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Categoria: Immigrazione Pagina 32 di 40

PERCHE’ LA SANATORIA HA FATTO FLOP *

Le domande di regolarizzazione di colf e assistenti familiari sono state nettamente inferiori al previsto. Motivo essenziale dell’insuccesso il fatto che i benefici siano quasi esclusivamente a favore dei lavoratori e i costi prevalentemente a carico delle famiglie. Serve invece un piano di interventi strutturali per la non autosufficienza. Che preveda il potenziamento dei servizi domiciliari pubblici, ripensi l’indennità di accompagnamento e vari un progetto di coordinamento degli iter formativi promossi da singole regioni.

L’ENNESIMA ULTIMA SANATORIA

La sanatoria di colf e badanti rappresenta una apprezzabile presa d’atto che la criminalizzazione degli immigrati senza permesso di soggiorno è prima di tutto irrealistica: serve a scopi di propaganda politica, ma non a risolvere i problemi effettivi del governo dell’immigrazione e del suo incontro con le esigenze del mercato del lavoro italiano. Meglio ancora sarebbe però adottare politiche più avvedute, che prevengano la formazione di ingenti bacini di stranieri con un lavoro, ma giuridicamente irregolari. Le soluzioni di Francia e Stati Uniti.

GLI STRETTI CONFINI DI FRONTEX

Nel 2004, per coordinare gli interventi operativi di controllo dei confini dell’Unione Europea, la Commissione europea costituisce un’Agenzia sovrannazionale denominata Frontex. Oggi di fronte al continuo fenomeno degli sbarchi clandestini, ed ancora di più, di fronte alle tragedie che avvengono nel Mediterraneo, ci si domanda quale sia il ruolo dell’Unione Europea e in particolare quali siano le evoluzioni del processo di armonizzazione del controllo delle frontiere posto in essere con la costituzione di Frontex.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Rispondo brevemente ad alcune sollecitazioni, perché le altre non chiedono replica.

Si può trattare la questione delle ronde con strumenti diversi dall’ironia? Temo di no. O,
almeno, io non vedo altro strumento.

Non avendo assegnato alcun potere speciale alle ronde (grazie al cielo, la Lega si limita per ora a scimmiottare goffamente fascismo e nazismo), disciplinarne le attività è semplicemente ridicolo. Chi fa parte delle ronde può compiere, infatti, azioni cui è abilitato pienamente anche chi non ne fa parte. Qual è allora lo scopo dell’introduzione di requisiti quali l’assenza di daltonismo e il possesso di integre facoltà olfattive e uditive? E quale quello del disciplinare aspetti quali il colore della casacca o le modalità di comunicazione?

Se a svolgere le stesse attività (lecite) fossero gli scout o, all’opposto, gli ultras della curva Sud, il Sindaco non potrebbe avvalersene formalmente. Ma potrebbe forse ignorare le segnalazioni di eventuali elementi di pericolo o di disagio sociale che da questi gruppi dovessero pervenire?

Naturalmente, è possibile una diversa lettura: il Ministro dell’interno conosce i suoi "polli"
(tecnicamente, sindaci leghisti) e sa che per loro non è affatto ovvio che le ronde debbano limitarsi ad attività perfettamente lecite; pone, per questo, con saggezza, precisi paletti.
Se è così, l’ironia è effettivamente fuori luogo. Ed è anche falso che quello a cui assistiamo sia solo un goffo scimmiottamento di fascismo e nazismo.

IMMIGRAZIONE, INCLUSIONE E CITTADINANZA

Approvato definitivamente dal Senato, il pacchetto sulla sicurezza inasprisce le condizioni per l’acquisizione della cittadinanza italiana. Si tratta di misure ostili all’inclusione degli immigrati che potrebbero istigare un’ulteriore radicalizzazione verso l’esclusione. In altri paesi d’Europa, invece, il tradizionale criterio dello “jus sanguinis” (chi discende da cittadini di un certo paese è cittadino) è stato contemperato con quello (vigente negli Stati Uniti) dello “jus soli”, secondo cui chi nasce sul territorio nazionale di un certo paese è cittadino.

