia, ma anche in Tunisia.

LA CONTABILITÀ DELLA FINANZA GLOBALIZZATA

Le regole della contabilità appaiono ai più come una tecnica noiosa, da lasciare agli addetti ai lavori. Ma le potenziali conseguenze finanziarie delle scelte in materia sono enormi. In Europa e in un numero crescente di paesi si utilizzano oggi gli International Financial Reporting Standards. Una sfida senza precedenti perché si tratta di regole stabilite a livello globale. E che non può prescindere da un ripensamento delle istituzioni finanziare internazionali, che dia maggiore rappresentanza alle economie emergenti.

CRESCITA MONDIALE: RIMANE SOLO LA CINA

Il timore di una nuova recessione in America e in Europa affonda le Borse. La Cina è l’unica area del mondo che per ora non rallenta e rimane l’ultima speranza di crescita per l’economia mondiale. Nel 2008 la crescita cinese non bastò per evitare la Grande Recessione. Ma oggi l’economia cinese è più grande di allora e la sua crescita più radicata in Asia. Le imprese che  vorranno approfittarne dovranno essere presenti in Cina con marchi e forze di vendita.

LA RIVOLTA NELL’ERA DELLO SHOPPING

Le cause profonde dei disordini nel Regno Unito non sono da individuare nella crisi della convivenza tra diverse etnie. Ma nelle disuguanze sociali, rese più drammatiche dalla crisi economica. È questo il malessere del paese. Che si esprime senza motivazioni politiche con forme di violenza giovanile, con il saccheggio di oggetti di marca. Una rivolta anche contro i furbetti del mondo della finanza che sfrecciano impuniti su auto di lusso.

NON TUTTI I DEFAULT SONO UGUALI

È sbagliato mettere sullo stesso piano i rischi di una crisi del debito per l’Italia e il probabile sforamento del tetto del debito pubblico negli Stati Uniti. La nostra è una crisi reale, quello americano è un problema legal-contabile, risolvibile con escamotage temporanei. E infatti il tasso d’interesse a cui una banca americana può chiedere soldi in prestito non è aumentato negli ultimi giorni. Se ne parla tanto perché la spesa pubblica sarà un tema cruciale delle prossime elezioni presidenziali Usa.

CONCORRENZA, IL PUNTO DEBOLE DELLA SANITÀ DI OBAMA

La corsa alle presidenziali americane del 2012 è già partita. A giocare un ruolo centrale sarà la riforma del sistema sanitario voluta da Obama. Effettiva dal 2014, punta ad ampliare la copertura del rischio sanitario tra la popolazione e parallelamente a contenere i costi crescenti. Vari aspetti sono però ancora da chiarire. Sulla struttura concorrenziale, in particolare. Oggi, il settore assicurativo privato è molto concentrato: i provvedimenti adottati saranno in grado di innestare una maggiore pressione competitiva tra le compagnie assicurative?

COSA SUCCEDE SE FALLISCE IL DOHA ROUND

Con il probabile fallimento del Doha Round, il Wto non perderà l’autorità necessaria a svolgere la sua funzione giurisdizionale. Né la corsa agli accordi di libero scambio bilaterali e regionali minerà alla base il sistema multilaterale, con un ritorno del protezionismo. Semmai, con la liberalizzazione su scala mondiale, il multilateralismo finirebbe per favorire una ulteriore crescita delle esportazioni della Cina. Mentre le zone di libero scambio consentono di scegliere con chi negoziare, cosa negoziare e quando liberalizzare, nel rispetto delle regole Wto.

LA PRIMAVERA ARABA E LE PROMESSE D’AIUTO DEL G8

Dal vertice del G8 di Deauville uscirà probabilmente un piano di sostegno alla primavera araba. Ma le promesse saranno mantenute? Probabilmente non per intero, a giudicare da quanto successo con gli impegni presi dal G8 sugli aiuti allo sviluppo per l’Africa. Tuttavia, le risorse destinate alla regione aumenteranno comunque, grazie soprattutto a Regno Unito e Stati Uniti. L’Italia vi contribuirà molto poco sia in fase di stanziamento che di erogazione effettiva, rendendo così “invisibile” la sua presenza in Nord Africa.

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