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Dati aggregati o dati individuali?

Chi fa ricerca in Italia si trova ad affrontare la carenza di dati statistici individuali, informazioni dettagliate su ciascuno degli individui considerati, rese opportunamente anonime secondo la vigente normativa sulla privacy. Ora, la distribuzione on line dei dati provenienti dagli archivi Inps è presentata come un primo passo per ovviare a questa situazione. E’ certamente un’iniziativa interessante, ma si limita alla diffusione di numeri aggregati. Con il rischio che finisca per sostituire o rallentare il processo di distribuzione dei microdati.

Un Nobel a Ulisse

Regole fisse: questo dovrebbero darsi i governi per la condotta della politica economica, secondo Finn Kydland e Edward Prescott, appena insigniti del premio Nobel. E tali sono ad esempio i parametri di Maastricht. Ma i due economisti hanno anche introdotto una rivoluzione metodologica nello studio sui cicli economici, con la cosiddetta “macroeconomia quantitativa”. Un approccio quasi dogmatico alla ricerca economica, fondato su tre caratteristiche ben definite.

Contro il grande Blob della statistica

Negli ultimi anni, statistiche ufficiali, sondaggi d’opinione, commenti raccolti per la strada, stime econometriche sono diventate “realtà” indiscutibili, finendo però per rendere tutto indeterminato. Ora è necessario arrivare alla definizione di un insieme condiviso di dati e indicatori statistici per vagliare la situazione di un paese sotto vari aspetti. Anche l’Italia deve accelerare la riflessione su questo tema chiave. Perché lo sviluppo di scelte politiche valutabili su dati di fatto è una caratteristica irrinunciabile di un paese moderno.

Due anni con lavoce.info

A lavoce.info dedichiamo il bene più scarso per tutti noi: il nostro tempo. Abbiamo deciso di continuare a farlo perché ci sembra di renderci utili, di contribuire davvero a migliorare la qualità dell’informazione economica nel nostro paese. Lo dimostra il numero dei lettori in costante crescita e la loro qualità. Alcune novità e una richiesta di aiuto per migliorare ulteriormente il servizio, cercando soprattutto di rafforzare i nostri contatti con il pubblico, le risposte alle vostre lettere e i commenti.

La Legge Gasparri, una vera best practice

Poche leggi sono entrate in vigore così rapidamente e con effetti così vasti e duraturi. O così prontamente accolte dal mercato. La carta prepagata Mediaset sul digitale terrestre, peraltro studiata nei laboratori della Rai, ne è un esempio. Intanto, la ripresa del mercato pubblicitario va a tutto vantaggio di televisione e radio, mentre la carta stampa continua a soffrire. Se lo stesso grado di attenzione e di compattezza politica dedicato alla legge sul riordino del sistema delle comunicazioni fosse stato riservato anche ad altri temi, all’economia per esempio, forse l’Italia sarebbe oggi in una situazione migliore.

Il filtro dell’autonomia

Il gioco esasperato di interrelazioni tra informazione, statistica ed economia rischia di rendere tutto indeterminato. Il rischio è più forte in Italia per la ristrettezza del mercato dei media. Invece di sognare un editore puro che non è mai esistito o un servizio pubblico super partes, è meglio favorire la crescita di soggetti che dichiarano con trasparenza i propri interessi e impegnano il proprio nome a garanzia di autonomia di giudizio e di rispetto per il lettore. Come ha fatto lavoce.info nei suoi due anni di vita.

Doppio vuoto di democrazia

Al deficit democratico di istituzioni europee che non rendono conto del proprio operato di fronte agli elettori si aggiunge una campagna elettorale che ha sistematicamente ignorato le vere questioni al centro di queste elezioni e il fatto stesso che molte scelte oggi possano essere compiute solo a livello europeo. Peccato perché diverse forze politiche propongono un diverso modo di stare in Europa. Su molti temi le posizioni sono molto distanti e non ricalcano necessariamente la divisione fra centro-destra e centro-sinistra. Come dimostrano le risposte al questionario che lavoce.info ha inviato alle diverse formazioni.

Va in onda la Gasparri

La nuova legge tocca molti aspetti, con alcuni provvedimenti condivisibili. Ma le misure previste non sembrano in grado di ridurre la concentrazione nel mercato televisivo e aumentare il pluralismo. Il Sic è un aggregato arbitrario e non un mercato rilevante come inteso dalle autorità antitrust. E la quota consentita è opportunamente al di sopra di quella oggi detenuta dai principali operatori. E’ perciò probabile che la norma sia solo una tappa provvisoria nella costruzione di un assetto accettabile del sistema televisivo italiano

Ancora sul Codice deontologico

Continua sul nostro sito la discussione sul Codice deontologico per il trattamento dei dati personali utilizzati per scopi statistici e scientifici. Andrea Ichino replica all’intervento di Ugo Trivellato, sottolineando come il Codice non elimini i troppi ostacoli all’accesso ampio ai dati, con conseguenti danni per l’attività di ricerca in Italia. Nella sua controreplica, Trivellato ricorda che i ritardi italiani sono soprattutto nella produzione di microdati.

La televisione degli altri

Molti paesi dell’Unione europea hanno costruito per le loro emittenti pubbliche statuti e organismi di garanzia che ne salvaguardano l’indipendenza e l’autonomia dal potere politico. In Italia invece i partiti hanno sin qui lasciato la Rai in condizioni di perdurante debolezza strutturale. Una dipendenza dalla politica che ora si accentua con la legge Gasparri. Per nomine e gestione prevede un meccanismo pesante che sacrifica ancor più la natura aziendale della Rai. Mentre un canone troppo basso non la garantisce dalla deriva commerciale.

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