QUANDO L’IMMIGRAZIONE E’ GOVERNATA DAL PREGIUDIZIO *

Una politica restrittiva in tema di immigrazione, come quella adottata dal nostro governo, certamente riduce il numero dei lavoratori stranieri presenti in un paese, ma ha anche l’effetto involontario di allontanare di più gli immigrati qualificati rispetto a quelli meno qualificati. Si resta così intrappolati in una spirale di forti restrizioni e “cattiva” immigrazione. E di pregiudizi che si autoalimentano. Per l’Italia, la soluzione non è inasprire indiscriminatamente le norme sull’immigrazione, ma ripensarle coerentemente con le necessità del paese.

L’IMMIGRATO CHE VENNE DAL MARE

Lampedusa è considerata la porta d’ingresso dell’immigrazione illegale in Italia. Frenando gli sbarchi, si può far credere di contrastare in maniera incisiva gli ingressi irregolari. Ma gli arrivi dal mare rappresentano soltanto una modesta frazione di un fenomeno variegato e complesso. La stragrande maggioranza degli immigrati entra in un modo molto più semplice e meno rischioso: con un regolare visto turistico. Quando scade, il turista si trasforma in immigrato irregolare. Magari perché ha trovato un lavoro, nero, nelle famiglie o imprese italiane.

È L’IMMIGRAZIONE, BELLEZZA

Perché i partiti socialdemocratici crollano in tutta Europa proprio in un periodo di recessione? La risposta è nei 26 milioni di immigrati nell’Unione Europea negli ultimi anni. I cittadini sono preoccupati per la sostenibilità del welfare state europeo. E se la soluzione sembra essere in più rigide politiche sull’immigrazione e nelle limitazioni all’accesso allo stato sociale, le coalizioni di destra sono decisamente più credibili. Ma sono politiche inattuabili nel lungo periodo. Esistono alternative ben più efficaci. Senza rinunciare alla redistribuzione.

DISCRIMINATI PERCHÉ CLANDESTINI

La lotta all’immigrazione clandestina dichiarata con il pacchetto sicurezza ha portato all’introduzione nel codice penale di un’aggravante per i reati commessi dai “clandestini”. Lo stesso reato, quale che sia, è considerato dalla legge più grave ed è punito più severamente se a commetterlo è uno straniero irregolare. Si tratta di un’irragionevole discriminazione fondata su una mera condizione personale, in spregio del principio costituzionale di uguaglianza.

MONOETNICI A CASORIA

Secondo il Presidente del Consiglio l’Italia non è un Paese multietnico. Non è chiaro cosa voglia dire Silvio Berlusconi con questa affermazione. In Italia, secondo l’Istat, gli stranieri residenti sono circa 3,9 milioni su una popolazione totale di 60 milioni, quindi attorno al 6,5 per cento. Questa percentuale è inevitabilmente destinata a salire nei prossimi anni fino a raggiungere, secondo alcune proiezioni, il 10 per cento nel 2020. Uno su dieci stranieri residenti, ai quali si aggiungeranno gran parte degli italianissimi figli degli attuali stranieri. Ma la presenza di etnie diverse la osserva già ora chi accompagna i propri figli a scuola o semplicemente sente da loro racconti sui compagni di classe dai nomi come Jair, Biniam, Selma. La osserva chi va a correre al parco durante il weekend e vede partite in cui squadre composte da peruviani, filippini e italiani sfidano altre squadre composte da brasiliani, marocchini e italiani. La osserva chi ha parenti anziani assistiti da badanti lituane o donne eritree che fanno le pulizie in casa. La osserva chi rientra a casa la sera nelle carrozze stipate della metropolitana o chi guida per le strade delle nostre città e si vede chiedere l’elemosina ad ogni semaforo. Insomma, la multietnicità dell’Italia si vede dappertutto. Ovunque, tranne forse alle feste di compleanno delle diciottenni di Casoria.

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